Nel nome del padre

In arrivo nelle sale "Big Fish" di Tim Burton. Ispirata alle atmosfere felliniane, la pellicola racconta tra visioni e suggestioni, la storia di un padre immerso in storie fantastiche e di un figlio legato alla razionalità. Attesa anche per altre due opere sul tema: "Le chiavi di casa" di Gianni Amelio e "Non ti muovere" di Sergio Castellitto.

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"Ci incontreremo mai, io e mio padre", canta la cantautrice Grazia Di Michele nel brano Io e mio padre. Al rapporto tra genitori e figli sono stati dedicati libri, canzoni e molti film tra cui l'atteso Big Fish (Le storie di una vita incredibile) di Tim Burton (Edward mani di forbice, Ed Wood) dal 27 febbraio nelle sale. Tratto dal romanzo di David Wallace (Tropea editore) il film racconta la storia di Edward Bloom (Albert Finney/Ewan McGregor) un uomo che dopo aver vissuto un'esistenza all'insegna della fantasia e della visionarietà, grazie alla moglie Sandra (Jessica Lange), incontra al suo capezzale il figlio Will (Billy Crudup), un giornalista abituato a vedere la realtà guardando esclusivamente ai fatti. Questa diversità ha spinto i due ad allontanarsi ed ora che la fine si avvicina, Will vorrebbe almeno per una volta ascoltare la verità. Il padre comincia così il suo ultimo racconto che lo rivede giovane alle prese con fantastiche avventure con streghe, giganti e grandi pesci. Avvicinata per la sua visionarietà alle atmosfere felliniane, la pellicola narra la contrapposizione tra realtà e immaginazione attraverso il rapporto conflittuale tra padre e figlio. A proposito del legame con il proprio genitore, ex giocatore di baseball, il regista ha dichiarato: "Mi era difficile condensare in parole il nostro rapporto. Quando mi hanno offerto la sceneggiatura, l'ho presa come uno scherzo benevolo del destino". Le affinità con Fellini non si fermano alla visionarietà della storia, come il genio riminese anche Burton disegna i suoi personaggi prima di portarli sullo schermo come è accaduto con il domatore nano interpretato da Danny De Vito. In 8 e 1/2 c'è una sequenza in cui il protagonista abbraccia in un grande girotondo tutti i personaggi reali e immaginari della sua esistenza, in Big Fish, questi si incontrano in una sequenza in riva al lago. Nella colonna colonna sonora, composta da Danny Elfman, compaiono anche brani di Bing Crosby ed Elvis Presley e un nuovo hit dei Pearl Jam.

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A raccontare una storia che ha per protagonisti un padre e un figlio è stato lo scrittore Giuseppe Pontiggia, recentemente scomparso, in uno dei suoi volumi più noti, Nati due volte, a cui il regista Gianni Amelio si è ispirato per il film di prossima uscita Le chiavi di casa interpretato da Kim Rossi Stuart che dopo aver dato vita a Lucignolo nel Pinocchio di Roberto Benigni, si cimenta in una nuova prova d'attore. Ispirato a una vicenda personale, il testo affronta il tema dell'handicap attraverso il rapporto tra un padre e un figlio: "Ho voluto raccontare – ha spiegato lo scrittore – il fatto che l'handicap è in tutti noi. Quello che racconto, insieme al rapporto di un padre con il figlio, è l'handicap di tutta la società che non sa affrontarlo perché rifiuta il senso del limite".


In uscita a marzo è la versione cinematografica di un altro libro di grande successo ossia, Non ti muovere di Margaret Mazzantini, vincitore del Premio Strega. Diretto dal marito dell'autrice, l'attore Sergio Castellitto, il film che vede tra gli interpreti lo stesso Castellitto, la spagnola Penelope Cruz e Claudia Gerini narra la vicenda di un chirurgo e della sua bambina in fin di vita a causa di un incidente. "Non ti muovere" è il grido di incoraggiamento che Timoteo, il protagonista del romanzo, rivolge alla figlia affinché non ceda e rimanga aggrappata all'esistenza. Questo dolore spinge l'uomo a ricordare, a calarsi in una dimensione per lui estranea, a riflettere sul senso del suo percorso, sull'amore di una giovane donna che lo ha profondamente cambiato.

Se Tim Burton, Gianni Amelio, Sergio Castellitto raccontano il legame tra padre e figlio attraverso temi come la visionarietà, l'handicap, il dolore, anche altri registi e autori, in contesti diversi, hanno approfondito questo argomento. Ispirato a una storia vera e tratto dal libro autobiografico Il prezzo dell'innocenza di Gerry Colon, Nel nome del padre (1993), getta luce su un errore giudiziario che portò in carcere quattro proletari irlandesi, tra cui Colon e suo padre Giuseppe, condannati come responsabili di un attentato terroristico. Diretto da Jim Sheridan e interpretato da Daniel Day Lewis ed Emma Thompson, il film racconta la convivenza all'interno della stessa cella di padre e figlio, sottolineando gli aspetti familiari della vicenda.


