Newsletter 16/2/2008

 

BERLINALE 58 – Caos calmo – Il petroliere – Guerra a STORIE DEL CINEMA – Michel Gondry – Julian Schnabel – Mike Nichols – Roy Scheider

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L'ARTICOLO DELLA  SETTIMANA

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Caos calmo”, di Antonello Grimaldi

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Caos Calmo

 E’ questo smarrimento dei sensi, questo “dolce domani” dei ricordi, del passato da cancellare con un clic (come con delle mail), questo presente immobile che ostinatamente rifiutiamo di accettare, perché siamo esseri che devono avere un progetto, un destino (da compiere), insomma è questa lucida caoticità del vivere che ci permette di amare anche quello che, con occhi più attenti, saremmo pronti a disprezzare. Un cinema fatto di corpi, come quello di Nanni Moretti, che sanno essere cinema, come quei meravigliosi film con Kevin Costner, che ci raccontano di un cinema italiano possibile, fatto anche di errori madornali ed evitabili, ok, ma che hanno dentro una sincerità, un’energia, una passione assoluta GALLERIA FOTOGRAFICA – VIDEO: Nanni Moretti presenta "Caos Calmo"IL TRAILER DEL FILM

 

58a BERLINALE

Tutte le corrispondenze dei nostri inviati al Festival

L'Orso d'Oro della 58° Berlinale va a "Tropa de elite"  Il film del brasiliano José Padilha ottiene il massimo riconoscimento della 58° Berlinale

BERLINALE 58 – “Tropa de elite”, di José Padilha (Concorso)

Tropa de elite, presentato nel Concorso Ufficiale della 58. Berlinale, prende le mosse da quella City of God ritratta da Meirelles, la Rio delle favelas per intenderci, e prova a raccontare i retroscena della guerra tra la polizia e i suoi reparti speciali, la Tropa de elite del titolo, e le gang di spacciatori. José Padilha prova a raccontare la quotidiana banalità dell'orrore ma alla fine, però, svanito quell'effetto stordente del primo impatto, ciò che rimane è un cinema annichilito ed annullato dalla propria missione sociale.
E Meirelles rimane soltanto un vago ricordo…

BERLINALE 58 – “Ho sempre adorato, nel fantasticare, poter controllare la citta’…”. Incontro con Michel Gondry

gondryL’autore francese, gia’ famosissimo regista di videoclip e ormai nuovo idolo dei festival cinematografici, si presenta a Berlino, Fuori Concorso, con Be Kind Rewind. E’ la storia di un uomo che, nel tentativo di sabotare una centrale elettrica, si ritrova con il cervello magnetizzato. Il campo magnetico così creato cancella tutte le videocassette del videonoleggio di un suo amico e, per non deludere i pochi clienti, i due si vedono costretti a rigirare tutti i classici

BERLINALE 58 – “Be Kind Rewind”, di Michel Gondry (Fuori concorso)

Come una favola realistica di Frank Capra, come l’illusionismo scenico artigianale e pioneristico di Méliès; il cinema di Michel Gondry ripensa e reinventa se stesso raggiungendo sempre di più una purezza visionaria assoluta, risultato di un flusso di pensiero inarrestabile e di una grandiosa creatività. Ma sa anche essere malinconico e sognante. Con un Jack Black inarrestabile

BERLINALE 58 – “Quando ho pensato al film, tanto tempo fa, mancava ancora l′ammissione di colpa dei sovietici…”. Incontro con Andrzej Wajda

Torna, dopo cinque anni, il regista polacco, con un film sulla storia del suo Paese. Ispirato agli scritti di Wlodzimierz Odojewski, il quale ha collaborato anche alla sceneggiatura. Il film racconta di un tragico episodio della Seconda Guerra Mondiale, nella foresta di Katyn, in cui hanno perso la vita ventiduemila soldati polacchi, per mano dell′Armata Rossa.  Oltre il regista, presente anche l′attrice Maja Ostaszewska 


 

 
 
