"Nemmeno in un sogno" di Gianluca Greco

Scegliendo il registro fiabesco e ironico e sfociando nel nonsense surreale, sembra si perdano di vista i connotati visivi e sociali. Poche sono le trovate tecniche degne di nota, e debolmente graffiante è l'intreccio narrativo.

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Il pastore armengistano Ahmet (attore turco) un bel giorno sbarca in Italia. Finisce per ritrovarsi ad un villaggio turistico pugliese dove si ritrova corriere di una misteriosa valigetta e braccato da due strampalati criminali (bravi entrambi) a caccia della stessa. Tra balli di gruppo e ginnastica in piscina, coreografie telecomandate e vuoti di pensiero, scorrono via le giornate nel centro d'accoglienza per lobotomizzati. Ahmet è ignaro e innocente, ma è soggiogante come un santone. Accompagnato da una bambina, con la quale diviene amico, sovrasta la pochezza e la miseria dei personaggi, in fuga da una realtà asfissiante e approdati nella terra dei miraggi. Anche la donna dell'imprenditore, proprietario del villaggio, resta ammaliata dall'ospite inatteso e comincia ad interrogarsi sulle avventate scelte di vita. Ahmet è rimandato indietro, Vale lascia l'imprenditore, la valigetta giunge a destinazione. Ma cosa c'è in quella valigetta? Cozze. Il traffico illecito è capeggiato da un comitato di matrone popolane che attendono nervose e affamate il recupero della merce.

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Il debutto alla regia di Gianluca Greco è segnato da una paradossale constatazione: il fatto di cronaca, da cui trae ispirazione il film, sembra surclassare in originalità e forza l'opera stessa. Scegliendo il registro fiabesco e ironico e sfociando nel nonsense surreale, sembra si perdano di vista i connotati visivi e sociali. Poche sono le trovate tecniche degne di nota, e debolmente graffiante è l'intreccio narrativo. Non mancano le citazioni. Le situazioni grottesche e i momenti corali rievocano l'atmosfera di Hollywood party, mentre davvero riuscita è la ricostruzione di una delle scene più famose di Morte a Venezia. La sequenza è accompagnata magistralmente dalla Piccola Orchestra Sinfonica di Roma che sfumando, da una traccia musicale di origine balcanica, avvia dolcemente la quinta sinfonia di Mahler.  


 


Regia: Gianluca Greco
Sceneggiatura: Gianluca Greco, Doriana Leondeff, Francesco Piccolo
Fotografia: Andrea Treccani
Montaggio: Claudio Di Mauro
Musica: Leandro Piccioni
Scenografia: Franco Vanorio  
Interpreti: Ugurlu Ahmet (Ahmet), Martina Stella (Vale), Roberto De Francesco (Eraclio), Giuseppe Battiston (Ricarico), Andrea Prodan (Umberto Virgili)
Produzione: Tangram Cinema/Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribuzione
Durata: 80'
Origine: Italia, 2001

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