Natural Selection. Il più amato del SXSW 2011

NATURAL SELECTION, di Robbie Pickering - il poster
Natural Selection ha spazzato via ogni altro concorrente all'ultima edizione del SXSW Film Festival: è un un film a basso budget e in parte improvvisato scritto e diretto da Robbie Pickering, vincitore non solo del Gran Premio della Giuria e del premio del pubblico, ma anche dei premi per la migliore sceneggiatura, il miglior montaggio e la miglior colonna sonora

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NATURAL SELECTION, di Robbie Pickering - il poster

 

Natural Selection ha spazzato via ogni altro concorrente all'ultima edizione del SXSW Film Festival: è un un film a basso budget e in parte improvvisato scritto e diretto da Robbie Pickering, vincitore non solo del Gran Premio della Giuria e del premio del pubblico, ma anche dei premi per la migliore sceneggiatura, il miglior montaggio e la miglior colonna sonora. Ai protagonisti Rachael Harris e Matt O’Leary sono andati inoltre i premi speciali per le breakthrough performances.

Natural Selection racconta di Linda White (HarrisUna notte da leoni) devota casalinga cristiana intorno ai 40 anni, che vive in una cittadina di periferia del Texas con il marito Abe (John DiehlMiami ViceStargate) il quale osserva così fanaticamente le sue credenze da rifiutare ogni relazione sessuale con la moglie, dopo la sua diagnosi di sterilità: fornicare senza procreare è un peccato mortale…

 

Rachael Harris e Matt O’Leary in NATURAL SELECTIONQuando Abe viene colpito da un ictus, Linda scopre che il marito ha donato i suoi spermatozoi a una banca del seme per oltre 20 anni e che ha un figlio in Florida, un ventitreenne di nome Raymond (O'Leary, visto in Brick, Frailty e Die hard – Vivere o morire). Linda parte così per un viaggio donchisciottesco alla ricerca di Raymond, con il quale instaurerà un rapporto speciale, benchè il ragazzo sia dipendente da droghe, sboccato come pochi e con una fedina penale non proprio immacolata. Nel cast c'è anche Jon Gries (Napoleon Dynamite).

Malgrado Natural Selection sia una commedia (dalle recensioni della stampa estera viene definita anche lieve e ottimista, per alcuni richiama piuttosto il cinema di Todd Solondz) nasce anche da un evento drammatico.

"Ho sempre voluto fare un film su mia madre, che è una casalinga, abbastanza religiosa, di Jersey Village, Texas." racconta Pickering, autore di diversi corti, oggi al suo esordio nel lungometraggio. "Raramente si vede una persona come lei ritratta sul grande schermo in un modo che non sia totalmente satirico, e io volevo fare giustizia. Una notte ho ricevuto una sua telefonata: suo marito – il mio patrigno – era ormai al quarto stadio di un carcinoma terminale. Sono stato investito dalla consapevolezza che mia madre sarebbe stata presto da sola, e ho incanalato tutta la mia ansia e la mia preoccupazione in questa strana storia di una donna che fa di tutto per sfuggire alla realtà che l'aspetta, fatta di solitudine e di morte, ma anche di un senso di rinascita".

Il giovane regista Robbie Pickering sul set di NATURAL SELECTION Non è stato facile trovare un produttore: "La sceneggiatura è stata per un po' di tempo sulla black list [elenco di script eccellenti non ancora diventati film]. Ai produttori dei grandi studios piaceva, ma nessuno aveva intenzione di produrre la storia della scoperta di sè di una donna quarantenne, interpretata da un'attrice che non è  Jennifer Aniston. Alla fine ho assunto una posizione dura: Farò questo film, che mi aiutiate o no. Ed è andata". 

 

 

Il giovane regista texano torna sul peso della protagonista femminile in Natural Selection: "Ci sono così pochi film sulle donne reali. Quando penso a dei film con una donna protagonista penso a Alien e Il silenzio degli innocenti. Ho cercato di concentrarmi su una Linda-persona invece che su una Linda-oggetto, e un sacco di donne texane, dalle mie parti, sono percepite come oggetti. Totalmente succubi."

 

Sulla natura anche ironica, ma mai compiaciuta della satira di certo cristianesimo nel film: Sono stato educato come cristiano. Abbiamo girato vicino alla mia città, ho usato la nostra chiesa e gli amici di mia madre come comparse. Tutti temevano che volessi prendermi gioco di loro, ma non era il mio obiettivo.  In She's Gotta Have It  Spike Lee ironizza sulla gente di Bed-Stuy [quartiere di Brooklyn] perché la ama. Alexander Payne fa la stessa cosa con la gente del Midwest. 
 

 

 

[Le dichiarazioni sono tratte da un'intervista rilasciata dal regista Robbie Pickering al Ny Magazine]

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