OMBRE ELETTRICHE – Zatoichi il fuorilegge: genesi di un'icona culturale
Con 25 film in 11 anni all'attivo (più una coda di rivisitazione nel 1989), successo inaspettato per la casa di produzione Daiei, Zatoichi divenne modello per le nuove generazioni che uscivano dalla crisi post-bellica – figura di confine tra ribellione e romanticismo crepuscolare.

Massaggiatore cieco, giocatore d'azzardo vagabondo, implacabile spadaccino: le qualità di Zatoichi – andatura caracollante, abiti sgraziati, espressione intenta, sensi perennemente all'erta – rimandano all'ambiguità di fondo che evidenzia le contraddizioni di un personaggio sfuggente, tra l'elegia della vita sulla strada, il calore di sentimenti solo sfiorati e il dolore della solitudine. Contraddizioni che dal tramonto dell'era Tokugawa (1603-1868) si specchiano nel Giappone di fine anni '50 inizio '60; epoca di crescenti sommovimenti sociali e disillusioni, indagati con occhio critico da Oshima Nagisa o Wakamatsu Koji, ad esempio, e qui ripresi in chiave spettacolarizzata e romantica, adatta a permeare le fantasie del grande pubblico. Zatoichi è uno spettro inquieto che si aggira per le campagne, senza posa, tra la voglia di sfuggire alla conformità, l'impossibilità di trovare un luogo fisso dove fermarsi, e la consapevolezza della via oscura che sta percorrendo, quella liminale dei fuorilegge e (soprattutto) degli emarginati. Diversamente da Tora-san, l'altro grande vagabondo della tradizione cinematografica giapponese – protagonista di una serie-fiume di 48 pellicole, iniziata nel 1969 da Yamada Yoji con Tora-san Our Lovable Tramp – figura idilliaca, anche se ingenua, di un candore nazionale che si trasforma in rimpianto per la semplicità, Zatoichi è sporcato dai tratti ruvidi degli yakuza; si muove in un mondo violento, in cui per mantenere salda la propria umanità è necessario compiere scelte terribili, scelte di morte e sopraffazione. Anche se il personaggio e il suo retroterra vengono approfonditi e caratterizzati solo con il procedere della serie, lo si vede chiaramente già nel primo film, Zatoichi Monogatari (La storia di Zatoichi). In una rilettura solo apparentemente semplice di Yojimbo / La sfida del samurai di Kurosawa Akira (1961), Zatoichi si trova intrappolato nella lotta tra due clan. La guardia del corpo della banda rivale è un ronin tisico e taciturno, l'unico con cui Zatoichi riesca a instaurare un rapporto d'amicizia, condividendo con lui una visione del mondo non ancora compromessa da soldi e cinismo: nonostante tutto lo spadaccino cieco sarà costretto ad affrontarlo in un duello mortale.

Accompagnata da una continuity non invasiva, ma sempre presente, che dona alla serie un sapore familiare al quale è facile abbandonarsi (ad esempio il secondo film, Zoku Zatoichi Monogatari, si apre con il pellegrinaggio di Zatoichi verso la tomba del guerriero ucciso nel film precedente), ogni pellicola è caratterizzata da una cura meticolosa nella costruzione di complesse trame che ritraggano non solo l'anti-eroe, ma anche la sfaccettata matrice di relazioni che lo circondano. Pur negli inevitabili topos che si vengono a creare – l'amore impossibilitato a concretizzarsi (particolarmente evidente nella struggente storia del terzo Shin Zatoichi Monogatari), la durezza delle scelte cui il massaggiatore cieco è costretto dagli eventi, gli intrighi machiavellici nei quali è coinvolto – le storie riescono a equilibrare la linearità con la profondità, discostandosi dal fuorviante intrattenimento fine a se stesso. Pur se diversi registi (otto in tutto) si sono avvicendati dietro la macchina da presa, espediente comune a tutte le grandi case di produzione dell'epoca, che una volta centrato il personaggio erano solite mettere in cantiere più di un seguito l'anno, il corpus filmico di Zatoichi mantiene un'unitarietà sorprendente. Merito in gran parte del calmo e carismatico furore di Katsu Shintaro (Katsushin per gli ammiratori), che riesce a costruire una vera e propria mitologia attorno al suo personaggio – non a caso potendosi confrontare ad armi pari con altrettanti eroi, dallo spadaccino monco dell'hongkonghese Jimmy Wang Yu (in Zatoichi meets the One-armed Swordsman) al Mifune Toshiro più ombroso (Zatoichi vs. Yojimbo).

