No Good Deed, di Liz Feldman
La dark comedy di Liz Feldman è un mix intrigante di suspense e umorismo dal ritmo serrato, ma il cui mistero purtroppo svanisce velocemente lasciando poco spazio alla fantasia

Cosa si nasconde davvero dietro le mura di una casa? Quali segreti inconfessabili si celano tra le ombre, pronti a essere svelati a qualsiasi costo?
La casa, da sempre, è il luogo ideale per dare sfogo a racconti violenti e avvincenti, ma anche il palcoscenico perfetto per dar vita a una commedia, dove le dinamiche familiari prendono vita. No Good Deed, la nuova dark comedy targata Netflix, incarna tutto questo. Liz Feldman prosegue sulla scia di Dead To Me, mescolando elementi di dramma, suspance e humor. Ma questa volta, con risultati meno convincenti.
Come accade sempre più spesso nelle serie tv comedy, non è un caso che siano stati riportati su schermo volti familiari al grande pubblico. Le star anni ‘90 Lisa Kudrow e Ray Romano interpretano rispettivamente Lydia e Paul Morgan, due coniugi che hanno deciso di vendere la villa in stile spagnolo risalente agli anni ‘20 per aprire un nuovo capitolo della loro vita. La dimora, mostrata da luci calde e avvolgenti, è ambita da molti. Specialmente da tre coppie speranzose del fatto che l’acquisto possa portare loro speranza e risolvere i problemi personali. Nel corso degli otto episodi conosciamo, dunque, le storie della coppia omosessuale Leslie e Sarah, dei neo sposati Carla e Dennis in attesa del primo figlio, e degli sfarzosi JD e Margo. A differenza dei protagonisti ben costruiti e credibili, le coppie appaiono secondarie pur fornendo di tanto in tanto degli spunti per sviluppare meglio la trama principale. Sono probabilmente JD e Margo i personaggi più riusciti, le cui vite si intrecciano maggiormente con i Morgan.
Tutte le coppie sono ignare del fatto che i proprietari della villa spiano ciò che dicono e fanno e viene rappresentato dal costante uso di telefoni che torna più volte nel corso della serie, diventando un portale attraverso il quale entrare nelle case e nelle vite degli altri. Dalle indagini, alle chiamate, fino alle ricerche dei sintomi di Dennis che crede di morire da un momento all’altro. Feldman sembra fare riferimento così a una tecnologia contemporanea sempre più imperante, strumento utile ma che allo stesso tempo mette in pericolo la nostra privacy.
I tre contendenti della casa riversano i loro problemi sui protagonisti, i quali mostrano una crescita e un’apertura con il mondo esterno mentre le coppie rimangono non solo sulla superficie ma sembrano incapaci di evolversi, perseverando con le continue bugie. L’unica coppia che emerge in positivo è quella di Leslie e Sarah, e non è una coincidenza il fatto che saranno loro le future proprietarie della villa. Quella stessa villa che Lydia era inizialmente restia a vendere, poiché le ricordava tragicamente la morte del figlio. Ed è proprio qui che incontriamo la pecca principale di No Good Deed: il mistero attorno alla vicenda viene spiegato frettolosamente negli ultimi episodi, lasciando quell’amaro in bocca di insoddisfazione.
Un punto a favore è senza dubbio il ritmo serrato della serie, con una velocità e una suspense che Netflix sembra voler mantenere costantemente. Tuttavia, i flashback ridondanti e gli sting fin troppo abusati alla Desperate Housewives, contribuiscono a rendere il prodotto godibile ma di certo non memorabile.
Titolo originale: id.
Creata da: Liz Feldman
Interpreti: Lisa Kudrow, Ray Romano, Linda Cardellini, O.T. Fagbenle, Abbi Jacobson, Denis Leary, Poppy Liu, Teyonah Parris, Luke Wilson
Distribuzione: Netflix
Durata: 8 episodi tra i 30′ e 40′
Origine: Usa, 2024