"Partnerperfetto.com", di Gary David Goldberg

Nel suo film Goldberg non solo manca quel ricordo intimo, capace di rievocare presenze e di porsi accanto agli altri e alle cose con un desiderio sempre vivo, nella sua inesauribilità, ma anche l'esporsi con discrezione al fluire della vita da guardare ogni volta con occhi nuovi per sentirne l'abbacinante colmarsi di sensazioni ed emozioni.

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Chi non è amato non può (r)esistere dentro e fuori l'immagine, all'interno di un'inquadratura chiusa e senza vie di uscita. In un quadro in cui disperare di potersi riconciliare con la vita e oltre il quale poter liberare l'eccentricità desiderante dell'animo per essere ancora una volta aperti ad essa. Partnerperfetto.com, il nuovo film di Gary David Goldberg, diretto sei anni dopo il suo esordio alla regia con Dad-papà, interpretato da Jack Lemmon e Ted Danson, rivela la difficoltà/impossibilità di vedere fino in fondo, in quel (pro)fondo che talvolta si riflette in superficie, sul fremito continuo della pelle e su quell'umbratile e fragile tremolio delle immagini, o di (ri)vivere le traiettorie in cui la vita si disfa, per lasciare che ogni tormento si perda nell'oscura dolcezza di un incanto che possa farci sprofondare nella densità del corpo amato in modo tenero e accomodante. Goldberg sembra aver dimenticato che oltre l'inquadratura, oltre quel fascio di luce che affascina il nostro sguardo, c'è una vita che chiede di essere (ancora) vissuta, mostrandosi incapace di liberare il palpitare del cuore e di spingerlo oltre l'encausta invisibilità/invivibilità di una dissolvenza, che fa dell'immagine l'espressione prima e ultima della morte, impedendo ai suoi corpi di continuare a vivere in quel fuori campo che è la concreta intimità del nostro sguardo vivente/presente. Allora la storia di Sarah/Diane Lane, una giovane insegnante divorziata, alla ricerca di una nuova vita e di un nuovo amore, non riesce a rivestire la realtà di una più dolce vivibilità, ma piuttosto a svestire l'illusione di uno sguardo e di un pensiero non estatico e pertanto impotente ad avventurarsi verso un'uscita da cui tornare a disseminare e dissipare le proprie emozioni. Così nel suo film Goldberg non solo manca quel ricordo intimo, capace di rievocare presenze e di porsi accanto agli altri e alle cose con un desiderio sempre vivo, nella sua inesauribilità, ma anche l'esporsi con discrezione al fluire della vita da guardare ogni volta con occhi nuovi per sentirne l'abbacinante colmarsi di sensazioni ed emozioni.

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Titolo originale: Must Love Dogs
Regia: Gary David Goldber
Interpreti: Diane Lane, John Cusack, Elizabeth Perkins, Christopher Plummer, Dermot Mulroney, Stockard Channing
Durata: 95'
Distribuzione: Warner Bros
Origine: USA, 2005

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