OMBRE ELETTRICHE – Essere sportivi, Essere speciali: "The Prince of Tennis" di Abe Yuichi

Tratto da un manga di successo, omonimo, che a sua volta è alla base di un anime molto popolare e di una trasmissione televisiva che spopola in Giappone, "The Prince of Tennis" di Abe Yuichi è un excursus creativo nel mondo dello sport dove i giovani protagonisti riscattano se stessi grazie alle proprie abilità e agli effetti speciali

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Lo sport come medium filosofico per ragionare sulle potenzialità umane e sui limiti dell'ego è argomento reiterante nel cinema. In quello orientale fa scuola a partire da tanti anime e manga e, di recente, grazie ai successi al box office panasiatico di pellicole come l'hongkonghese Shaolin Soccer di Stephen Chiau, 2001, o il nipponico Ping Pong di Sori Fumihiko, 2002. Abe Yuichi ha lavorato come animatore in tv per la serie Gundam e al cinema come ideatore di effetti speciali, guadagnandosi sul campo un palmarés interessante di artigiano che sa coniugare realismo e fantasia in maniera spettacolare. Il suo estro pratico ben si sposa alle necessità di un soggetto, opera dello stesso Konomi Takeshi, ideatore del fumetto, che prevede la meraviglia come base d'azione. La storia è infatti incentrata su un giovane talento schiacciato dal peso della propria tradizione – è figlio di un eccentrico campione ritiratosi imbattuto a vita monastica – e delle aspettative che un intero popolo, metaforicamente, ripone in lui dopo i successi conseguiti senza troppa fatica negli States. E' un percorso a ritroso che prevede la riscoperta delle origini autoctone di una nazione che si confida fiduciosa e orgogliosa nello sport, qualunque esso sia, tanto da autorizzare il parallelismo tra la racchetta e la katana del samurai.

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La penna di Habara Daisuke, segnalatosi nelle vesti di sceneggiatore per lo splendido dramma giovanile We Shall Overcome Someday di Kazuyuki Izutsu, 2004, attinge al substrato narrativo originale e ne trae linfa per tratteggiare una storia di amicizie e d'amore che porta stavolta in secondo piano il sentimento romantico e privilegia piuttosto l'approccio sportivo. Il trasporto dei protagonisti non è rivolto a delicate donzelle da angelicare ma al tennis, al rude agonismo, alla competizione e al voler vincere a tutti i costi, per schiacciare l'avversario e dimostrare la propria capacità. Non a caso il giovane campione Echizen Ryoma, interpretato con schiettazza dalla baby star Hongo Kanata (dalla filmografia in netta ascesa), è all'inizio spocchioso e sprezzante: non teme gli avversari conscio della sua superiorità, ma sbaglia a non temere se stesso e la propria superbia. Il crollo verticale di una sconfitta inattesa ovviamente lo porta a ripensare al suo ruolo, prima muscolarmente in fase di allenamento intensivo, poi psicologicamente cercando di comprendere se adattarsi e prendere parte al nuovo mondo cui è appena approdato oppure ritirarsi in un'oasi dorata, oltreoceano, dove farsi ammaliare dalle chimere del successo facile. In questo senso The Prince of Tennis rispetta profondamente il senso di appartenenza popolare da cui proviene e ne sfrutta l'ascendente sul pubblico per farsi ripagare ai botteghini in yen sonanti, come testimonia una partenza sprint che alla data del rilascio già dava il titolo, un outsider nonostante un budget rilevante, di diritto nella top ten degli incassi.

Da un punto di vista prettamente (video)ludico il film live action non sfigura rispetto all'anime e alle sue strabilianti acrobazie tattiche. I match hanno ritmo, sono diretti con gusto e, per fortuna senza esagerare con il ricorso all'intermezzo di approfondimento interpersonale, Abe esamina tutte le figure in gioco con rigore, logica ed eguale partecipazione, pur di coglierne princìpi vitali e motivazioni. L'effetto speciale, elevato a forma d'arte, permette di tradurre in esibizione stilistica l'accanimento atletico e ginnico degli eroi che si immolano – in un paio di casi non solo letteralmente – sul quadrato in terra rossa. Realizzati con grazia e cura, gli innesti di computer grafica si sposano con linearità alle situazioni, non mancano quando necessario di quell'ironia essenziale a fare di The Prince of Tennis un romanzo di formazione in carne ed ossa; delicato e innovativo ma al tempo stesso razionale e maturo prodotto di una generazione (di cineasti) che sta crescendo, a metà tra «mainstream» (sostanziale) e indipendenza (concettuale). Tanto consapevoli e abili da smettere strada facendo i panni dei superuomini e da indossare con umiltà il sudore e la fatica dei fallibili esseri umani.

The Prince of Tennis (Tennis No Oujisama)


2006


Giappone


Regia: Abe Yuichi


Soggetto: Konomi Takeshi


Sceneggiatura: Habara Daisuke


Cast: Hongo Kanata, Shirota Yuu, Aiba Hiroki, Suzuki Hiroki, Adachi Osamu, Araki Hirofumi


 


LINKS


www.tv-tokyo.co.jp/anime/tennipri/ (sito dell'anime – giapponese)


http://www.tenipuri-movie.jp/index2.html (sito ufficiale – giapponese)


http://en.wikipedia.org/wiki/The_Prince_of_Tennis_%28film%29 (informazioni sul film – inglese)


http://www.twitchfilm.net/archives/005687.html (trailer – inglese)


http://koufukuron.com/osu/?p=286 (recensione – inglese)


 


DOVE ACQUISTARE


Di The Prince of Tennis sono uscite in Giappone con il logo Shochiku due edizioni, una «regular» più economica e una costosa «premium limited». Entrambe sono in giapponese in Dolby Digital 2.0 senza alcun sottotitolo, con una resa qualitativa comunque di grande pregio. Il cofanetto dell'edizione a tiratura limitata contiene invece 40 minuti di extra (making of, foto di scena, trailer) e a parte, numerato, un pezzo dei vestiti realmente utilizzati dagli attori durante le riprese. E' disponibile online da www.cd-japan.co.jp.

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