I primi piani del volto corrucciato, gli occhi socchiusi, i corti capelli gocciolanti di sudore si alternano ai campi lunghi della figura intera, prima dinoccolata e insicura, quasi instabile sulle gambe, quindi letale nelle movenze, nelle traiettorie fulminee della caratteristica spada-bastone. Proprio da questa dialettica di particolare/generale, in cui il corpo attoriale di Katsu colma lo sguardo di fragile fluidità, scaturisce una tensione insinuante: basta vedere una delle scene più intense del quarto episodio, Zatoichi the Fugitive. In una locanda dove Zatoichi si è rifugiato staziona anche un violento samurai, in procinto di architettare un omicidio in complicità con il locandiere. Lo sbandato vede Zatoichi salire le scale, e non volendo farsi scoprire inizia a scenderle in silenzio, spostandosi al passaggio del cieco. Nella sequenza, tutta giocata sugli stacchi di montaggio tra i primissimi piani degli occhi del samurai e delle orecchie di Katsu Shintaro, e il totale dei loro corpi visti dal basso, regna un silenzio opprimente che accentua il senso di straniamento, lasciando irrisolto l'insinuante dubbio se il protagonista si sia accorto o meno della presenza dell'altro.

Certo sono presenti ineludibili alti e bassi (soprattutto verso la metà la stanca inizia a farsi sentire), ma lasciare Zatoichi nel limbo dei chanbara per soli appassionati sarebbe profondamente sbagliato. Non è un caso l'omaggio orchestrato da Kitano Takeshi, che prosciuga il personaggio di qualsiasi appeal – i tempi sono cambiati – per trasformarlo in un silenzioso mietitore di primo acchito totalmente estraneo alle disavventure dei viandanti che incrocia. Differenza evidenziata fin dalle prime inquadrature. Mentre quasi tutti i film della serie classica si aprivano con Katsu Shintaru che cammina faticosamente su un sentiero, in perenne movimento, intento ad attraversare un ponte o dei campi, nel film di Kitano Zatoichi fa la sua prima apparizione immobile, seduto ai bordi di un sentiero, affaticato e muto. Un cambiamento che ha sì l'esito di mettere in secondo piano il fascino del personaggio, ma che al contempo permette di esplicarne ancor più chiaramente la funzione metaforica: Zatoichi è il partecipe spettatore della follia dei tempi, che tenta di opporsi all'entropia della viltà umana, cadendo però nel gorgo spasmodico di violenza che è costretto ad usare.

