Oscar 2023 – Tutte le chance di Everything Everywhere All At Once

Dopo l’endorsement della presidente dell’Academy e il trionfo ai Critics Choice, il film dei Daniels sembra proiettato verso la statuetta. Ma cosa si nasconde davvero dietro il suo possibile successo?

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Solo i giurati internazionali possono fermare la corsa agli Oscar di Everything Everywhere All At Once. Questo sembra trapelare dagli ambienti più vicini all’Academy, almeno stando ai rumors riportati dal giornalista americano Clayton Davis nel suo articolo su Variety. Nel corso di alcune conversazioni avute con numerosi votanti, è emerso infatti un amore evidente nei confronti del film dei Daniels, capace di catturare trasversalmente il favore tutte le fasce di giurati, da quelle istituzionali e di stampo maggiormente conservatore, fino alle categorie più progressiste e multietniche.

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Del resto, Everything Everywhere All At Once può contare non solo sullo strapotere divistico di una star non-americana – e quindi più appetibile agli occhi delle ormai corpose frange orientali dell’Academy – come Michelle Yeoh, ma anche sul recente endorsement della stessa presidente dell’organizzazione, Janet Yang, che si è detta entusiasta dell’attenzione che l’attrice malesiana sta ricevendo negli ultimi mesi.

Ma la palese rottura di qualsiasi etichetta, regola o principio di imparzialità da parte di Yang non è certamente casuale. Anzi. È già da qualche tempo, e in particolare dall’incredibile trionfo di Parasite agli Oscar del 2020, che l’Academy sta cercando di sposare apertamente il tema dell’inclusività, prima con il tentativo di diversificazione della platea di giurati, poi con l’elezione a presidente della stessa Yang. Un moto che, con molta probabilità, culminerà martedì prossimo in un numero decisamente alto di nomination conquistate da Everything Everywhere All At Once, non solo in favore degli attori – primi fra tutti Yeoh, Ke Huy Quan e Stephanie Hsu – ma anche in relazione alle varie categorie tecniche, data la natura propriamente action del film.

E i fattori per un’eventuale scalata agli Oscar non si fermano certamente qui. Sin dall’esordio nelle sale americane, Everything Everywhere All At Once ha fatto registrare dei numeri impressionanti per una produzione indipendente, diventando (quasi inaspettatamente) il film di maggior successo nella storia della A24. Una forza certificata non solo dai 100 milioni di dollari al box office internazionale, ma anche dalla stessa associazione dei critici statunitensi, che in occasione della 28ª edizione dei Critics Choice ha assegnato al film ben 5 riconoscimenti, precisamente per il miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan) e miglior montaggio. Se a questo poi si aggiunge l’enorme considerazione (dieci nomination in tutto) ottenuta ai Bafta Award e – rimanendo a quel che scrive Davis – una certa difficoltà da parte di un titolo come The Fabelmans a fare breccia nel cuore dei votanti, ecco che il ristretto numero di favoriti alla vittoria finale si restringe ulteriormente. Insomma, la strada verso l’Oscar va così sempre più definendosi. E ad Everything Everywhere All At Once rimane solo che imboccarla.

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