OMAGGIO A ENRIQUE IRAZOQUI

Due giorni alla Cineteca di Bologna con il Cristo di Pier Paolo Pasolini. Dal 3 al 4 novembre

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OMAGGIO A ENRIQUE IRAZOQUI
Due giorni alla Cineteca di Bologna con il Cristo di Pier Paolo Pasolini
 
Sabato 3 novembre, Cinema Lumière, Sala Officinema/Mastroianni, ore 16
Il Vangelo secondo Matteo (Italia-Francia/1964) di Pier Paolo Pasolini
seguirà un incontro con Enrique Irazoqui
interverranno Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi
nell’occasione saranno mostrate fotografie inedite di Angelo Novi scattate sul set del Vangelo
 
Domenica 4 novembre, Cinema Lumière, Sala Officinema/Mastroianni, ore 16
Sopraluoghi in Palestina (Italia/1963) di Pier Paolo Pasolini
introdurrà la proiezione Enrique Irazoqui
interverranno Loris Lepri, Arianna Mazzeo, Luigi Virgolin
 
Nel 1964 Enrique Irazoqui era un giovanissimo studente venuto in Italia come rappresentante del sindacato universitario clandestino antifranchista di Barcellona per sollecitare importanti personalità italiane a recarsi in Spagna e sostenere pubblicamente la lotta contro la dittatura del Caudillo.
Incontrò fra gli altri Giorgio La Pira, Pietro Nenni e Vasco Pratolini. Mai avrebbe immaginato, in quel suo viaggio in Italia, che l’incontro con Pier Paolo Pasolini, che allora conosceva solamente come poeta, lo avrebbe portato ad interpretare il ruolo del Cristo in uno dei maggiori capolavori del cinema italiano. Irazoqui ha raccontato più volte di come Pasolini stesse in silenzio ad ascoltarlo, con molta attenzione, e di come si impegnò personalmente ad offrire il proprio sostegno alla sua lotta antifranchista. Forse fu quello slancio di militante marxista impegnato a far conoscere oltre i confini della Spagna le ragioni di una lotta antifascista a colpire Pasolini e indurlo a proporre al giovane ragazzo il ruolo di Gesù, predicatore di umana fratellanza. Allora Irazoqui aveva 19 anni e non aveva mai recitato in vita sua. “Gli dissi subito di no – ha dichiarato Irazoqui – che non mi interessava affatto, che avevo cose più serie da fare, la mia lotta per la fraternità universale, altro che film come a Hollywood con i suoi Cristi depilati e romantici”. Inoltre, Irazoqui veniva dalla Spagna franchista, dove la Chiesa cattolica era parte del sistema di potere. A convincerlo, però, furono alcuni amici di Pasolini, tra cui Elsa Morante, che divenne la sua più grande amica. Gli assicurarono che sarebbe stato un Gesù diverso, un film in chiave epico-lirica e nazional-popolare, nel senso gramsciano del termine. “A Gramsci – ama dichiarare Irazoqui – dissi di sì”. Quando racconta della sua esperienza sul set del Vangelo, Irazoqui non manca di ricordare l’approccio con cui Pasolini cercò di motivarlo come interprete di un ruolo così importante: “Pier Paolo aveva questa tecnica: portarci a elaborare un rapporto personale fra la nostra vita e la narrazione evangelica. Così per me i farisei erano la borghesia spagnola complice del franchismo, i soldati che arrestano Gesù la polizia politica”. Pasolini, quindi, ebbe così il suo Cristo, dopo aver pensato per quel ruolo al poeta russo Evgenij Evtušenko e ai simboli della beat generation Jack Kerouac ed Allen Ginsberg. Come è noto, Il Vangelo secondo Matteo vinse nel 1964, alla XXV Mostra di Venezia, il Premio Speciale della Giuria e il Premio Office Catholique International du Cinéma, così come ad Assisi ricevette il Gran Premio OCIC. Quello che forse è meno noto è che ad Enrique Irazoqui, tornato in Spagna, venne ritirato il passaporto perché aveva recitato in un film considerato di propaganda marxista, nonostante fosse stato insignito di ben due premi cattolici internazionali.
 
