Non dirmi che hai paura, di Yasemin Samdereli
Un’opera che, al di là del contesto specifico in cui si colloca, parla a tutti noi, ricordandoci l’importanza di abbattere le barriere fisiche, culturali e mentali che dividono il mondo
A tredici anni di distanza da Almanya – La mia famiglia va in Germania, Yasemin Samdereli torna dietro la macchina da presa con un’ulteriore opera che affronta con sensibilità e grande intensità narrativa il tema della migrazione. Basato sull’omonimo romanzo di Giuseppe Catozzella, vincitore del Premio Strega Giovani 2014, Non dirmi che hai paura racconta la vera e incredibile storia di Samia Yusuf Omar, una giovane ragazza somala che nel 2008, a soli 17 anni, ha rappresentato il suo paese ai Giochi Olimpici di Pechino. Un’impresa che va ben oltre lo sport: Samia corre senza velo, infrangendo non solo i limiti fisici, ma anche gli ostacoli culturali e le rigide imposizioni della società in cui viviamo. La sua corsa diventa così una metafora di resistenza, di speranza e di autodeterminazione.
Sin dalle prime inquadrature, Samdereli indentifica l’occhio dello spettatore con lo sguardo della protagonista Samia, offrendoci una prospettiva intima e coinvolgente. La regista adotta uno stile asciutto, diretto, privo di orpelli o sentimentalismi, scegliendo una narrazione che lascia parlare i fatti e le emozioni attraverso immagini essenziali e potenti. Non c’è spazio per facili moralismi o per retoriche dalla lacrima facile: la messa in scena è costruita con grande equilibrio, restituendo con autenticità la fatica, la speranza e la sofferenza che accompagnano il tortuoso viaggio della protagonista.
La passione di Samia per la corsa, che rappresenta la sua unica via di fuga da un’esistenza segnata dalla guerra civile, dalla povertà e dalle restrizioni imposte dagli estremisti islamici sono le motivazioni che permettono alla ragazza di affrontare quel drammatico viaggio attraverso il deserto e il Mediterraneo, una vera e propria odissea collettiva che accomuna milioni di migranti, raccontata anche da Matteo Garrone nel recente Io Capitano. Il sogno olimpico della giovane è la scintilla che innesca il racconto e l’esplorazione di tematiche decisamente più ampie, come la condizione femminile, l’oppressione dei più deboli e la ricerca di libertà.
Sorprende come Samdereli, nel corso del suo film, riesca a tratteggiare e costruire un quadro vivido e realistico della Somalia, un paese dilaniato da conflitti e ingiustizie, ma anche ricco di cultura, tradizioni e speranze. La regista preferisce non indugiare sui dettagli più cruenti o strazianti delle traversate migratorie ma nonostante questo, non nasconde mai il dramma vissuto giorno per giorno dalla protagonista. Non dirmi che hai paura è, a conti fatti, un’opera che colpisce per la sincerità e per la forza con cui racconta le ingiustizie che si ripetono nel corso della storia ma, allo stesso tempo, che riesce a celebrare il coraggio e la resilienza di chi lotta per i propri sogni. Anche per questo, Yasemin Samdereli ci regala un’opera che, al di là del contesto specifico in cui si colloca, parla a tutti noi, ricordandoci l’importanza di abbattere le barriere fisiche, culturali e mentali che dividono il mondo.
Regia: Yasemin Samdereli
Interpreti: llham Mohamed Osman, Ryan Noble, Fathia Mohamed Absie, Amina Omar, Armaan Haggio, Elmi Rashid Elmi, Waris Dirie, Fatah Ghedi, Mohamed Omar, Kaltuma Mohamed Abdi, Shukri Hassan
Distribuzione: Fandango
Durata: 102′
Origine: Italia, Germania, Belgio 2024