Oltre la bufera, di Marco Cassini

Il film di Cassini percorre gli ultimi anni di vita di Don Giovanni Minzoni, ucciso a bastonate dai fascisti il 23 agosto 1923. Prossime proiezioni il 13 febbraio a Mesola, e il 24 a Faenza

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Oltre la bufera di Marco Cassini percorre gli ultimi anni di vita di Don Giovanni Minzoni, ucciso a bastonate dai fascisti nella notte del 23 agosto 1923. Minzoni morì consapevole che sarebbe accaduto, poco dopo aver scritto le sue ultime parole attendo la bufera, da cui il titolo del film. Il progetto, ideato dall’attore Stefano Muroni, che interpreta Don Minzoni, insieme alla moglie Valeria Luzi e al regista Marco Cassini alla sua seconda prova, ricorda stal’uomo che fu vittima di uno dei primi martiri dell’opposizione fascista, concentrandosi sulla figura di Minzoni come educatore, piuttosto che sul suo omicidio.
Tornato ad Argenta dopo aver combattuto alla grande guerra, Don Minzoni, stanco di assistere alla violenza, cerca di riorganizzare la vita sociale e le attività della comunità di socialisti.
Durante quel periodo andava affermandosi il regime fascista, che già ai suoi albori, prima della marcia su Roma, esercitava oppressioni su chi la pensava diversamente. Don Minzoni infatti ebbe il coraggio di opporsi al sistema fascista, di combattere per le sue idee e per il bene della comunità.
Il film ricorda come gli estremismi sfociano spesso in atti violenti. Il taglio registico, dai toni a tratti western, si focalizza, con dei frequenti fermo-immagine in bianco e nero, sulla sfida tra i due personaggi principali, come fosse un duello. La figura di Don Minzoni è contrapposta a quella di Augusto Maran (Piero Cardano), ex professore rancoroso e capo del gruppo fascista del paese. Augusto, anche lui di ritorno dalla trincea, vuole accaparrarsi con la forza il potere della cittadina, e intimidisce con l’oppressione, irrompendo più volte nella chiesa di Minzoni. Entrambi uomini che credono ciecamente ai propri ideali e che lottano uno per la giustizia e la libertà, l’altro per il potere, la supremazia.
Augusto, però, non è l’uomo forte e sicuro di sé che crede di essere, bensì un esaltato, privo di etica e incapace di gestire a dovere il suo gruppo di seguaci.
Minzoni non si lascia intimidire, nonostante le minacce, decide di continuare ad agire per il bene del paese. Mette su una cooperativa femminile, per consentire alle donne di lavorare, un gruppo teatrale e un gruppo scout, per coinvolgere i più giovani. Così poco a poco Minzoni riesce a diffondere i suoi insegnamenti e a conquistarsi la fiducia dell’intera comunità.
Le azioni del prete però divengono sempre più scomode per le camice nere, che non tollerano il suo potere d’istruire e di educare i cittadini secondo ideali che vanno contro quelli fascisti. Per dargli un avvertimento decidono di sorprenderlo e bastonarlo, durante quella notte di agosto in cui Don Minzoni fu assassinato.
Quella che doveva essere una minaccia si è poi trasformata nell’omicidio di uno dei primi uomini che lottava per ribellarsi all’istituzione fascista, ricordata da Cassini con un’opera che si inserisce nella tradizione italiana di “cinema civile”.

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Regia: Marco Cassini
Interpreti: Stefano Muroni, Piero Cardano, Enrica Pintore, Michela Ronci, Pio Stellaccio, Jordi Montenegro, Davide Paganini
Durata: 100′
Origine: Italia, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3.57 (7 voti)
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