Paolo Genovese e la colpa di Freud in conferenza stampa

paolo genovese sul set di tutta colpa di freud
Marco Giallini
padre/analista alle prese con le vicende sentimentali delle tre figlie Vittoria Puccini, Anna Foglietta e Laura Adriani, e rispettivi spasimanti Alessandro Gassman e Vinicio Marchioni; ma anche papà ha la sua infatuazione, per la misteriosa donna con il cane, Claudia Gerini. Il regista Paolo Genovese e il cast presentano Tutta colpa di Freud a Roma

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Giampaolo Letta di Medusa Film inaugura la conferenza stampa del nuovo film di Paolo Genovese Tutta colpa di Freud, scritto con Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini, con tutto l'orgoglio dei dati: "Il film è costato 6 milioni di euro, e si vedono tutti: il Teatro dell'Opera, dove stasera faremo un'anteprima della pellicola, e tutto il centro storico di Roma in cui Paolo ha ambientato le sue storie…è una Roma che piace molto ad un pubblico internazionale, quando si tratta di esportare queste commedie sui mercati esteri: guardate gli americani con La grande bellezza!".

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Paolo Genovese: è vero, ma per me l'aspetto che conta di più resta la scrittura, sicuramente la parte più importante di una pellicola. Come si dice, ci vogliono tre elementi per fare un gran film: una buona sceneggiatura, una buona sceneggiatura e una buona sceneggiatura. Quando scrivo i dialoghi soppeso ogni parola, per questo poi sul set voglio che vengano recitati con precisione: impiego molta attenzione nella preparazione degli attori, ma quando hai un cast così è facile. Ecco, un motivo per cui ho deciso di girare questo film era ritrovare Marco Giallini e Claudia Gerini subito dopo aver lavorato insieme a Una famiglia perfetta.

Marco Giallini: non vedevo l'ora di invecchiare per poter fare ruoli come questo, anche se non sono il tipo di attore che va un anno in analisi per preparare il personaggio…non si esce vivi dalla gioventù. Ho lavorato sulla postura, sulla goffaggine, sulla pacatezza: interpreto un padre molto riflessivo, una brava persona, vorrei avercelo nella vita un amico così!

Alessandro Gassman: era come se avessi sempre lavorato in coppia con Marco Giallini, come se stessimo continuando una collaborazione sul set iniziata da anni. Certo, avrei voluto che il mio personaggio ad un certo punto cercasse di far avverare l'utopia di un triangolo sentimentale ben equilibrato tra l'amante Adriani diciottenne e l'algida moglie Gerini!

Uno degli elementi più interessanti del film è la serie di finali aperti con cui si chiudono le diverse vicende che racconti…

Paolo Genovese: è difficile al giorno d'oggi riuscire a venirsene fuori con dei soggetti originali per il cinema. Ogni cosa sembra essere stata già raccontata. Allora forse il trucco è quello di mantenere un'originalità nel punto di vista, nello sguardo che diamo a queste storie: è una commedia romantica, certo, ma date le tematiche che affronta un finale aperto offre un'occasione di riflessione in più per lo spettatore.

Laura Adriani: una delle cose che più mi spaventava del mio personaggio, per il quale ho affrontato ben tre diversi provini prima di avere la parte, era questa impressione che la sua vicenda si chiudesse in modo triste. Ma questa ingenua diciottenne è talmente ben disegnata dalla sceneggiatura che in realtà mi pare che la sua parabola alla ricerca dell'abbraccio del padre trovi anch'essa una sua realizzazione alla fine.

Claudia Gerini: per me si è trattato di un ruolo diverso dal solito, abitualmente metto un sacco di verve nei personaggi ma questa era una donna elegante, misurata, forse meno energetica e vitale delle figure che interpreto sullo schermo: devo ringraziare Paolo per questa opportunità.

Paolo Genovese: ho cercato di raccontare anche quell'amore che attraverso i decenni di vita insieme si trasforma in tenero affetto, ad esempio avere quell'accortezza di passare un cuscino al partner che dorme sul divano, per evitargli la cervicale del giorno dopo.

Il film affronta anche delle tematiche sociali, parla di diversità in modo inconsueto, con una storia d'amore tra un sordo (Vinicio Marchioni) e una donna che ci sente perfettamente (Vittoria Puccini), e la vicenda di una lesbica (Anna Foglietta) che cerca di autoconvincersi eterosessuale…

Anna Foglietta:
in realtà nel campo dell'amore mi sembra che le diversità vadano a cadere del tutto, l'innamoramento ci rende tutti uguali, e ogni personaggio qui è alla fine alla ricerca della felicità, il che è chiaramente un concetto universale.

Vittoria Puccini: ci siamo concentrati su come rendere cinematograficamente questa storia d'amore senza parole. E allora riscopri la potenza del silenzio, e lavori su altre forme di comunicazione, gli sguardi, la fisicità…

Vinicio Marchioni:
abbiamo passato molto tempo insieme agli interpreti nella Lingua dei Segni. Mi raccomando, non chiamatelo "linguaggio", è una lingua in tutto e per tutto, e si stanno battendo per farla riconoscere ufficialmente in quanto tale.
 

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