Una storia per alcuni versi simile a quella di Big Fish è stata portata di recente sullo schermo dal regista canadese Denys Arcand ne Le invasioni barbariche (2003), ne sono protagonisti un padre morente e un figlio lontano che si incontrano dopo molti anni. La diversità rispetto all'opera di Tim Burton sta nel fatto che in questo caso il regista interpreta il racconto con accenti più realistici. Tornato da Londra, il figlio riunisce intorno al padre, gli amici e i compagni di una vita per un commiato finale teso a curare il suo spirito negli ultimi momenti. In una chiave diversa, cura le cicatrici del genitore Bruno, il piccolo protagonista di uno dei film manifesto del neorealismo italiano: Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica che sullo sfondo del primo dopoguerra descrive il cammino di Antonio e Bruno Ricci, in una Roma lacerata dalle ferite del conflitto, alla ricerca della bicicletta rubata. Il piccolo Bruno rappresenta agli occhi del padre l'unica via di salvezza a cui aggrapparsi in un mondo che non gli lascia scampo. Come non concede tregua il campo nazista in cui Giosuè e Guido sono rinchiusi, i due protagonisti de La vita è bella (1997) di Roberto Benigni esprimono la forza di un sentimento che può trasformare e sublimare l'orrore. Uno stato d'animo che a volte può essere rimosso con il potere dell'immaginazione come avviene nel kolossal Hook (1991)di Steven Spielberg, dove un avvocatizzato Peter Pan, interpretato da Robin Williams, ha dimenticato tra i suoi pensieri felici, di essere un padre e corre all'Isola che non c'è per recuperarli e liberare i suoi bambini catturati da Uncino. L'ex Mork ha prestato il volto anche a Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus, in cui veste i panni di un attore specializzato nel doppiaggio di cartoni animati che in seguito alla separazione dalla moglie pur di restare con i propri figli si traveste da governante. Non si veste da colf ma non esita a cantare a squarciagola "Sono un ragazzo fortunato", Nanni Moretti che in Aprile (1998)filma le prime esperienze con il suo piccolo Pietro. Il regista di Palombella rossa ha esplorato questo tema in un contesto tragico ne La stanza del figlio (2001) con cui ha vinto la Palma d'oro a Cannes. Non sarà alla Notte degli Oscar Gabriele Salvatores che con Io non ho paura (2003) tratto dall'omonimo romanzo di Nicolò Ammaniti, oltre a raccontare la storia dell'amicizia tra Michele e Filippo, due bambini di cui uno è il figlio di un gruppo di sequestratori e l'altro è il ragazzino rapito, descrive anche il legame di affetto tra Michele e suo padre. Un legame dunque che sopravvive nelle avversità come nel gangster movie Era mio padre (2002) di Sam Mendes interpretato da Tom Hanks in un insolito ruolo di cattivo.

Un buono per eccellenza del cinema americano è stato Spencer Tracy che ne Il padre della sposa (1950) di Vincente Minnelli, interpretato poi in un remake del 1991 di Charles Shyer anche da Steve Martin, è alle prese con la nostalgia per la propria bambina ormai prossima all'altare. Prima del matrimonio ci sono le problematiche della scuola e della giovinezza filmate da Gabriele Muccino in Come te nessuno mai (1999) e Ricordati di me (2003), dove figli e genitori si scontrano di continuo alla ricerca di un'intesa. Un'affinità che cercano anche Nello, ragazzo inesperto in amore e suo padre Cesare Baiocchi, protagonisti de Il cuore altrove (2002) di Pupi Avati. Intesa che sullo sfondo delle leggi razziali del 1938 anche grazie all'amicizia dei piccoli Lele e Pietruccio trovano i commercianti Umberto e Leone, interpretati da Diego Abatantuono e Sergio Castellitto in Concorrenza sleale (2001) di Ettore Scola. L'interprete di Mediterraneo ha interpretato un padre burbero, ex contadino, alle prese con un figlio amante della corsa che lui vorrebbe far studiare, in Un Ragazzo di Calabria (1987) di Luigi Comencini. Attraverso lo studio e la cultura si emancipa dall'autorità paterna che lo vorrebbe relegato alla pastorizia, Gavino, il protagonista di Padre padrone (1977) dei fratelli Taviani. Tratto dall'omonimo libro di Gavino Ledda, il film ha vinto la Palma d'oro a Cannes. Un altro maestro del cinema italiano, Mario Monicelli, ha diretto nel 1957 Padri e figli con un grande cast composto da Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Marisa Merlini, Antonella Lualdi.   


"Mio cucciolo d'uomo così simile a me/ di quello che sono vorrei dare a te/ solo le cose migliori e tutto quello che/ ho imparato dai miei errori, dai timori che ho dentro di me", canta Eugenio Finardi nel brano Mio cucciolo d'uomo. Paure che a volte i buoni film ci aiutano a dimenticare.


 


Il sito di Big fish: www.bigfish-ilfilm.it


Il sito di Tim Burton: www.timburton.com


Benigni sul web: www.tuttobenigni.it


Nanni Moretti sul web: www.eccebombo.net


Il sito di Giuseppe Pontiggia: www.giuseppepontiggia.net


Il sito di Margaret Mazzantini: www.margaretmazzantini.com

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