Natale a Londra – Dio salvi la Regina, di Volfango De Biasi

De Biasi prova a ricostituire una coralità vincente sulla base di una scrittura più diversificata, ma la presa è ancora troppo incerta, ancorata alla spettacolare fisicità di Lillo & Greg

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Voglio tre cose da te: testa, cuore e…” Potrebbe essere questa la ricetta grazia alla quale si sviluppa l’ultimo nato di casa Filmauro. Natale a Londra, unico vero cinepanettone, vista l’inopinabile paternità, si muove fra retaggi passati e formule parzialmente nuove per risvegliare la parte di pubblico forse stanca, forse annoiata da un sacco natalizio che di sorprese ne riserve ben poche. Alla regia Volfango De Biasi, figliol prodigo del colosso produttivo, alla terza direzione dopo Un Natale stupefacente e Natale col boss. Ben cosciente del verdetto propizio di questi, il cineasta si arrischia ad aggiunte di genere e di elementi artistici più o meno in voga nel panorama cinema/televisione.

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Londra. Lillo & Greg, duo comico rodato tanto quanto De Biasi in casa Filmauro, sono figli di un malavitoso (Ninetto Davoli). Il primo persuade il fratello a risanare le sorti economiche del genitore riscuotendo la fetta d’azioni riposta in un ristorante della capitale. Scopriranno però che anche il gestore dell’esercizio -Nino Frassica – si trova in cattive acque, motivo per cui, sfoderando la massima astuzia criminale, tenteranno l’impresa di rapire i cani della regina per chiederne il riscatto. Dopo l’abbandono di Christian De Sica, De Laurentiis & Co. tentano oramai da anni il sostituto ideale per un impianto che accontenta sempre una fetta sostanziosa di pubblico. Purtroppo l’indiscutibile irriverenza del duo Lillo & Greg non basta a sovrastare una

natale-a-londra-dio-salvi-la-regina-paolo-stefano-ruffini-eleonora-giovanardi-foto-dal-film-5_midscrittura fin troppo incollata al “vuoi vincere facile”, giunto, forse prima del tempo, allo stadio paradossale. La diversità regionale, ad esempio, non può avere la medesima presa che possedeva tra gli anni ‘ 80 e ’90, così come il sapore esotico finisce per disperdersi nello smaliziamento dello spettatore, abituato a scongelare gli stereotipi e a riporli nella cassetta d’emergenza. Da sottolineare, con vigore, l’inutilità di pescare dai presunti successi da palinsesto, soprattutto se l’animatore non è in grado di ammutolire e catturare l’attenzione del bambino dopo che questi ha preso parte ad una valanga di feste di compleanno.

Va dato atto che De Biasi ha voluto mantenere un’impalcatura più vicina a target diversificati, dunque il prodotto viaggia senza ganasce di volgarità gratuità, vecchi marpioni o preservativi scoppiati in bocca, come in uno sketch del grande Christian. La figura femminile collabora a stretta vicinanza con la controporte senza dover scadere in una marginale e inconsistente apparizione. Anzi. Eleonora Giovanardi, a metà tra Gordon Ramsey e Greta Gerwig, riesce nella soluzione di spalla sempre attenta alle esigenze comiche. Tuttavia, l’unico vero reagente è la spettacolare fisicità di Lillo & Greg. Il secondo è addirittura affetto da un bipolarismo in stile Gollum/Smigol cui è impossibile opporre resistenza. In più, i loro movimenti, per quanto lontani dalla magia coreografica di Bruce Lee, richiamano con audacia il sempreverde White Chicks dei fratelli Wayans. La peculiarità action/gangster, già tentata nei film antecedenti, trova qui il suo apice più riuscito. Ciononostante, l’affondo è ancora troppo timido e incerto, ma confidiamo nelle ottime peculiarità della coppia. Menzione speciale a Nino Frassica. L’attore mantiene un invidiabile contegno recitativo, restituisce una sapienza da padrino mascherata e irrompe e schiaccia le vistosità, a volte fastidiose, di chi ha un’evidente ansia di apparire.

 

Regia: Volfango de Biasi

Interpreti: Lillo, Greg, Nino Frassica, Paolo Ruffini, Uccio de Santis, Monica lima, enzo Iupparello, Eleonora Giovanardi, Ninetto Davoli

Distribuzione: Filmauro

Durata: 90′

Origine: Italia 2016

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