"No problem", di Vincenzo Salemme

no problemNo problem, il nuovo film di Vincenzo Salemme, gioca con la realtà e la finzione, attraverso la sovrapposizione dei piani. Una certa originalità di partenza avrebbe preteso un maggiore sviluppo dei temi e dei personaggi. Si ha l’impressione che Salemme tenga tutto troppo sotto vuoto quasi che una scrittura più densa andasse a scapito della voluta leggerezza.

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no problemLa dichiarazione di intenti è precisa e Salemme la manifesta fin dalla prima sequenza. Senza cercare l’originalità (non potrebbe trovarla d’altronde in un campo così battuto come quello del rapporto tra finzione e realtà) insiste, invece, nella sovrapposizione dei piani sforzandosi, a volte con una certa efficacia, a fare comprendere, non soltanto il lato teatrale della vita, ma come la recita del quotidiano sia frequente e necessaria.

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Vincenzo Salemme consegna allo schermo questo suo nuovo lavoro che nasce dalla collaborazione con Ugo Chiti, con il quale aveva già scritto il suo precedente SMS-Sotto mentite spoglie.

Arturo Cremisi è un attore di fiction, non  particolarmente famoso, un attore ragazzino viziato e presuntuoso, è il suo rivale sul set. Nella vita reale una storia di solitudine infantile coinvolgerà Arturo che si troverà a recitare la parte del padre per rimettere ordine nella vita del piccolo Mirko suo fan. Il suo ignorantissimo agente Enrico (Sergio Rubini) e lo strampalato zio di Mirco (Giorgio Panariello) e la tentacolare madre (Anna Proclemer) accompagnano Arturo in questa avventura.

Una bella idea di partenza, visto che un cinema che ponga in rapporto diretto realtà e finzione è sempre benvenuto quando serve a scandagliare quell’oscuro territorio di confine in cui si confondono il vero e il falso ei piani si confondono a tal punto da produrre risultati inattesi. Dall’altra parte Salemme conduce questo gioco con i bambini, reiterando le fastidiose reazioni che furono già di De Sica nella famosa scaramuccia ai punti della scopa in I giocatori episodio di L’oro di Napoli, ma nel contempo personalizzandone i contenuti attraverso un sempre bonario e misurato atteggiamento che tende a comporre piuttosto che a dividere. In questo senso, un ulteriore contributo è dato dal finale felliniano che immagina l’(im)possibile futuro di questa composita famiglia.

No problem nasce da un’idea che – se pure originale non è – è poco frequentata al cinema e, peraltro, arricchita, ma senza enfasi, attraverso il discreto personaggio del bravo Panariello, di quella fantasia stralunata che Salemme corteggia e nella quale riesce a trovare la giusta misura, ebbene, un’idea del genere avrebbe meritato un maggiore sviluppo. I personaggi appaiono spesso solo accennati e se la qualità degli attori è molto alta è anche vero che alcuni di loro appaiono confinati in un ruolo eccessivamente superficiale, da pura maschera senza espressione. È il caso Iaia Forte e parzialmente del personaggio della Proclemer. Questo nuoce al progredire della storia che non sempre riesce a trovare il giusto ritmo tra le cesure narrative. Lo sviluppo non avrebbe certo significato l’abbandono di quella patina di leggerezza che caratterizza il film, non avrebbe significato altro che arricchire i toni del film e consolidarne le premesse. La regola non scritta della durata canonica del film divertente avrebbe potuto essere infranta per una volta a favore di un maggiore respiro narrativo e di una scrittura meno conformata strettamente al genere.

D’altra parte un maggiore coraggio produttivo avrebbe esaltato anche i pochi set esterni che restano asettici ed estranei e conferiscono al film quel tono di sotto vuoto che è smosso dall’aplomb napoletano di Salemme e dalla furia espressiva di Rubini.

 

Regia: Vincenzo Salemme

Interpreti: Vincenzo Salemme, Sergio Rubini, Giorgio Panariello, Iaia Forte, Anna Proclemer

Distribuzione: Medusa

Durata: 98’

Origine: Italia 2008

 

Il trailer italiano

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