FILMOGRAFIA
1) Zatoichi Monogatari [The Tale of Zatoichi / Zatoichi: The Life and Opinion of Masseur Ichi] di Misumi Kenji (1962)
2) Zoku Zatoichi Monogatari [The Tale of Zatoichi Continues / The Return of Masseur Ichi] di Mori Kazuo (1962)
3) Shin Zatoichi Monogatari [New Tale of Zatoichi / Masseur Ichi Enters Again] di Tanaka Tokuzo (1963)
4) Zatoichi Kyojo-tabi [Zatoichi: the Fugitive / Zatoichi: Crazy Journey] di Tanaka Tokuzo (1963)
5) Zatoichi Kenka-tabi [Zatoichi: Fighting Journey / Zatoichi and the Scoundrels / Zatoichi on the Road / Zatoichi's Fighting Journey] di Yasuda Kimiyoshi (1963)
6) Zatoichi Senryou-kubi [Zatoichi and the Chest of Gold / Masseur Ichi and the Chest of Gold] di Ikehiro Kazuo (1964)
7) Zatoichi Abare-dako [The Sword of Zatoichi / Zatoichi's Flashing Sword / The Blind Swordsman's Flashing Sword] di Ikehiro Kazuo (1964)
8) Zatoichi Kesshou-tabi [Fight, Zatoichi, Fight] di Misumi Kenji (1964)
9) Zatoichi Sekisho Yaburi [Adventures of a Blind Man / The Adventures of Zatoichi] di Yasuda Kimiyoshi (1964)
10) Zatoichi Nidan-giri [Zatoichi's Revenge / The Blind Swordsman's Revenge] di Inoue Akira (1965)
11) Zatoichi Sakata-giri [Zatoichi and the Doomed Man] di Mori Kazuo (1965)
12) Zatoichi Jigoku-tabi [Showdown for Zatoichi / Zatoichi and the Chess Expert / Zatoichi's Trip to Hell / Zatoichi: The Blind Swordsman & the Chess Expert] di Misumi Kenji (1965)
13) Zatoichi no Uta ga Kikoeru [The Blind Swordsman's Vengeance / Zatoichi's Vengeance] di Tanaka Tokuzo (1966)
14) Zatoichi Umi wo Wataru [Zatoichi's Pilgrimage / Zatoichi: The Blind Swordsman's Pilgrimage] di Ikehiro Kazuo (1966)
15) Zatoichi Tekka-tabi [The Blind Swordsman's Cane Sword / Zatoichi's Cane-sword] di Yasuda Kimiyoshi (1967)
16) Zatoichi Rouyaburi [Zatoichi the Outlaw / The Blind Swordsman's Rescue / Zatoichi Breaks Jail] di Yamamoto Satsuo (1967)
17) Zatoichi Chikemuri Kaido [Zatoichi Bloody Smoke Road / Zatoichi Challenged] di Misumi Kenji (1967)
18) Zatoichi Hatashi-jou [Zatoichi and the Fugitives / Zatoichi: a Letter of Challenge / Zatoichi: The Blind Swordsman and the Fugitives] di Yasuda Kimiyoshi (1968)
19) Zatoichi Kenka-daiko [The Blind Swordsman Samaritan / The Blind Swordsman and the Drums / Samaritan Zatoichi / Zatoichi and the Drum / Zatoichi: Fighting Drums] di Misumi Kenji (1968)
20) Zatoichi to Youjinbou [Zatoichi Meets Yojimbo / Zatoichi vs. Yojimbo] di Okamoto Kihachi (1970)
21) Zatoichi Abare-himatsuri [Blind Swordsman's Fire Festival / Zatoichi Goes to the Fire Festival / Zatoichi at the Fire Festival] di Misumi Kenji (1970)
22) Shin Zatoichi: Yabure! Tojin-ken [The Blind Swordsman Meets His Equal / Zatoichi Meets His Equal / Zatoichi Meets His Match / Zatoichi Meets the One-Armed Swordsman] di Yasuda Kimiyoshi (1971)
23) Zatoichi Goyou-tabi [Zatoichi at Large] di Mori Kazuo (1972)
24) Shin Zatoichi monogatari: Oreta tsue [Zatoichi in Desperation] di Katsu Shintaro (1972)
25) Shin Zatoichi Monogatari: Kasama no Chimatsuri [The Blind Swordsman's Conspiracy / New Tale of Zatoichi: a Blood Festival of Kasama / Zatoichi at the Blood Festival / Zatoichi's Conspiracy] di Yasuda Kimiyoshi (1973)
26) Zatoichi di Katsu Shinatro (1989)
27) Zatoichi di Kitano Takeshi (2003)
LINKS
http://www.asiaexpress.it/recensioni.html (italiano)
http://www.e-budokai.com/chambara/zatoichi.htm (inglese)
http://members.aol.com/ZATO1CH1/ (inglese)
DOVE ACQUISTARE
La serie di Zatoichi è quasi interamente reperibile in dvd (in giapponese con sottotitoli in inglese). Gli episodi da 1 a 11 sono distribuiti dalla statunitense Home Vision Entertainment (zona 1, Ntsc). Sottotitoli rimovibili, formato originale, anamorfico (esclusi i primi 2 episodi). Episodi sparsi tra il 14 e il 25 sono invece reperibili tramite l'inglese Arts Magic (zona 2, Pal). Sottotitoli non rimovibili, formato originale, non anamorfico.
http://www.homevision.com/ (Home Vision Entertainment)
http://www.artsmagic.co.uk/ (Arts Magic)