"Nine", di Rob Marshall

Nine di Rob MarshallC’è più Chicago che Fellini nell’ultima pellicola di Rob Marshall. Alla ricchezza delle interpretazioni si contrappone un elemento che appare vetusto, pur senza arrivare allo straniamento: il fascino del “cinema italiano”. E Marshall conferma il suo dna da maestro di cerimonie dell'immaginazione e della struttura
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Nine di Rob MarshallC’è più Chicago che Fellini nell’ultima pellicola di Rob Marshall, ufficialmente remake di Otto e mezzo. Il regista Guido Contini (Daniel Day-Lewis), bello e spregiudicato, affronta una situazione di stallo in cui alla fama dei suoi film precedenti si contrappone una crisi creativa totale. Il set del suo prossimo film è già allestito, ma lui non ha scritto ancora una parola della sceneggiatura. Proprio come la Roxy di Chicago, Guido possiede un ego mostruosamente spropositato: va in scena l'autobiografismo dell'arte. In parallelo con la precedente pellicola, Guido sembra l’alter ego di Marshall, perché vede il mondo attraverso gli occhi del musical: le situazioni reali, la sua immaginazione, il passato prendono la forma di coreografie e canzoni. Marshall sembra allo stesso tempo cercare di contenere questa esplosione personale, un tentativo visibile nel modo in cui Daniel Day-Lewis appare quasi sottotono, schiacciato, nei momenti in cui si confronta con gli altri personaggi, ovvero le donne che lo circondano. Penélope Cruz, Kate Hudson, e soprattutto Marion Cotillard regalano al film interpretazioni commoventi e mozzafiato, Judy Dench conferma il suo ormai riconosciuto talento, Nicole Kidman appare sempre più compresa in una dimensione di plastica che Nine mette in evidenza ora ironicamente, ora drammaticamente. A questa ricchezza si contrappone un elemento che stona, che appare vetusto senza arrivare però a un effetto di straniamento: l’insistenza sul fascino e l’altezza del cinema italiano, dello “stile italiano”, presente sia nei dialoghi che in alcune scene, come il pezzo musicale intepretato da Kate Hudson, una giornalista di moda inesorabilmente sedotta da Guido. Forse è qui, in fondo, l’omaggio a quel passato cui Marshall sembra essersi così appassionato. Il suo dna da regista di musical, da maestro di cerimonie dell’immaginazione e della struttura, non trova comunque che una conferma in Nine

Titolo originale: id.
Regia: Rob Marshall
Interpreti: Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penélope Cruz, Judy Dench, Nicole Kidman, Kate Hudson, Sophia Loren
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 121'
Origine: USA, 2009

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    3 commenti

    • Michele Centini

      Arrivati al punto a cui siamo arrivati, ormai lo dico senza nessuna paura, senza nessun remore. Io ne ho le scatole piene. Avete per l'ennesima volta insultato Nicole Kidman. Se rispondessi secondo la legge dell'occhio per occhio dente per dente rispondere con un sonoro insulto, senza alcuna scusante. Invece no, e dirò semplicemente che voi di Sentieri Selvaggi (quelli che parlano male di Gomorra e Il Divo e che pensano che The happening di Shyamalan, regista che io per altro adoro nonostante gli ultimi film siano tutt'altro che esaltanti, sia una grande film) siete peggio di Filmcritica, rivista morta e sepolta secondo un modo di fare critica degno degli anni '40-'50. Voi credete di essere dei filosofi e filosofeggiate per nascondere la vostra pochezza intellettuale. Non si parla di plastica per Nicole Kidman. Io parlo a memoria di: To die for, The portrait of a lady, Eyes wide shut, Moulin rouge!, The others, Dogville. Tutte grandi performance da Diva. Come nessun altra.

    • "Filmcritica, rivista morta e sepolta secondo un modo di fare critica degno degli anni '40-'50…"??? Che bella idea di cinema si nasconde dietro degli insulti gratuti a una rivista che non solo ha fatto la storia del pensiero critico italiano, ma resta una delle poche finestre libere per guardare oltre un certo sguardo anestetizzato, oggi cosi' diffuso. Cari Sentieri essere accomunati a Filmcritica è un complimento, e tutto questo livore per attaccare una recensione, come al solito, scritta in modo delizioso da Annarita Guidi! Per chi sa leggere: "dimensione plastica" non è un insulto, ma una bella definizione di un corpo sempre più "gelido", che nei film segnalati dal mio precente commentatore la Kidman già evidenziava con inusitato splendore.<br />PS: basta con Gomorra e il Divo…saranno presto dimenticati, per fortuna!

    • Michele Centini

      E' proprio questo l'errore enorme che si fa: Gomorra e Il Divo non verranno dimenticati affatto, anzi, sono il sintomo dello sfacelo morale di un paese antidemocratico e piduista. <br />Riguardo a Filmcritica, ma parliamo della stessa rivista? Ma lei Filmcritica l'ha mai letto veramente? A parte che costa un patrimonio (8 euro), è un quaderno di appunti sul cinema, non ci sono neanche schede critiche e non parlano mai di TUTTI i film, ma solo di alcuni(grave peccato di snobismo). Anche Cineforum ha una lunga storia alle spalle, ma si è evoluta, graficamente e contenutisticamente. Quale sarebbe lo sguardo anestetizzato? Filmcritica non avrebbe neanche il coraggio di ammettere la vitalità e l'innovazione della nuova serialità televisiva. Cineforum è un rivista molto più organica. Segnocinema ovviamente è la migliore di tutte.