“Non me lo dire”, di Vito Cea

Uccio De Santis, il simpatico protagonista del film, si è fatto prima conoscere con le barzellette sceneggiate del Mudù, andate in onda su Telenorba e apprezzate in quel contesto regionale, e adesso approda sul grande schermo. Eco sbiadita di Basilicata coast to coast, il film di Vito Cea non raggiunge mai un climax: parte in sordina, finisce in sordina e raramente strappa risate convinte. Non me lo dire ha qualche guizzo quando si emancipa dal vetusto umorismo sexy o da scenette da varietà, e quando attinge a una comicità più surreale

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Lello Morgese è un apprezzato comico pugliese, che riempie sempre le sale dei suoi spettacoli e solleva risate e applausi entusiastici. Quando la moglie lo lascia perché si sente trascurata, Lello perde l’ispirazione e decide di abbandonare la compagnia. Sarà il suo psicanalista a consigliargli la cura migliore: ritrovare grinta e fiducia andando a bussare alle porte dei suoi fan. Con due compagni di ventura, quindi, Lello inizia un viaggio attraverso la Puglia, affrontando vari imprevisti e imbattendosi in una fan bella e provocante.
Eco sbiadita di Basilicata coast to coast, il film di Vito Cea non raggiunge mai un climax: parte in sordina, finisce in sordina e raramente strappa risate convinte. Il successo che suscita Lello quasi non viene capito dallo spettatore reale, che si trova freddamente ad assistere a scene con sale gremite, alzata in piedi finale del pubblico estatico, fan che inneggiano a Lello e lo ascoltano con riverenza. Il tutto, però, non coadiuvato da una sceneggiatura brillante o da trovate che giustifichino tanta esaltazione. La mancanza d’ispirazione che coglie Lello sembra comune allo sceneggiatore del film. Gli spunti il più delle volte sono talmente collaudati da risultare banali: equivoci a sfondo sessuale che scandalizzano anziane impettite, mariti gelosi che gonfiano il petto col rivale impaurito, meridionali che sparano per difendere il proprio territorio. E, ovviamente, l’immancabile nota riflessiva finale, quasi a voler aggiungere una sfumatura grave in un film che di grave ha ben poco.

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La società Idea – Comunicazione e Spettacolo di Uccio De Santis, il simpatico protagonista del film, si è fatta prima conoscere con le barzellette sceneggiate del Mudù, andate in onda su Telenorba e apprezzate in quel contesto regionale, e adesso approda sul grande schermo. Dagli sketch sono stati pescati attori preparati, come Umberto Sardella e Mariolina De Fano, affiancati da interpreti dalla mimica facciale particolarissima, come Nando Paone. La loro recitazione ha conferito a Non me lo dire, anche quando imperniato su freddure più adatte a gag che a un film vero e proprio, una sobrietà gradevole e lontana dall’esasperato macchiettismo in cui troppo spesso scivola la nostra comicità. Quel gusto per l’esagerazione che qui si ritrova nelle scene a sfondo sensuale o sentimentale, senz’altro le più banali e grossolane.
Non me lo dire ha qualche guizzo quando si emancipa dal vetusto umorismo sexy o da scenette da varietà, e quando attinge a una comicità più surreale, come nell’episodio delle indicazioni stradali nonsense date da un vecchio bruciato dal sole, o nella caratterizzazione dello psicanalista nevrotico morbosamente attaccato alle sue barchette di carta.

Regia: Vito Cea
Interpreti: Uccio De Santis, Mia Benedetta, Aylin Prandi, Nando Paone, Umberto Sardella
Origine: Italia 2012
Distribuzione: Bolero Film
Durata: 90'

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