Newsletter 13/1/2014
Storie del Cinema, omaggio a Jia Zangh-ke – WORKSHOP DI CRITICA CINEMATOGRAFICA – Golden Globe 2014 – SOUNDTRACKS – The Immigrant – Paolo Virzì – Judd Apatow – Darren Aronofsky – Sono Sion – Pippo Delbono
TORNANO GLI APPUNTAMENTI APERTI A TUTTI DI SENTIERI SELVAGGI
venerdì 17 gennaio, ore 20.30 STORIE DEL CINEMA
(Be Kind) Rewind
Lezione di Pietro Masciullo
WORKSHOP DI CRITICA CINEMATOGRAFICA
a cura della redazione di Sentieri selvaggi
PROSSIMA EDIZIONE: 1 e 2 febbraio 2014
Cosa vuol dire oggi frequentare l’esercizio della critica? E’ un atto maggiormente “critico” scrivere una recensione sul proprio blog, o scegliere di scaricare dalla rete un film mai distribuito in sala? Ha ancora senso riuscire a scrivere/pubblicare un saggio? Cosa deve saper “fare” un critico oltre alla scrittura, soprattutto dove ha bisogno di rivolgere oggi il proprio sguardo? E ancora: dove può ancora riuscire a indirizzare lo sguardo degli altri?
Finalmente, dopo 13 anni dal primo Corso “Scrivere sul cinema” di Sentieri selvaggi, anche la Critica Cinematografica diviene oggetto di un workshop full immersion, breve ma intenso e fulminante, a cura della redazione di Sentieri selvaggi.
LO STRUMENTO DELLA VOCE
18 e 19 gennaio
MUSICA PER IMMAGINI
25 e 26 gennaio
DOCUMENTARIO
8 e 9 febbraio
SCRIVERE PER LA TV
15 e 16 febbraio
FINAL CUT
15 e 16 febbraio
AVID MEDIA COMPOSER
22 e 23 febbraio
Selezione di articoli da www.sentieriselvaggi.it
Golden Globe 2014 – Trionfano American Hustle e 12 anni schiavo
Assegnati i Golden Globe 2014 e le previsioni sono state abbastanza rispettate. Trionfano American Hustle come Musical/Commedia e 12 anni schiavo come Film Drammatico. Miglior Regista Alfonso Cuaron, vincono come attori Di Caprio, McConaughey, Blanchett e Adams. E poi La grande Bellezza come Film Straniero. Ecco tutti premi.
SOUNDTRACKS – The Immigrant di James Gray
Gray, coadiuvato dalla rinnovata consulenza musicale di Chris Spelman, omaggia, come già accennato nel precedente Two Lovers, il melodramma e l'opera lirica. Da Puccini a Wagner passando per Caruso e Gounod, le partiture musicali dei grandi compositori del secolo passato sono la chiave per penetrare le emozioni contrastanti dei protagonisti, tra richiami letterari e artistici
Verso il melodramma e il thriller. Paolo Virzì racconta il suo 'capitale umano'
Il cineasta livornese non parla solo del suo ultimo film Il capitale umano. Si sofferma su cosa è diventata l'Italia di oggi e sul fatto che non si sia scommesso sulla cultura, sulla figlia che dopo la laurea è andata in Danimarca. E tra i riferimenti, più che Von Trier per la scansione in capitoli, pensa a Chabrol, Mendes, Ang Lee o i Coen. Intanto i distributori francesi pensano di proporlo a Cannes
DVD – Questi sono i 40, di Judd Apatow
Lo spin-off di Molto Incinta spicca per l'umorismo grazie ai ritrovati Debbie (Leslie Mann) e Pett (Paul Rudd) che intenti a 'giocare' con la crisi di mezza età deridono cliché, sapientemente destrutturati. Arriva l'edizione DVD distribuita da Universal Pictures in cui, nonostante la buona compressione, la lunghezza del minutaggio non ha consentito l'inserimento di Extra
Il trailer italiano di Noah, nuovo film di Darren Aronofsky
Ecco il trailer italiano dell'atteso kolossal biblico Noah, ritorno alla regia per Darren Aronofsky dopo il successo de Il Cigno Nero. Tratto ovviamente dall'Antico Testamento, il film ha un budget stimato intorno ai 130 milioni di dollari e vanta un ricco cast (Jennifer Connely, Anthony Hopkins, Emma Watson) capeggiato da Russell Crowe nei panni del patriarca Noè. Il film uscirà in Italia nel prossimo aprile
