Pacchetto Eternità, di Magdelena Ilieva
La riconciliazione con il passato al centro di in una commedia nera a tratti surreale, ma anche intima e personale che non vuole per forza catturare la benevolenza degli spettatori.

Non poteva che provenire dai Paesi slavi, dalla Bulgaria in particolare, una black comedy sulla programmazione di un fine vita con assistenza eterna. È il surreale pacchetto che Borislav, detto Bobka, offre ai pochi clienti dell’impresa di pompe funebri ereditata dal padre scomparso dopo essere stato investito da un’auto guidata da una donna distratta e per di più sotto gli effetti dell’alcol. Questa tragedia aveva gettato la famiglia di Bobka nella disperazione. Anche la madre muore. La sorella Ned lavora a Sofia in uno studio legale, dice lei, ma il fratello scoprirà che fa la cameriera in un ristorante. I suoi affari vanno male e il suo concorrente sadico e manesco gli sta addosso per accaparrarsi l’impresa funebre. I creditori lo minacciano e il suo matrimonio con Vanya è in crisi. Bobka è davvero nei guai. Ma alla sua porta si presenterà una donna che aderisce all’offerta funeraria e in quella persona Bobka riconosce la donna che ha causato la morte del padre.
La breve sinossi deve giocoforza escludere quello che è il senso del film, il suo spirito interiore, la sua proposta per affrontare i mali del mondo provando a farli diventare parti positive della vita. Non a caso uno dei personaggi durante il film dice: dal male viene il bene.
Pacchetto Eternità è una riflessione, forse un po’ troppo diluita da molti eventi, tenuto conto che qualcuno si perde durante la narrazione, sul tema della riconciliazione con un momento cruciale del passato, tanto determinante da avere condizionato la vita del protagonista. Bobka non ha ancora superato, nonostante l’età ormai matura, il trauma infantile della morte del padre a causa di quella donna ubriaca. Il ripresentarsi della donna riapre la ferita e costringe il protagonista ad un incessante ritorno al passato. I flashback, a volte brevissimi, sembrano attualizzare il ricordo, abbattere ogni distanza tra passato e presente rinnovando il dolore, ma aiutando Bobka ad una lenta elaborazione di un lutto che sembra eterno.
Il film di Magdelena Ilieva, ma attiva da anni al di fuori dei confini del suo Paese, non vuole fare metafora del passato della Bulgaria. Pacchetto Eternità è personale, perfino intimo e sembra a momenti girato dentro la coscienza del suo protagonista. Con il suo monito sulla necessità del perdono e sull’estremo fine vita come occasione per una personale palingenesi, stempera il dramma con dosi minime di commedia, senza troppo sfruttare i facili rimandi alla professione di Bobka in chiave umoristica. In fondo un pregio, perché il film non vuole per forza catturare la benevolenza dei suoi spettatori e sa agire su un piano di drammatizzazione ulteriore nei momenti in cui ci si aspetterebbe la facile ironia, l’uso di un umorismo nero acchiappa applausi. Magdalena Ilieva non approfitta dunque del soggetto che mette in scena e pur con qualche comprensibile lungaggine, porta il suo personaggio fino alla fine, davanti ad una possibile e salvifica riconciliazione con quel passato così pesante da alleggerire anche lo sguardo dello spettatore insieme a quello di Bobka.
Titolo originale: Paket Vechnost
Regia: Magdalena Ilieva
Interpreti: Stoyan Doychev, Mariana Krumova, Kitodar Todorov, Vanina Kondova
Distribuzione: Mammut Film
Durata: 84’
Origine: Bulgaria, 2025