"Ombre dal passato" , di Masayuki Ochiai

ombre dal passatoRemake del folgorante Shutter dei thailandesi Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom – fiacca ghost story dove prevedibilità e lentezza sono le principali caratteristiche di questo film, lontano anni luce dall’originale con una sceneggiatura che scopre volontariamente le carte in tavola già dalle prime sequenze, stroncando ogni possibile aspettativa di tensione che da un simile lavoro ci si aspetterebbe.

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ombre dal passatoTokyo Syndrome: prendiamo in prestito il titolo del libro scritto a quattro mani da Tasso e Gradogna per sottolineare come il cinema horror giapponese sia riuscito a penetrare da qualche anno a questa parte le maglie della cinematografia statunitense; ricordiamo in particolare remake quali The ring, The grudge, Dark water e Pulse, (ri)produzioni che – ad eccezione del pessimo Pulse – si sono rivelate all’altezza degli originali. Quello che pero’ traspare visionando gli ultimi film provenienti dal sol levante è una profonda crisi creativa dei nuovi registi che dovrebbero essere invece i degni sostituti della vecchia guardia (Miike, Tsukamoto e Kurosawa in primis). Mancano le idee: il tema del fantasma (femminile) che vuole vendicarsi di un grave torto subito ha esaurito la carica di paura e mistero di un tempo, divenendo ormai mero meccanismo reiterato che invece di stimolare l’immaginazione dei nuovi autori per cercare differenti vie di narrazione, ha fossilizzato la loro inventiva, diventando unico, ma ci si augura non ultimo, strumento di racconto. Prova ne è questo Ombre dal passato di Masayuki Ochiai  – remake del folgorante Shutter dei thailandesi Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoomfiacca ghost story ambientata a Tokyo dove Ben (Joshua Jackson) giovane fotografo americano tornatovi dopo qualche tempo per lavoro insieme alla bella moglie Jane (Rachel Taylor) sposata di fresco, scopre a sue spese che non si può cancellare un torbido passato di viltà e violenza. Prevedibilità e lentezza sono le principali caratteristiche di questo film, lontano anni luce dall’originale, con una sceneggiatura che scopre volontariamente le carte in tavola già dalle prime sequenze, stroncando ogni possibile aspettativa di tensione che da un simile lavoro ci si aspetterebbe. La mdp sembra poi non essere in grado di rendere tangibile e concreta la tensione, con inquadrature piatte e di una staticità imbarazzante, incapaci di creare quelle accensioni improvvise di terrore come invece succedeva nelle prime – e migliori –  opere di Nakata e Shimizu. Si ha come l’impressione di avere dinanzi un film privo di struttura, sia dal punto visivo che di scrittura, un prodotto che si basa, o meglio, si appiglia, come rimarcato in precedenza, su un espediente, divenuto ormai stereotipo cinematografico (nel senso peggiore del termine) che non trova nuove basi per rigenerarsi e dare quindi spazio e vita a nuove linee di racconto, ma sfruttando (batti il ferro finché è caldo…) con preoccupante programmaticità, un filone ormai esaurito.

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Titolo originale : Shutter

Regia: Masayuki Ochiai

Interpreti: Joshua Jackson, Rachael Taylor, Megumi Okina, David Denman, John Hensley, Maya Hazen, James Kyson Lee, Yoshiko Miyazaki, Kei Yamamoto, Daisy Betts, Adrienne Pickering

Distribuzione: 20th Century Fox

Durata: 85'

Origine: USA, 2008

 

 
 
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