"Oh Boy – Un caffè a Berlino", di Jan Ole Gerster


Attraverso gli occhi del giovane Niko, novello Ulisse, Jan Ole Gerster entra nell’intimità delle case e nei locali berlinesi, in punta di piedi e, prestando l’orecchio a una galleria di personaggi surreali, ricompone il mosaico di una realtà caotica, disorientata, che fatica a rimarginare le ferite storiche del paese e del proprio passato

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Seguendo la scia di un’irraggiungibile tazza di caffè fumante, Niko Fischer vaga per un giorno intero per le strade di Berlino perdendosi in una serie interminabile di incontri che svelano brandelli sempre diversi della città della sua vita emotiva. Come un novello Ulisse, Niko attraversa bar, teatri underground, improbabili set cinematografici e sofisticati campi da golf, che fanno da sfondo a personaggi confusi e tormentati, desiderosi di raccontarsi per alleviare i dolori il passato e dare un senso al presente. Lui è l’interlocutore prescelto, ascolta, accoglie le confessioni, asciuga loro le lacrime e, sulle note di un jazz malinconico, prosegue nella sua ricerca.

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Senza il potere di modificare la vita di nessuno, tantomeno la sua, Niko si limita a vestire i panni dell’angelo viaggiatore, che incrocia le vicende umane, e presta l’orecchio alle crisi profonde dei personaggi che incontra sul suo cammino, senza empatia e turbamento, con distacco. L’ estraneità e il disorientamento rispetto alla realtà sono preponderanti non solo in lui, perfetto specchio dell’uomo moderno, ma anche nei personaggi che per caso o per volontà entrano in contatto con lui, e poco importa se sono sconosciuti o componenti fondamentali della sua vita. Dall’incapacità di stringere una relazione duratura, all’impossibilità di realizzarsi nel lavoro e nella società, Niko incarna perfettamente l’incertezza e i turbamenti del contesto metropolitano in cui è immerso e l’incapacità di trovare una tazza di caffè coincide con l’incapacità di trovare la pace interiore.

Il viaggio metropolitano di Oh Boy non ha la pretesa di modificare la realtà, ma di scrutarla, aprendo il sipario sulla vita berlinese contemporanea di chi vive al margine della storia e della città. Attraverso gli occhi del giovane Niko, un giovane disoccupato ancora incerto sul proprio futuro, Jan Ole Gerster entra nell’intimità delle case e nei locali berlinesi, in punta di piedi e, prestando l’orecchio a una galleria di personaggi surreali, ricompone il mosaico di una realtà caotica, disorientata, che fatica a rimarginare le ferite storiche del paese e del proprio passato. 

In questa realtà frammentata e scomposta, la ricerca disperata di un caffè, che riporta Niko faccia a faccia con l’infanzia, con l’adolescenza e con il suo presente inconsistente e senza sbocchi, si trasforma nella ricerca di un’identità e di un posto nel mondo, che se non può ancora concludersi, può placarsi, almeno per qualche istante, solo nel silenzio di una caffetteria, in cui i pensieri sono liberi di fluire e di galleggiare in una calda tazza di caffè.

Titolo originale: Oh Boy
Regia: Jan Ole Gerster
Interpreti: Tom Schilling, Friederike Kempter, Marc Hosemann, Katharina Schüttler, Justus von Dohnanyi
Origine: Germania, 2012
Distribuzione: Academy 2
Durata: 83'

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