Paradise Hills, di Alice Waddington

L’opera prima della cineasta spagnola è pieno di suggestioni visive ma non riesce a reggere il preso della propria ambizione e nel finale si smarrisce.

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Non ci sono le donne trasformate in robot domestici come in La fabbrica delle mogli. Piuttosto c’è il tentativo di guardare verso quelle forme ibride tra sci-fi e teenager movie in questa opera prima della cineasta spagnola Alice Waddington che vanta un cast eterogeneo, dalla protagonista Emma Roberts a Milla Jovovich passando per Awkwafina, la cantante messicana Eiza González e Jeremy Irvine che era stato lanciato da Spielberg in War Horse.

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Uma si sta per sposare. Sembra il matrimonio perfetto. Stacco. Due mesi prima. È intrappolata in una stanza. Si trova infatti, insieme ad altre ragazze, in un’isola remota chiamata “Paradise Hills” gestito dalla Duchessa. È isolata da tutto e non c’è via d’uscita. Lo scopo è quello di curare le imperfezioni delle giovani donne ribelli. Uma scopre di essere mandata lì per aver rifiutato una proposta di matrimonio, stringe amicizia con le compagne di stanza Chloe e Yu e la famosa cantante Amarna e ben presto scopre che nel luogo ci sono dei misteriosi segreti. Cercherà allora di fuggire con le altre.

Un’inizio da musical pop. Con inquadrature dall’alto, scenografia circolari, sfarzo di costumi in un accecante delirio cromatico. In Paradise Hills, la forma conta più della narrazione. Entrano così in gioco le passioni cinematografiche di Alice Waddington. Forse ci sono i residui riaggiornati di Bubsy Berkeley ma emergono soprattutto dei rimandi agli horror colorati della Hammer Film, evidenti proprio nel contrasto di uno spazio apparentemente paradisiaco, tra alberi, piante e fiori, che invece nasconde il suo lato più inquietante.

Le suggestioni sono molte, forse troppe. La cineasta spagnola ha voluto identificare il suo cinema in ogni inquadratura. I dettagli anche secondari (il rossetto sulle labbra di Emma Roberts) diventano uno dei tanti elementi di attrazione. Ci sono degli squarci riusciti come quello della canzone interrotta di Amarna. Ma anche scene ripetute, con le immagini di Uma sospesa in aria su un cavallo da giostra in cui rivede alcuni momenti, anche traumatici, del proprio passato. A tratti la Waddington appare così innamorata di quello che sta girando che sembra incantarsi. E come Uma, guarda qualcos’altro mentre si specchia. Il sospetto è che la regista spagnola vuole fare un po’ un film alla Sofia Coppola senza però riuscirci. Non regge infatti il peso della propria ambizione e nel finale si smarrisce.

 

Titolo originale: id.
Regia: Alice Waddington
Interpreti: Emma Roberts, Danielle Macdonald, Awkwafina, Eiza González, Jeremy Irvine, Milla Jovovich
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 95′
Origine: Spagna, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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