Neve rossa: addio a Albert Bezzerides

Il 1° gennaio è scomparso a 98 anni il grande sceneggiatore Albert Bezzerides. Scrisse film straordinari come "They Drive by Night" di Raoul Walsh, "Desert Fury" di Lewis Allen, "On Dangerous Ground", "In a lonely place" di Nick Ray e "Kiss Me Deadl" e "The Angry Hills" di Robert Aldrich. Un articolo di Giulia D'Agnolo Vallan da il manifesto di ieri

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Era una serata dedicata a lui – e alla proiezione di un documentario biografico, Buzz, di Spiro Taraviras – dalla Wga, il sindacato degli sceneggiatori, l'agosto scorso. Camicia scozzese rossa e l'immancabile cappellino di lana, subito sopra le sopracciglia foltissime, Albert Isaak Bezzerides, quasi trasfigurato dalla vecchiaia (aveva 98 anni), non aveva detto una parola ma, alzando le braccia come in segno di vittoria, aveva rivolto al pubblico una di quelle sue risate divertite e un po' demoniache. Lo scrittore/sceneggiatore nato in Turchia (padre greco e mamma armena lo portarono a vivere nella californiana Fresno quando aveva solo pochi mesi) è morto a Woodland Hills, il primo gennaio. Bezzerides (Buzz per gli amici) ha attraversato il cinema americano tra l'inizio degli anni '40 e la metà dei 50 lasciando, tra i molti film scritti per Fox, Paramount, Rko, Wb… alcune tracce indelebili: They Drive by Night (Strada maestra) di Raoul Walsh, Thieves'Highway (I corsari della strada) di Jules Dassin (entrambi i film – come i romanzi The Long Haul e Thieves Market – direttamente tratti dall'esperienza di suo padre che guidava camion carichi di frutta, sulle vorticose pre-highways che collegavano la valle L.A. a San Francisco), On Dangerous Ground (Neve rossa) di Nick Ray e, il suo capolavoro (e geniale stravolgimento di Spillane in chiave antinucleare e antimaccartista), Kiss Me Deadly, di Robert Aldrich. Ma è memorabile anche il Robert Mitchum in giacca rossa a caccia di leoni di montagna, nella neve di Track of the Cat (La belva) di William Wellman ('54, tornato visibile grazie al dvd).
Dal '56 in avanti, la sua carriera si sposta di più verso la televisione (le serie a cui ha collaborato sono: Bonanza, The Virginian, The O.Henry Playhouse e soprattutto The Big Valley, con Barbara Stanwyck, di cui è stato il creatore), ma al cinema continuava a pensare. Per esempio, per Aldrich ha scritto anche i mai realizzati Tyranny for Texas, sui messicani texani; Vengeance Is Mine, da The Ferrari Story («un Lucky Luciano» in Sicilia durante la II guerra mondiale) e, ispirandosi alla storia di Beverly Adland e Erroll Flynn, The Greatest Mother of 'Em All, da cui il regista di Kiss Me Deadly diresse una featurette con la quale sperava di raccogliere finanziamenti.

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Amico di Saroyan (cresciuto come lui nella comunità armena di Fresno, pare che nella biblioteca locale, da ragazzi, i due si disputassero Tolstoi, Dostoievsky e Babel) e degli anni hollywoodiani di Faulkner (che ospitò per un lungo periodo anche a casa, dove «beveva tutto quello che trovava, persino la lozione per capelli di mia moglie») e compagno (dopo un matrimonio fallito con Yvonne Gorman) della sceneggiatrice Silvia Richards, Bezzerides, prima di guadagnarsi da vivere scrivendo, lo faceva come ingegnere, presso la Mitchell, dove riparava cineprese e proiettori.
«Realtà» piuttosto che «cinema» è la parola che più si sente uscire dalle sue labbra nelle interviste per i film di Taraviras e Lellios (in cui appaiono anche Barry Gifford, Cloris Leachman, Jules Dassin, e lo stesso Spillane – che detestava Kiss Me Deadly almeno quanto Aldrich e Bezzerides avevano detestato il suo libro). Dai suoi racconti – e da quelli di chi lo conosceva – non sembra che Hollywood gli piacesse o lo interessasse molto. «Picture people», li definisce un paio di volte nei documentari, giurando che con quel tipo di persone non aveva nulla a che fare. Il giornalista francese Philippe Garnier, che era suo amico, ipotizza che fossero i romanzieri, piuttosto che altri sceneggiatori, il suo vero termine di paragone e racconta di come il bellicoso Bezzerides lasciasse intendere che lo Steinbeck di Grapes of Wrath, dovesse molto a There Is a Happy Land, il suo romanzo giudicato più importante.

da il manifesto del 9/1/2007

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