Nevermind, di Eros Puglielli

Con una divertente libertà creativa Puglielli ci presenta un universo surreale che non ha e non vuole fornire spiegazioni all’assurdo.

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Una baby-sitter, scelta per essere la più qualificata fra le aspiranti, viene assunta da una coppia per prendersi cura del bambino. Il suo primo giorno è un immenso successo. I genitori sono molto soddisfatti del suo operato e sono fieri di aver scelto la giusta baby-sitter. Fin qui sembra una storia come tante, ma la prima giornata di lavoro è stata piuttosto inusuale. Qualcosa di inspiegabile, assurdo, surreale è avvenuto durante la sua prima giornata lavorativa. Ma la paga è molto alta e, nonostante le sue incertezze iniziali, decide di tornare il giorno dopo. In realtà (ammesso che si possa parlare di realtà) Nevermind non è la storia di una baby-sitter, né la storia di un cuoco che aspira al successo, e nemmeno la storia di un avvocato con una strana abitudine. Nevermind è tutte queste storie e molto di più.

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Eros Puglielli mette in scena la vita di personaggi bizzarri, ciascuno secondario nella storia dell’altro. I loro percorsi convergono e divergono in maniera del tutto imprevedibile. Quando la baby-sitter chiede spiegazioni alla vicina di casa questa le racconta tutto quello che sa, nei minimi dettagli. Poi si fa tardi e deve andare via ed è solo allora che si accorge che la storia appena raccontata non aveva nulla a che fare con ciò che voleva sapere. La vicina le aveva raccontato la storia di un’altra famiglia. Il film sembra fare esattamente questo: ci mostra un personaggio, crea interesse, ci fornisce un elemento di mistero che vorremmo approfondire. Poi lo mette da parte e ci narra la storia di un altro personaggio che non ha nulla a che fare con il primo e lo spettatore non può che rimanere spiazzato da una tale libertà narrativa.

Storie inverosimili che offrono trovate originali, divertenti, fuori dagli schemi, dietro le quali si cela un’indagine psicoanalitica. Tutti i personaggi sono alla ricerca di una spiegazione agli eventi che accadono. Tutti cercano di parlare con qualcuno che ascolti le loro vicende come in una seduta dallo psicologo. Una seduta catartica nelle intenzioni, ma destinata a non risolvere alcunché e che anzi complica ancora di più la situazione. Non troverete alcuna risposta semplice alle molte domande che questo film pone. “Pensi che spiegare spieghi tutto?” direbbe il Don Chisciotte di Terry Gilliam. Forse la vera soluzione è abbandonarsi all’assurdo senza porsi troppe domande e accogliere la realtà così come si presenta ai nostri occhi. Perché ogni tentativo di trovare il bandolo della matassa è vano e la ricerca di spiegazioni ci porta spesso ad esplorare una realtà labirintica priva di vie di uscita.

 

Regia: Eros Puglielli
Interpreti: Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti, Giulia Michelini, Massimo Poggio, Paolo Romano, Federica Di Martino
Distribuzione: Minerva Pictures
Durata: 115′
Origine: Italia 2018

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
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