"Olé", di Carlo Vanzina

Quello di/dei Vanzina è ancora un cinema 'a spasso nello spazio', quasi un remake di "Vacanze in America" in Spagna, autenticamente popolare nei rimandi cinematografici e scatenato nel ritmo. C'è però dentro una malinconia che tocca direttamente, immediata, quasi spudorata dove si avvertono i segni delle 'ceneri del tempo' trascorso.

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Vacanze in Spagna. Per molti aspetti Olé può apparire quasi una specie di remake di Vacanze in America in cui ci sono ancora dei professori che portano in giro una classe all'estero. Dagli Stati Uniti e De Sica in Vacanze in America alla coppia Boldi/Salemme in Olé. Se nel film del 1984 c'era un viaggio sui luoghi del mito, in Olé invece il cinema dei Vanzina alimenta nuovamente quella mutazione del set che ha sempre caratterizzaato il suo/il loro cinema: Madrid, Toledo, Siviglia, Valencia, Ibiza, Formentera, Roma, Costa Smeralda, Cortina, Venezia, San Francisco.

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Al centro del film ci sono due insegnanti del liceo milanese "Giuseppe Verdi" che accompagnano una classe in gita scolastica in Spagna: Archimede Formigoni (Massimo Boldi), insegnante di matematica e Salvatore Rondinella detto Sasà (Vincenzo Salemme), docente di lettere. I due si detestano per una vecchia ruggine del passato, quando si erano contesi Margherita, l'insegnante di disegno. Archimede ne era perdutamente perdutamente innamorato. Sasà l'ha invece 'sedotta e abbandonata'. Una sera però, in un locale di flamenco, gli studenti italiani s''imbattono in una scolaresca composta da studentesse californiane, accompagnate anche da un'affascinante insegnante, Margaret Granger detta Maggie (Daryl Hannah). A quel punto la presenza della donna scatena nei due insegnanti una rivalità tenuta faticosamente repressa.


Quello di/dei Vanzina è ancora un cinema 'a spasso nello spazio', autenticamente popolare nel modo in cui i rimandi cinematografici (dalle commedie con Totò, a Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo fino alla citazione di Il laureato con Boldi al posto di Dustin Hoffman) sono pienamente riconoscibili. Olé si costruisce su un ritmo scatenato, di traiettorie impazzite, composto da gags puramente visive (i due insegnanti che si trovano coinvolti in una corsa clandestina dopo aver sniffato) e da una colonna sonora ricchissima che vede successi tra il passato e il presente, da We Are the Champions dei Queen  a No Controles, da Cuando calienta el sol a La camisa nera. In questo contesto c'è poi la presenza di Enzo Salvi nei panni di un parrucchiere coatto di Ostia in viaggio con Jennifer (Francesca Lodo), una manicure di origine sarda, che è anche il padre di uno degli alunni della "Giuseppe Verdi".


Olé possiede anche un potente lavoro visionario evidente non soltanto negli incubi di Archimede – irresistibile quello in cui si materializza Il barbiere di Siviglia – ma anche nei flashback del passato: l'incontro di Daryl Hannah con suo marito, la sofferenza sentimentale di Archimede dopo che il collega Sasà le ha soffiato la donna che amava. Da un certo punto di vista, ci sono ancora figure che si duplicano: il corpo di Boldi è insieme Archimede e, al tempo stesso, il marito defunto di Maggie. Al tempo stesso Boldi rivede in Margaret le tracce del passato, e cioè Margherita. Non è un caso che le due donne abbiano in pratica lo stesso nome (Margaret/Margherita), quindi la figura si ripropone quasi in modo hitchcockiano, quasi come una reincarnazione di La donna che visse due volte.


E' in questa insopprimibile malinconia verso il passato uno degli elementi più attraenti di Olé, una malinconia così dichiarata, quasi spudorata, che è di una sincerità disarmante. A/ai Vanzina riesce in pieno quel lavoro che a Verdone riesce solo in parte. Si avverte in Olé la presenza delle ceneri del tempo trascorso, un tempo che si vuole fermare a tutti i costi, cosa che è avvenuta recentemente anche nell'Ivan Reitman di La mia super ex-ragazza. Verdone quando si guarda allo specchio senza ammirarsi (si pensa agli ottimi Ma che colpa abbiamo noi e soprattutto L'amore è eterno finché dura) è capace di fare i conti con se stesso e con il proprio passato in maniera quasi crudele. Il cinema di/Dei Vanzina si rimette invece sempre in gioco, alimentandosi dal proprio cinema (senza nessuna autoreferenzialità) e da quello degli altri cineasti. Un cinema anche troppo immediato, che tocca direttamente da vicino, ed è per questo che appare irresistibile, scatenato, ma anche devastante.    


 


Regia: Carlo Vanzina


Interpreti: Massimo Boldi, Vincenzo Salemme, Daryl Hannah, Enzo Salvi, Natalia Estrada, Francesca Lodo, Armando De Razza, Brigitta Boccoli


Distribuzione: Medusa


Durata: 104'


Origine: Italia, 2006


 


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