Compie 13 anni “Schermi d’amore” e per l’occasione celebra il melodramma nel migliore dei modi dedicando una bella retrospettiva al maestro inglese David Lean al quale abbiamo dedicato il video del giorno. Di lui verranno presentati 10 film restaurati realizzati tra il 1942 e il 1954 e questa sera verrà proposto uno dei suoi film più celebri, Breve incontro del 1945. L’altra retrospettiva del festival è invece sulla cineasta spagnola Isabel Coixet, che sarà presente a Verona. Di lei verranno presentate le opere con cui si è fatta conoscere anche dal pubblico italiano: Le cose che non ti ho mai detto (1996), La mia vita senza me (2003), La vita segreta delle parole (2005). Oltre a questi ci sarà un’anteprima e un’inedito. La prima è Lezioni d’amore (in originale Elegy) con Ben Kingsley e Penelope Cruz, presentato a Berlino l’anno scorso. L’altro è invece un inedito, A los que aman, film in costume diretto dalla Coixet nel 1998.

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Presente e passato si alternano quindi attraverso un festival cinematografico che mette a fuoco le diverse temperature e vibrazioni sentimentali. Malgrado i tagli, il programma resta sempre di ottimo livello.  Come ha affermato il direttore Paolo Romano “Schermi d’Amore al tempo della crisi vuole ripartire proprio dalle immagini di trenta pellicole, selezionate con rigore e passione e le propone al “pubblico in sala”, il suo più importante punto di riferimento. Rinunciamo senza esitazione a tappeti rossi e serate di gala e mettiamo l’accento su un’idea di festival considerato come un diritto dei cittadini alla diversità, alla ricchezza e alla varietà del cinema, messo in crisi dall’omologazione delle multisale. Come da tradizione, Concorso e Panorama si muovono in Paesi diversi, dal Brasile al Canada, dal Giappone all’India e ovviamente all’Europa, con uno sguardo focalizzato maggiormente sulla più recente produzione francese”.

Il mélo ancora una volta si contamina, si confonde, si mescola con altri generi: il poliziesco, il thriller, il road-movie, il film di spionaggio, il musical e altri ancora.

Oltre alle retrospettive, le altre sezioni del festival sono il concorso e Panorama. La competizione è composta da 10 titoli: Country Wedding (Islanda) di Valdis Oskarsdottir, L’empreinte de l’ange (Francia) di Safy Nebbou, Los girasoles ciegos (Spagna) di José Luis Cuerda, Heaven on Earth (Canada) di Deepa Mehta, The Naked Kitchen (Corea) di Jong Je-young, Una palabra tuya (Spagna) di Ángeles González Sinde, Un roman policier (Francia) di Stéphanie Duvivier, Tandoori Love (Svizzera) di Oliver Paulus, Tôkyô sonata (Giappone) di Kiyoshi Kurosawa e A Year Ago in Winter (Germania/Usa) di Caroline Link. Quest’anno sarà il pubblico ad assegnare il premio per il miglior film. Della sezione “Panorama” fanno parte Espion(s) (Francia) di Nicolas Saada, Le gran départ (Canada) di Claude Meunier, Maré, nossa historia de amor (Brasile) di Lùcia Murat, The Stranger in Me (Germania) di Emily Atef e soprattutto verrà riproposto martedì 28 alle 21 Lola Montes di Max Ophuls. Altre visioni, rivisioni sotto le forme del mélo.

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