OSCAR 2015 – Birdman sorvola Los Angeles

Birdman
Il film di Michael Keaton e Alejandro G. Iñárritu svetta sui cieli della città pronto a scendere in picchiata e a essere protagonista domani notte alla consegna degli Academy Awards. Nel giro di un mese Birdman ha sorpassato Boyhood nelle preferenze dell’industria hollywoodiana. Facciamo il punto e qualche previsione

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BirdmanÈ da circa un mese che l’uomo-uccello interpretato da Michael Keaton viene avvistato sui cieli di Los Angeles per controllare il territorio e fare razzia dei maggiori premi dell’industria cinematografica americana. Il territorio si chiama Hollywood e i premi sono nell’ordine PGA (produttori), DGA (registi) e SAG (attori). In altre parole dopo i Golden Globe – che sembravano aver spianato la strada a Linklater e al suo Boyhood nella corsa all’Oscar – Hollywood ha deciso su quale cavallo puntare . Ha scelto di puntare su Birdman. O almeno così sembrerebbe. Ormai non ci resta che aspettare la fine del weekend per sapere con certezza quale film farà compagnia ad Argo e 12 anni schiavo. Nel dubbio proviamo però a giocare un ultima volta e a fare un po’ di previsioni su quali saranno – tanto per citare un classico di Stanley Kramer grande protagonista una cinquantina d’anni fa agli Academy – vincitori e vinti, con la consapevolezza che gli Oscar sono soprattutto un fenomeno mediatico che con il valore dei film spesso ha poco a che vedere.

Chi Vince?


Birdman
potrebbe avere tre statuette sicure: Film, Regia, Fotografia. Se il secondo Oscar consecutivo a Emmanuel Lubezki dopo Gravity sembrava scontato dall’inizio della stagione – la simulazione di un unico piano sequenza per due ore di film è la certificazione di una perizia tecnica e forse anche manierista da “riconoscimento certo” – la vittoria di Iñárritu e del film erano inaspettate fino a Natale. Tutto è ancora possibile ma sembra difficile che Birdman non vinca almeno uno tra questi due premi. Keaton stesso ha ottime possibilità di vincere come attore protagonista. È lui il motore del film e – per chi scrive – si tratterebbe dell’unico premio davvero condivisibile. Ma buone possibilità ci sono anche per la sceneggiatura originale. Insomma se sarà un trionfo il film potrebbe portarsi a casa anche 5 premi (gli stessi che hanno vinto in passato opere come Il braccio violento della legge, Il silenzio degli innocenti e Il gladiatore).

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Boyhood

Chi perde?


Rischia Boyhood. È il film probabilmente più personale e autoriale tra quelli con possibilità di vittoria. È il più amato dalla critica e ha vinto Golden Globe, Bafta e Orso d’argento. Se gli Oscar venissero assegnati dalla stampa non ci sarebbe alcun dubbio sul film vincitore. Ma l’industria americana sembrerebbe  avere altre idee sul cinema. In questa rivista siamo stati i primi a ridimensionare il bel film di Linklater all’indomani degli sperticati elogi degli addetti ai lavori. Forse Boyhood non è il capolavoro assoluto che molti dicono, ma – ci sbilanciamo – in questo testa a testa non abbiamo dubbi nel preferirlo a Birdman. In questa gara Linklater meriterebbe di vincere.


Le sorprese


W. Anderson sul set di Grand Budapest HotelSono due le possibili mine vaganti che potrebbero inserirsi nel ballottaggio tra Birdman e Boyhood e portare a casa più di un riconoscimento: Grand Budapest Hotel e Whiplash . In modo diverso entrambi i film hanno molti fan tra pubblico, critica, registi e attori. Difficile pensare oltretutto che il film di Wes Anderson su 9 candidature non porti a casa qualche premio. Per la sceneggiatura originale il regista de I Tenenbaum potrebbe vincere il suo primo Academy e proseguire una tradizione che in questa categoria ha già visto premiare molti autori “indipendenti” come Quentin Tarantino, i fratelli Coen, Sofia Coppola, Spike Jonze. Whiplash di Damien Chazelle è invece la vera sorpresa della stagione. L’opera prima che in tanti hanno deciso di coccolare e sponsorizzare. Ha già un Oscar sicuro: quella di J.K. Simmons come attore non protagonista.


Chiudiamo con una considerazione: un premio clamoroso e forse insostenibile per le polemiche politiche che si porterebbe appresso sarebbe quello ad American Sniper. È un film che nonostante gli incassi enormi ha diviso la critica di tutto il mondo e molte personalità hollywoodiane: dai detrattori Michael Moore e Seth Rogen al sostenitore Cimino (che di "hollywoodiano" in realtà ha ben poco). In questa edizione il war-movie di Eastwood è l'alieno inclassificabile, dentro/fuori il suo tempo. Forse tra qualche anno saremo tutti più lucidi nel giudicare serenamente la complessità di quest'opera.

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