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È la storia vera del colonnello Claus von Stauffenberg (interpretato da Tom Cruise), ufficiale tedesco negli anni dell’affermazione del regime nazista e dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Fedele alla divisa e al suo Paese, Stauffenberg ha continuato a servire nell’esercito, nonostante la crescente insofferenza nei confronti di Hitler e della sua delirante politica. Quando, nel 1942, si rende definitivamente conto delle dimensioni della guerra scatenata dalla Germania, il comandante decide di entrare in azione e cerca invano di persuadere i comandanti del fronte orientale a rovesciare il regime. L’anno seguente, rimessosi dalle gravi ferire riportate in battaglia, Stauffenberg si unisce a un gruppo di oppositori del nazismo. Il progetto dei cospiratori è quello di uccidere Hitler (la data scelta è il 20 luglio 1944), per poi ricorrere a un piano di emergenza, denominato Operazione Valchiria, messo a punto dallo stesso dittatore, nel caso la sua morte privasse la Germania di una leadership. Bryan Singer è il regista “accusato” in passato di magniloquenza tecnica con poco cuore, capace di stordire lo sguardo ma di non sfiorare l’anima. Regista che ritorna al reale, ai fatti, e lascia per un attimo o per sempre i suoi fumetti (X-Men, Superman Returns). Gira come se la guerra fosse lontana e il tormento troppo vicino. Gira come se non potesse sostare troppo a lungo sui volti, sulle ferite, le rughe della tragedia umana; si dimena montando la sua storia come un lungo telegramma cifrato, con l’alfabeto morse da contrappunto. Ma il suo gioiello è naturalmente un volto, due occhi che poi diventano uno, uno sguardo che è sempre stato lo stesso. Il colonnello rivoluzionario è Tom Cruise, tagliato per quei gradi che ci ricorda l’attore muto e assorto, gravato di immagini e di meditazioni, e tutta la sua forza, la forza di chi sa agire, pensa. Il corpo di Tom Cruise sembra farsi ogni volta di più cranio e il sangue delle vene cervello. È sempre più l’attore che nessuno ammetterebbe di voler essere. Con Bryan Singer è ancora più l’attore che non trova sbocchi e slanci, ingabbiato in quella corazza teutonica, ma è ancora: io sono ciò che si vede. Quando lo vedi passare sai che ogni uomo è per se stesso un’identità, un assoluto isolato che corrisponde a un universo di assoluti isolati. Un’immagine, Tom Cruise è l’immagine. Bryan Singer, attraverso Tom Cruise, o viceversa, scopre il cinema che non è un’interpretazione, non può essere un’opinione parziale di quello che dovrebbe essere la natura, ma una rivelazione, un riconoscimento assoluto e personale del significato dei fatti. Sembra attendere e basta, prima di agire, Tom Cruise tiene alta la testa, ma verrà il momento in cui i suoi occhi guarderanno a terra.
Titolo originale: Valkyrie
Regia: Bryan Singer
Interpreti: Tom Cruise, Kenneth Branagh, Bill Nighy, Tom Wilkinson, Carice van Houten, Thomas Kretschmann, Terence Stamp, Eddie Izzard
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 121’
Origine: USA/Germania, 2008
Tutto da vedere allora??<br />Wow, grande recension e!