OMBRE ELETTRICHE – Il corridoio senza fine: lo strano caso di Julian Lee

Nel panorama attuale, statico e sotto molti aspetti asfittico, del cinema di Hong Kong, lo spirito artistico di Julian Lee è un unicum da non sottovalutare. E' appena uscito Night Corridor, un pregevole horror, a quattro anni di distanza dall'ottimo, e purtroppo ancora sottovalutato, The Accident, entrambi prodotti da Stanley Kwan.

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Professore universitario, giornalista, romanziere, sceneggiatore, fotografo (pluripremiato), Julian Lee è uno dei pochi credibili filmaker indipendenti in attività a Hong Kong, con il coraggio necessario per sgomitare nella giungla dell'usualità commeriale e con la capacità di inziativa – e la sfrontatezza – per affrontare le mille difficoltà produttive di budget ridicoli. Presentato all'Hong Kong International Film Festival, Night Corridor ha sollevato parecchi interrogativi: perché sebbene si tratti di un thriller, quindi di un film di genere, l'approccio del regista, più che mai conscio della sua autorialità, è differente da quello di tanti colleghi, più o meno blasonati, alle prese con i medesimi argomenti. Si parte da un inquietante quadro del pittore svizzero Henry Fuseli, da una biblioteca e dal suo guardiano notturno. Per arrivare a un mistero fitto, un labirinto complesso che assorbe un fotografo, Sam Yuen – personaggio dichiaratamente autobiografico -, tornato da Londra a Hong Kong in tutta fretta per indagare sull'improvvisa morte del fratello gemello, ucciso a morsi nello zoo per cui lavorava da un branco di scimmie impazzite. La complessità della maschera horror cela un'immaginifica e sensuale dissertazione circa le derive sporche dei massimi sistemi: amor fou, identità confuse, eros e thanathos, violenze piscofisiche, fatalità non casuali, complessi di colpa, ricordi frammentati, precarietà del presente e latenze simil-edipiche. Esplicitamente debitore di Polanski e Lynch, paragonato, un po' troppo affrettatamente, a Argento (e addirittura a Fellini) e, più a ragione, al primo Pupi Avati, Night Corridor è un viaggio nell'anima oscura di una città pericolosa. Non a caso Lee, che ha vissuto a lungo in Inghilterra, ammette di non amare Hong Kong. Già il precedente The Accident, del 1999, un mélo sulla falsariga di Hold You Tight di Stanley Kwan, era un trattato sullo straniamento geografico e sulla falsità dell'amore.

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In Night Corridor ritornano, meno amplificati, tutti gli elementi cari all'autore: la forte componente (omo)sessuale, il gusto per il grottesco e per il surreale, la perfetta direzione degli attori, le tinte chiaroscurali, note biografiche personali, l'estrema cura formale (grazie soprattutto alla troupe composta di volontari di successo disposti a decurtarsi la paga pur di partecipare al progetto: l'aiuto regista di Wong Kar-wai, il direttore artistico di Ann Hui, il compositore Jun Kung). Tratto da un suo romanzo, così come il lavoro precedente, Night Corridor – e il cinema di Lee in generale – supera agevolmente le trappole del genere tradizionalmente inteso e senza suicidarsi commercialmente – al box office è andato più che discretamente, rimanendo in cartellone per oltre tre settimane – traccia una nuova linea da percorrere: pragmatica – rappresenta una guida utile per i futuri agitatori del cinema indipendente, pressoché inesistente nell'ex colonia britannica – e sostanziale. Lee, che ha imparato il mestiere di regista quasi per caso, guardando Wong Kar-wai lavorare sul set di Happy Together (tratto da un suo racconto), di cui era il fotografo di scena, non si nasconde dietro false modestie, né cerca paraventi astrusi per giustificare la sua voglia di comunicare. Ammette anzi di ammirare Antonioni e Almodovar e di di voler essere considerato un autore, un arthouse director, un'esplicita eccezione a confermare la regola. Dal padrino Stanley Kwan, senza l'appoggio del quale non avrebbe mai cominciato il suo viaggio artistico su grande schermo, ha appreso come ottenere il meglio dai suoi attori, anche quelli meno blasonati: in The Accident mette insieme un buon cast di caratteristi – impressionante il lavoro svolto, per esempio, su Ben Ng, trasformato dal solito sordido villain a mite tassista in cerca di confidenze. In Night Corridor rispolvera, accanto al protagonista Daniel Wu – stella emergente, qui anche co-produttore, nome necessario per impattare al botteghino -, una serie di volti dimenticati, veterani del parco Shaw Brothers come Eddy Ko, Kara Hui e Guk Fung, il cui personaggio mefistofelico ricorda non poco la metamorfosi di Robert Blake in Strade perdute.

FILMOGRAFIA


Julian Lee Chi Chiu


Double Fixation (1987) [attore]


Almost Disappear (1987) [attore]


Chaos by Design (1988) [sceneggiatore]


Walking Beside Me (1986) [direttore artistico]


The Accident (1999) [regista, sceneggiatore]


Night Corridor (2003) [regista, sceneggiatore]


 


LINKS


http://www.hkx.it/a010.html  [Intervista a Julian Lee] – Italiano


http://www.nightcorridor.com  [Sito ufficiale di Julian Lee] – Inglese


http://www.hkx.it/f649.html  [Recensione di Night Corridor] – Italiano


http://www.hkx.it/f639.html  [Recensione di The Accident] – Italiano


http://www.cinemasie.com/dossiershk/film/nightcorridor/indexEN.html  [Speciale su Night Corridor] – Inglese


http://www.kowloonside.com/movies/theaccident.html  [Recensione di The Accident] – Inglese


http://www.lovehkfilm.com/reviews/accident.htm  [Recensione di The Accident] – Inglese


 


DOVE ACQUISTARE


Night Corridor è appena uscito in dvd e vcd per la Asia Video, in versione originale con sottotitoli in inglese. The Accident è uscito qualche anno fa, solo in vcd, per la Mei Ah, sempre in cantonese sottotitolato in inglese. Entrambi sono disponibili da http://www.charmes.de  o http://global.yesasia.com .

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