Noir Casablanca, di Kamal Lazraq
Premio della Giuria a Un certain regard a Cannes76, ha una forma derivativa e ben costruita, che si poggia su intensità recitative di altissimo livello.
Noir Casablanca, Premio della Giuria nella sezione Un certain regard al Festival di Cannes del 2023, setta il tono fin dalle sua scena d’apertura. La ressa si sta posando attorno a due cani da combattimento, uno riverso a terra sanguinante e l’altro al guinzaglio, ma ancora su di giri. In una calda luce gialla ammorbidita dalla penombra, Dib soccorre il suo pitbull. Accusa il suo rivale di aver dopato il suo cane. Gli occhi sono lucidi. La tensione però si smorza. Carica il corpo esanime su una carriola. In macchina, lo porta a un anziano veterinario, ma non c’è più spazio per la speranza. Ecco, però, una prima significativa deviazione: andiamo dai protagonisti di questa storia. Hassan è un criminale di basso borgo di Casablanca, che cerca di tirare avanti con affari leciti e illeciti insieme a suo figlio Issam. Di tutt’altra pasta, il ragazzo non è attirato dalla criminalità, ma non può nulla davanti all’insistenza del padre. Il quale lavora per Dib, in cerca di vendetta per la morte del suo cane.
In questo momento si innesca il viaggio nella notte del film e dei suoi personaggi, che mantiene più o meno le modalità di messa in scena delineate in questo inizio movimentato eppur trattenuto, carico di tensione sopita. È una storia di rancore Noir Casablanca, quello tra due boss della piccola criminalità della città marocchina, ma soprattutto tra Hassan e suo figlio Issam. Infatti, il padre costringe il figlio riluttante ad accompagnarlo nell’incarico assegnatogli da Dib. Hassan prende in prestito un furgoncino per andare in una casa lontana. Si introducono in una casa e Hassan mette fuori gioco un uomo imponente. Lo imbavaglia e con l’aiuto del figlio lo caricano nel furgone. Il compito è riportarlo da Dib. Una volta giunti lì, c’è un problema. L’uomo è morto. Il boss è su tutte le furie e gli dice di liberarsi del cadavere.
A sorprendere in Noir Casablanca non è tanto la messa in scena, che esteticamente pesca dal cinema criminale delle periferie e del global cinema da festival, quanto l’intensità delle performance attoriali. Abdellatif Masstouri nel ruolo di Hassan e Ayoub Elaid in quello di Issam, ma anche gli altri personaggi secondari hanno un fascino pasoliniano sullo schermo, creando un effetto di realismo impattante. La scelta di Kamal Lazraq di insistere coi primi piani fa emergere gli innumerevoli lati emotivi sommersi nelle rughe, nelle espressioni degli attori che affrontano deviazioni sempre più impegnative. Eppure, si sa, che un viaggio non ha nulla a che fare con il raggiungimento della meta. Anche se il cadavere verrà fatto sparire, saranno riusciti Hassan e Issam a disfarsi del rancore che sta decomponendo il loro rapporto, l’uno incapace di accettare il punto di vista del figlio, l’altro cieco di fronte alla sofferenza e ai limiti di suo padre? La risposta si troverà nell’ultimo, teso sguardo dei protagonisti e nell’ultima inquadratura di Noir Casablanca, un mondo nel quale vige la legge del cane mangia cane.
Premio della giuria a Un certain regard al 76° Festival di Cannes
Titolo originale: Les meutes
Regia: Kamal Lazraq
Interpreti: Abdellatif Masstouri, Ayoub Elaid, Mohamed Hmimsa, Abdellah Lebkiri, Lahcen Zaimouzen, Salah Bensalah, Mohammed Kharbouchi
Distribuzione: Exit Media
Durata: 94′
Origine: Marocco, Francia, Belgio, Qatar 2023