LIBRI DI CINEMA – “Il signore del caos. Sono Sion”, a cura di Dario Tomasi e Franco Picollo
Nata con l’idea di recuperare “un cinema contemporaneo marginalizzato dal Mercato”, Uzak Caratteri Mobili pubblica questo agile volume dedicato alla figura di Sono Sion, proteiforme film-maker giapponese fra i più prolifici ed interessanti della New Wave nipponica. Che in Italia non ha ancora trovato adeguata distribuzione
Sangue, di Pippo Delbono
Va oltre il cinema Pippo Delbono. O nelle zone dove la scrittura, l'analisi critica non possono arrivare in un diario privato completamente aperto, a nudo, in cui il vissuto personale scorre parallelamente a quello dell'ex leader delle Brigate Rosse Giovanni Senzani. Se potesse, farebbe vedere anche il proprio cuore insieme agli occhi, i piedi, le mani
2 giorni a New York, di Julie Delpy
Tra famiglie allargate, America obamiana e irriverenza francese, il sequel del grazioso 2 giorni a Parigi mostra i limiti della formula e dello sguardo della Delpy, troppo prigioniera dello stereotipo della parigina nevrotica. Una fiera di idiosincrasie che aspira alla leggerezza del primo Allen ma risulta banale quasi quanto uno scatto Instagram
Sapore di te, di Carlo Vanzina
Sapore di te ha l’onore (e l’onere) di chiudere una storia di successo cominciata con Sapore di mare. Credendo che basti riproporre, senza alcun aggiornamento, lo stesso canovaccio del 1983, però i Vanzina regalano al loro pubblico un film inoffensivo e ingenuo che difficilmente farà presa su un pubblico giovane, impressionato dagli effetti speciali comici di Checco Zalone
Disconnect, di Henry Alex Rubin
Uno spazio cinematografico dove lo sguardo vira di continuo, cercando di raccontare oltre ai microcosmi fragili e incerti del presente, il paesaggio umano che si estende e vibra fuoricampo. Oltre lo schermo/specchio perennemente connesso al web. Il regista ha imparato molto bene da Altman, Haggis e P.T. Anderson e realizza uno dei più interessanti film indipendenti sullo smarrimento della 'virtual life'
Il grande match, di Peter Segal
Il vero match del film lo combatte lo spaesato De Niro contro gli stilemi stalloniani del film di rivalsa senile, qui tutti presenti in una brillante riproposizione di quello che va assumendo col tempo sempre di più l'aspetto di un vero e proprio filone hollywoodiano. Sly fa il suo film, col passo dolente che sempre gli ameremo, e quell'umanità straripante con cui disegna la sua epica del quotidiano
Il capitale umano, di Paolo Virzì
Adattando il romanzo omonimo di Stephen Amidon, tra finanza tossica e risvolti noir, Paolo Virzì s’incunea nelle mille sfumature di nero della ricchissima borghesia italiana in tempo di “crisi”. Il regista livornese maneggia generi e stilemi classici con una padronanza registica ormai collaudata e – seppur con qualche evitabile meccanicità – vince la sua scommessa più ambiziosa
Ninotchka di Ernst Lubitsch
Rivedere Ninotchka in sala è un’esperienza particolare, un’esperienza di godimento, anzitutto. Godimento di un tempo e uno spazio cinematografici dove corpo, gesto e parola disegnano un mondo, in un continuo cambiamento di stato, in un continuo gioco del travestimento e del nascondimento, in un continuo flusso che per Lubitsch era al tempo stesso il cinema e la vita. Dal 6 gennaio al cinema