Non è vero ma ci credo, di Stefano Anselmi

Nunzio e Paolo in una commedia sulla moda del vegetarianismo, superficiale e traballante in questo e in altri aspetti del racconto

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Non è vero ma ci credo è il nome dell’italianissima commedia con interpreti Nunzio e Paolo nei panni di due personaggi di cui mantengono il nome. La sensazione durante la visione è però più che altro quella di è vero ma non voglio crederci: il film gira attorno alla figura di questi due mariti le cui mogli sono donne in affari, con una buona posizione lavorativa e indipendenti, loro invece sono dei “parassiti”, così come vengono definiti, vivono sulle spalle delle mogli intraprendendo a rotazione imprese commerciali sempre più fallimentari. Tutto questo finché non arriva l’ultimatum delle donne e loro decidono di aprirsi un ristorante vegetariano, una trovata commerciale per cavalcare l’onda, sempre più crescente, dei seguaci del vegetarianismo. Facile tracciare un parallelismo con l’operazione del film stesso, prodotto che gira attorno all’amore per gli animali, all’affezione che spesso si instaura con loro e su tutti i familiari cliché che si affiancano ad essi.

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Nel nostro “contraddittorio tempo” (così come lo definisce il regista Stefano Anselmi) in cui questi temi sono estremamente cari e affrontati da comici, attori e personaggi con un’importante visibilità mediatica, Nunzio e Paolo decidono di restare sull’aspetto più superficiale dell’intera questione, rendendo il messaggio quasi paradossalmente vano. Non perché la comicità non sia adatta ad affrontare queste tematiche (si veda tutta l’ultima campagna animalista di una star della comicità come Ricky Gervais, ad esempio), anzi, ma perché per farlo bisogna innanzitutto riuscire ad approntare un linguaggio in grado di mantenere la stessa anima urgente e contemporanea.

Quanto questo riesca poco a Non è vero ma ci credo è evidente anche solo dalla rappresentazione della donna e del suo ruolo nel nucleo familiare, che inizialmente può sembrare estremamente moderna, ma finisce per cadere nello stereotipo: le due donne sono infatti due persone esaurite e veniali, e anche se hanno innegabilmente ragione, i loro comportamenti appaiono frutto di uno squilibrio mentale, iniziando dalla moglie di Paolo che controlla l’oroscopo prima di ogni sua decisione, e che indossa occhiali da vista diversi in base al suo umore, e finendo con la moglie di Nunzio che soffre di bipolarismo.

 

 

Regia: Stefano Anselmi
Interpreti: Nunzio Fabrizio Rotondo, Paolo Vita, Maurizio Mattioli, Loredana Cannata, Elisa Di Eusanio, Micol Azzurro, Giulia Di Quilio, Maurizio Lombardi, Yari Gugliucci, Paolo Gattini, Yoon C. Joyce
Distribuzione:
Durata: 103′
Origine: Italia, 2018

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