“Il petroliere”, di Paul Thomas Anderson

Il rosso e il nero, il sangue sul petrolio, l’archetipo della conquista ribaltato dal solito Paul Thomas Anderson nel segno di un’America posta di fronte al monolito rigenerativo e assassino… Non un capolavoro, ma un film assoluto: Stroheim, Kubrick, Welles… Con un Daniel Day-Lewis strepitoso. Grande successo al festival di Berlino dove è stato presentato in concorso

 
“Away from Her – Lontano da lei”, di Sarah Polley

La Polley dirige il suo primo lungometraggio con la protezione di Atom Egoyan e del suo sguardo su un mondo di neve, immaginandolo come una registrazione di segni che si dileguano, mentre qualcuno che è stato speaker delle partite di hockey sul ghiaccio per tutta la vita fa una cronaca minuziosa, a imitazione di quelle sportive, del cuore di Grant che si spezza, incapace di riempire la memoria di Fiona con la sua. In concorso al 25° Torino Film Festival

 
“Lo scafandro e la farfalla”, di Julian Schnabel

Dopo Mare dentro, un altro dolore in soggettiva in cui Schnabel materializza la vista e riproduce i pensieri del protagonista col mondo esterno. Alla fine però il film risulta ricattatorio e umanamente disonesto nel modo in cui gioca con le facili emozioni e alla fine il risultato è solo quello di togliere vitalità alla figura di Bauby. Presentato in concorso al 60° Festival di Cannes

 
Iperbole di un’avventura studiata a tavolino, nei salotti raffinati di un’America che vive la politica come espressione dell’oggi. Dialoghi serrati, una sceneggiatura calibrata nei minimi particolari, personaggi carismatici capaci di assumere su di sé il ritmo discontinuo del film. Nichols è tenace nel cercare la via della centralità, nell’adottare un punto di vista falso, o meglio, falsato dalla politica superficiale e distratta.
 
“Non c’è più niente da fare”, di Emanuele Barresi 
Ispirato a un’omonima canzone di Bobby Solo, il regista nel suo film non riesce neanche a dare vero spessore ai personaggi, che risultano delle macchiette. Si ha quindi l’impressione di assistere a qualcosa di alquanto inutile: gag che non decollano, per lo più fondate sull’irritante convinzione che la “toscanità” sia sempre comica, situazioni poco convincenti e molto incoerenti
 
“30 giorni di buio”, di David Slade 
Storyboard – fumetto – film. Un gruppo di vampiri feroci assedia un paesotto dell’Alaska mentre il sole latita per un intero mese: un’occasione ghiotta per nutrirsi. Film passatempo, horror western (anzi, “northern”…), che non si dilunga in dettagli e va dritto al sodo.
 
“Un destino inappellabile: essere anche regista di questa mia storia”. Intervista a Silvio Muccino.

Parla Silvio Muccino del suo ultimo lavoro, che lo vede allo stesso tempo nelle vesti di attore, regista e sceneggiatore. Dal libro omonimo scritto con Carla Vangelista il giovane attore romano racconta l'evolversi del suo progetto, soffermandosi su quei film che lo hanno segnato e da cui ha tratto ispirazione.

 
Roy Scheider, un pugile contro un gigantesco squalo bianco

Aveva quella fisionomia tipica da duro, un volto un po' alla Bogart, faccia da poliziotto come nei film classici avvolti da nuvole di fumo, perfetto per le ambigue atmosfere horror, senza disdegnare il western, costretto poi a inoltrarsi al largo, nonostante la paura dell'acqua (così voleva il copione di Steven Spielberg), a caccia dello squalo bianco, terrore del mare. L'attore 75enne è morto in Arkansas. Aveva recitato per Spielberg, Friedkin, Badham, Pakula e Fosse. Un articolo di Silvana Silvestri da il manifesto. GALLERIA FOTOGRAFICA – VIDEO

 
 
Box Office USA: Fool's Gold in testa, ma la star è ancora Hannah Montana 
Dopo aver dominato il week-end precedente, il ciclone Hannah Montana si è ritirato al terzo posto, pur conservando una media per sala doppia rispetto a Fool’s Gold, il miglior incasso di un week-end senza grandi uscite. Welcome Home Roscoe Jenkins, commedia con il frontman afroamericano Martin Lawrence, si prende il secondo posto, mentre continuano a calare inesorabilmente gli incassi di Rambo.
 
