"Non mi considero un cineasta americano, ma un regista che fa i film per l'intero Pianeta Terra". – Video-incontro con Quentin Tarantino.

A tratti divertito e sorridente, in altri momenti serio e incisivo; comunque trasportato e loquace. Così Quentin Tarantino ha interagito in collegamento video da New York in occasione dell'uscita di "Kill Bill 2". Il prossimo Presidente della Giuria del Festival di Cannes ha nuovamente ed energicamente ribadito la sua grande passione per il cinema.

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Lei è consapevole del fatto di essere un regista di culto?

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Dopo Pulp Fiction mi sono accorto di avere dato vita ad un genere che non esisteva prima e che subito dopo ha generato moltissime pellicole che tentavano di imitare i miei dialoghi, il mio montaggio, l'utilizzo della musica, duplicando l'uso della violenza esagerata e della commedia. E' una cosa che mi ha regalato una grande emozione. E' un po' quello che è successo a Sergio Leone con altri registi che, però, come Sergio Corbucci io non considero degli imitatori, ma sullo stesso piano. Tra i registi che so di avere ispirato sicuramente quello che preferisco è Guy Ritchie. Lo considero un grande autore.


Quanto conta per lei l'amore per il cinema?


Moltissimo. E' fondamentale. Credo che i migliori registi siano quelli più appassionati e fanatici di cinema. Io stesso, proprio in virtù di questo grande amore universale per il cinema, non mi considero un cineasta americano, ma un regista che fa i film per l'intero Pianeta Terra.


Qual è la fascinazione che esercita su di lei l'immagine di una donna con la spada come Uma Thurman nei due Kill Bill?


Chiunque impugni una spada da samurai suscita una grande impressione. L'immagine della vendicatrice è decisamente fascinosa. Basta vedere un manifesto con Uma vestita da sposa che impugna la sua spada per avere voglia di andare al cinema immediatamente. E' vero, il cinema ha una lunga storia di donne guerriere e di vendicatrici. Credo che una donna con una spada dia un'immagine molto dinamica che fornisce un senso di potere. In Giappone un film di grande successo che è stato di ispirazione per Kill Bill risale a trenta anni fa: Lady Snowblood con Meiko Kaji che interpretava una donna samurai alla ricerca della propria vendetta. Anche a Hong Kong hanno una lunga tradizione di donne che usano la spada. Io sono un grande fan di questo tipo di film.

In questo senso qual'era l'idea alla base del duello tra le donne assassine interpretate da Uma Thurman e Daryl Hannah?


Per me il duello tra la Sposa e Elle Driver doveva essere epico: qualcosa di simile allo scontro di Godzilla contro Mothra che riescono quasi a distruggere Tokyo. Il loro confronto doveva risultare cinematograficamente come se avessero preso una pillola e fossero diventate alte come giganti e distruggessero un modellino di una città combattendo. Non potendo fare qualcosa del genere le ho rinchiuse in un Caravan dove tutto sembra ingrandito in virtù dello spazio. Ho tolto la musica, perché desideravo che l'unica colonna sonora fossero i gemiti di stupore del pubblico. Per me le bionde di questo film sono una razza a parte come i neri, i bianchi, gli ispanici, etc. etc. Soltanto che per me non sono nemmeno bianche e non si sopportano tra loro.


In Kill Bill si fa filosofia sui supereroi. Anche la Sposa rientra in questa categoria?


Tutto il film non è ambientato in questo universo, ma in uno parallelo. Un universo parallelo cinematografico o fumettistico. Anche in questo universo esistono delle leggi come nel nostro, che io ho seguito. Il monologo su 'La Sposa come Superman' che si vede nel film era diverso originariamente. Soltanto che mentre eravamo una sera a cena a Pechino con David Carradine durante le riprese mi è venuta in mente quell'analogia che, poi, ho voluto inserire in Kill Bill vol. 2.


Perché, alla fine, non ha più interpretato la parte del maestro?


Perché dopo avere impiegato quattro settimane per girare il duello tra Uma Thurman e Licy Liu sapevo di dovermi concentrare solo sulla regia. Il fatto di avere studiato tanto per i duelli è stato molto positivo: non credo che il film sarebbe riuscito così se non avessi conosciuto la tecnica di combattimento. Inoltre lavorare fianco a fianco con le attrici anche nell'allenamento è servito a conquistarmi il loro rispetto e la loro fiducia.


Anche in Kill Bill vol. 2 la colonna sonora gioca un ruolo molto importante. In che modo sceglie le canzoni?


E' vero, la musica è fondamentale per i miei film, perché già in fase di sceneggiatura mi serve per pensare al tono e al ritmo della narrazione. Quando arrivo sul set ho già il sessanta per cento della musica del film, mentre l'altro quaranta è ripartito equamente tra la lavorazione e la fase del montaggio.

Lei ha realizzato una versione particolare del film solo per il Giappone. Perché questa decisione?


Perché potevo imprimere una maggiore dose di violenza che il pubblico avrebbe potuto sostenere. In America e in Europa non ce l'avrebbe fatta, in Giappone sì. In più nell'edizione giapponese che, poi, forse farò distribuire qui e lì non si passa mai dal colore al bianco e nero.


Cosa pensa del cinema di Hong Kong di oggi? Lo trova cambiato rispetto a qualche decennio fa?


Il cinema segue delle ondate: oggi Hong Kong non produce film così interessanti come in passato, perché la maggior parte dei suoi registi e attori migliori si sono trasferiti negli USA. Nei primi anni Ottanta c'erano dei film australiani estremamente riusciti, oggi non più. In questo momento la Corea produce titoli molto interessanti. Anche il Giappone sta vivendo un vero e proprio 'rinascimento' grazie al lavoro di Takashi Miike. Del resto sono convinto che il cinema di Hong Kong presto o tardi si riprenderà.


Si dice che lei abbia il desiderio di girare un film di 007.


E' vero nel senso in cui, sebbene non mi attenda che possa capitare, è una cosa che mi piacerebbe molto. E' chiaro, non mi aspetto che i produttori mi contattino, ma io sarei comunque molto interessato a dirigere "Casino Royale" che pur essendo ispirato dal romanzo più bello di Ian Fleming è diventato un film stupido e pieno di farse un po' sceme. Trovo paradossale che il primo romanzo della serie, quello che ha fatto di Bond il personaggio che conosciamo non sia mai – di fatto – diventato un film di 007 come li conosciamo. Recentemente ho incontrato Pierce Brosnan e ne abbiamo parlato. Il problema è che l'idea dovrebbe partire dai produttori e io non credo che abbiano voglia di affidarmi un film del genere, perché sarebbe molto diverso dal tipo Il domani non muore mai. Sarebbe ambientato negli anni Sessanta, con un budget inferiore e non ci sarebbero tutti i gadget che sono oggi presenti nella serie. La mia speranza è che una volta tanto abbiano voglia di cambiare per fare una cosa più originale, economica e divertente, per, poi, tornare al solito stile.


Rispetto alla violenza Kill Bill, in confronto a La Passione di Cristo,  è un film moderato. Che ne pensa della controversa pellicola di Gibson.


Ha ragione. Considero il film di Mel Gibson un capolavoro assoluto dal grande afflato spirituale, ma anche estremamente violento. E' il film più violento che abbia mai visto. E glielo dico io che conosco a memoria tutti i film di Mario Bava e Dario Argento. Sotto il profilo visivo "La passione di Cristo" è il film che incarna la maggiore forza espressiva dai tempi del cinema muto.

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