Oggi Enrique Irazoqui, 43 anni dopo il Vangelo di Pasolini, vive a Cadaquès, un borgo di pescatori, in Catalogna, dove ebbero casa artisti quali Salvador Dalí, Pablo Picasso, Joan Miró, Marcel Duchamp, John Cage. È padre di due figli e ha tre nipoti. Laureato in Economia e in Lettere, ha insegnato per anni letteratura spagnola, anche in università degli Stati Uniti. Non si è occupato più di cinema, ma rimane per cultura e affetto legatissimo all’esperienza cinematografica del Vangelo. Pasolini stesso, nel 1964, gli dedicò Vittoria, l’ultima lirica del libro Poesia in forma di rosa, anche se non lo chiamò per nome “per non inguaiarmi – racconta Irazoqui – con la polizia politica”. Ricorda ancora i primi versi: “Dove sono le armi? Io non conosco / che quelle della mia ragione: / e nella mia violenza non c’è posto // neanche per un’ombra di azione / non intellettuale (…)”. Ora che è in pensione dedica molto tempo a una sua antica passione, gli scacchi. Organizza, infatti, a Cadaquès, il torneo di scacchi tra computer più importante del mondo, fondato da lui stesso. È davvero raro, ormai, vederlo fuori dal suo paese. Gli incontri con il pubblico organizzati dalla Cineteca in due giornate che omaggiano colui che è stato il Cristo di Pasolini, sono quindi un grande regalo per la tutta città di Bologna.
 
 
Il programma dettagliato delle due giornate di omaggio ad Enrique Irazoqui.
 
Sabato 3 novembre, alle ore 16, nella Sala Officinema/Mastroianni del Cinema Lumière, verrà proiettato Il Vangelo secondo Matteo (Italia-Francia/1964) di Pier Paolo Pasolini, nella copia restaurata nel 2004 da Mediaset con il Centro Sperimentale di Cinematografia e in collaborazione con Compass Film.
Al termine della proiezione seguirà un incontro con lo stesso Enrique Irazoqui. Interverranno Marco Antonio Bazzocchi, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna e autore di diversi saggi dedicati all’opera di Pasolini e del recente I burattini filosofi. Pasolini dalla letteratura al cinema (Bruno Mondadori) e Roberto Chiesi, critico cinematografico e curatore del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini.
Nell’occasione saranno mostrate fotografie inedite di Angelo Novi scattate sul set del Vangelo secondo Matteo.
Importante fotografo di scena del cinema italiano, Angelo Novi è stato collaboratore di Pasolini (Mamma Roma, La ricotta, Il vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini, Teorema), di Bernardo Bertolucci (Il conformista, Ultimo tango a Parigi, Novecento), di Sergio Leone (Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa, C’era una volta in America) e di molti altri registi italiani e stranieri.
La Cineteca del Comune di Bologna, in seguito alla donazione degli eredi del ricco patrimonio fotografico, ha costituito un fondo a lui dedicato.
 
Il secondo appuntamento è previsto domenica 4 novembre, alle ore 16, sempre nella Sala Officinema/Mastroianni del Cinema Lumière, con la proiezione di Sopraluoghi in Palestina (Italia/ 1963) di Pier Paolo Pasolini. Ad introdurre la proiezione sarà Enrique Irazoqui. Interverranno Loris Lepri e Luigi Virgolin, curatori del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini, e Arianna Mazzeo, che presenterà il libro Cristo è nato a Barile, a cura di Donato Mazzeo (Edizioni B.A.), volume di recente pubblicazione che ripercorre i luoghi in cui Pasolini decise di ambientare alcune sequenze del suo Vangelo.
 
La genesi di Sopraluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo è nota: su richiesta di Alfredo Bini, nel giugno 1963, Pasolini si recò in Palestina, insieme a don Andrea Carraro della Pro Civitate Christiana di Assisi, per visitare – e riprendere – i luoghi della narrazione evangelica. Alla fine il regista non fu per niente convinto dell’opportunità di realizzare il film in quei posti e il materiale girato rimase inutilizzato. Pasolini provvide unicamente a doppiarlo improvvisando un proprio commento “in tempo reale” nella sala di doppiaggio, e deciderà poi di ricostruire i luoghi del Vangelo nel Sud dell’Italia.
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