Box Office Italia: Caos calmo, come previsto 
Da un best-seller all’altro, il cinema italiano si da la staffetta in vetta alla classifica: Scusa ma ti chiamo amore abdica in favore di Caos calmo, che vince il week-end con un milione e mezzo di euro, staccando di poco Asterix alle olimpiadi. Hollywood resta al palo: 30 giorni di buio non arriva nemmeno sul podio, e per La guerra di Charlie Wilson c’è solo il sesto posto.
 
DVD – “Natale al campo 119”, di Pietro Francisci 
La guerra è terminata, ma in un campo di prigionia statunitense alcuni prigionieri italiani aspettano ancora di essere liberati e trascorrono il Natale rievocando nostalgicamente, anche grazie ad un grammofono e ad una collezione di canzoni popolari italiane donati dal comandante del campo, le loro città e la loro vita prima della guerra. Da Ripley’s Home Video
DVD – "Ripple effect" di Philippe Caland 
La DNC propone in dvd un film dove regna lo stereotipo. Il regista, dopo una buona prima parte, nella seconda mette troppa carne al fuoco e si perde nei cliché. Ottima come sempre l’interpretazione di Forest Whitaker.
DVD – “Che la festa cominci…”, di Bertrand Tavernier Tavernier penetra con una straordinaria profondità nell’abisso interiore dei suoi personaggi e, in un andamento che muta continuamente tono e forma e dove la tragicità della vita si confonde con il ridicolo e l’assurdo, disegna un’epoca di transizione, che vive impotente la morte di un mondo e si proietta smarrita verso un’era ancora non iniziata. Da RHV
DVD – "Fearless" di Ronny Yu Il ritorno alle arti marziali cinesi del divo Jet Li, patrocinato alla regia dal veterano hongkonghese Ronny Yu, è un nostalgico déjà-vu che rielabora i canoni del gongfupian secondo un’ottica gradita al nuovo cinema mainlander di Pechino. Risultato finale piacevole, anche se non brilla per originalità. In dvd per 01.
 

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STORIE DEL CINEMA al Detour via Urbana 47/A

lunedi 18 febbraio –  GUERRA

“Il cinema è in guerra”; il conflitto nelle e tra le immagini. 
 ore 20.15 lezione di DANIELE DOTTORINI
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I FILM IN SALA – Le novità al cinema dal 14 febbraio

In uscita questa settimana Away From Her – Lontano da lei di Sarah Polley, Il petroliere di Paul Thomas Anderson, Lo Scafandro e la Farfalla di Julian Schnabel, Parlami d’amore di Silvio Muccino 

FILM IN TV – Dal 17 al 23 febbraio tutti i film sui Network nazionali 
Questa settimana: Tigerland, Un pilota ritorna, Stealth – Arma suprema, Il guru, L'esorcista, Al vertice della tensione, Brother… A Fuori Orario sabato 23 febbraio da non perdere Porci, geishe e marinai e Desiderio inappagato di S. Imamura


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 UN CORSO E UNA RASSEGNA AD AREZZO

 

Le relazioni pericolose

 


 
NEWS
Secondo premio, dopo il FIPRESCI, per il messicano Fernando Eimbcke

Il film del brasiliano José Padilha ottiene il massimo riconoscimento della 58° Berlinale

Premiato Asyl – Park and Love Hotel

Premiati l'attore Reza Najie e l'attrice Sally Hawkins 

Vince Wang Xiaoshuai, anche sceneggiatore del film oltre che regista

Premiati i film a tematica omosessuale

Assegnati i premi dell´Organizzazione Internazionale delle Chiese Cattoliche e Protestanti 

Accreditati, film, pubblico e…prossima edizione

Vince l'australiano The Black Balloon di Elissa Down

Il messicano Lake Tahoe miglior film del concorso

Sono stati assegnati i primi premi di questa edizione. Si comincia naturalmente dalle sezioni "minori" 

Sostanzialmente il festival si conclude oggi. I possibili vincitori sembrano ben delineati…

Dalle 18.15 il Red Carpet fino alla conferenza stampa delle 20.45

La pop star ha confessato di voler far uscire il suo film, Filth and Wisdow, in rete 

Le due attrici oggi presentano il film, in anteprima mondiale, The Other Boleyn Girl

Nuove soluzioni per le sponsorizzazioni nelle sale

Si fa gia´qualche nome come possiblie vincitore di questa edizione

del film Feurherz, dell'italiano Luigi Falorni

Il secondo film in concorso di un regista italiano accolto con freddezza dalla stampa

autore di film come L'arpa birmana e Fuochi nella pianura, aveva 92 anni

Il film di Antonello Grimaldi ha avuto un'ottima accoglienza alla proiezione del pubblico.

di Simone Emiliani 

Verdetto clamoroso che nega il massimo riconoscimento a Paul Thomas Anderson. Totalmente a bocca asciutta Caos calmo di Grimaldi, Night and Day di Hong Sangsoo e Sparrow di Johnnie To. Negato anche il premio alla magistrale prova di Daniel Day-Lewis mentre pienamente meritato è quello a Sally Hawkins per Happy Go-Lucky di Mike Leigh –

Tutte le corrispondenze dei nostri inviati al Festival

E’ un verdetto a sorpresa. Ad essere generosi, discutibile. Ad essere onesti, ingiusto, quasi scandaloso. Tropa de elite, il film del brasiliano José Padilha, ha vinto l’Orso d’Oro della 58° Berlinale. Restano così a mani vuote There Will Be Blood di Paul Thomas Anderson che si deve accontentare dell’Orso d’Argento per la miglior regia e Happy Go-Lucky di Mike Leigh che ha visto premiata soltanto l’interprete femminile, la bravissima Sally Hawkins. Niente premi all’Italia per Caos calmo di Antonello Grimaldi e Feuerherz di Luigi Falorni.

Le voci alla vigilia si rincorrevano in maniera confusa, ma sembrava sin dall’inizio che nessuno potesse togliere il massimo riconoscimento al film di Paul Thomas Anderson. Ci si poteva anche attendere una sorpresa ‘nazionale’, come quella all’irritante Kirschblüten – Hanami, di Doris Dörrie

C’è da dire che il livello del concorso di questa edizione è stato complessivamente medio tendente verso il basso. Però non sono mancati i film che potevano essere premiati. L’edizione del 2008 poteva essere l’anno giusto per il riconoscimento di un grande cineasta come il coreano Hong Sangsoo con il suo immenso Night and Day e poteva essere anche un’occasione per i nostri distributori di farlo conoscere in Italia. Clamorosa anche l’esclusione dai premi finali del bellissimo Sparrow di Johnnie To, un perfetto teorema geometrico del cinema d’azione con frammenti quasi musical da brividi e dell’ottimo Kabei del giapponese Yoji Yamada.

La giuria presieduta da Costa-Gavras ha invece deciso di scegliere il cinema d’impegno civile con un occhio anche alla dimensione spettacolare, privilegiando, come è già avvenuto in passato, un cinema di contenuti. Di Tropa de elite pensiamo che ci dimenticheremo abbastanza presto. Lascia anche piuttosto sconcertati il premio per il miglior attore.  Nessuno nega l’indubbia bravura a Reza Najie, vincitore per The Song of Sparrows dell’iraniano Majid Majidi. Ma negare il premio a un mostruoso Daniel Day-Lewis (sulla stampa tedesca qui a Berlino, dopo la proiezione del film di Anderson, c’è chi ha parlato addirittura di prova epocale da parte dell’attore) ma anche a Nanni Moretti per Caos calmo appare quantomeno un’altra forzatura di questo verdetto. L’unica decisione che ci trova d’accordo è quella, oltre al premio per la miglior attrice, di assegnare il Gran Premio della giuria a Standard Operating Procedure di un ottimo documentarista come Errol Morris. Per il resto, restiamo a notevole distanza dai premi di questa 58a Berlinale.

 

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