"Pasolini prossimo nostro", di Giuseppe Bertolucci

Film di montaggio realizzato dopo quasi un anno di lavoro, partendo da materiale inedito. Bertolucci ci aiuta, attraverso un perfetto scavo stratificante, a conoscere ancora di più uno dei pochi capaci a leggere la "mano" del futuro, attraverso la conoscenza del presente. Pasolini corre dagli uomini che lo sfuggono per costringerli a sapere

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Questo documentario diretto da Giuseppe Bertolucci è un film di montaggio realizzato dopo quasi un anno di lavoro. Presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti, si può considerare un "nuovo" testamento intellettuale di Pasolini, raccolto e ricostruito a partire da materiali del tutto inediti: oltre 50 ore di interviste audio e filmate dal giornalista Gideon Bachmann e 9000 foto che la fotografa Deborah Beer scattò sul set di Salò o le 120 giornate di Sodoma.  Il documentario, lungo 63 minuti, riporta la voce di Pasolini e la sua anticipatrice e disillusa analisi della società italiana: il potere, la mutazione antropologica, il dominio fascista della logica del consumo, la perdita della libertà e della purezza. Bertolucci riporta così in vita il Pasolini ultimo, quello delle "Lettere luterane", raccogliendo un testamento artistico, politico ed esistenziale dell'uomo.  In sala, il film è preceduto dal cortometraggio d'animazione Essere morti o essere vivi è la stessa cosa (2000) di Gianluigi Toccafondo, omaggio a Pasolini realizzato nel venticinquesimo anniversario della morte. Un viaggio animato attraverso alcuni film di Pasolini (La terra vista dalla luna, Che cosa sono le nuvole?, Uccellacci e uccellini) sullo sfondo di versi tratti dalle poesie friulane, mentre una serie di veloci schizzi disegnano e fanno emergere dai fotogrammi il ciclo naturale della vita e della morte, sottolineato dal continuo passaggio dal bianco e nero al colore. Il nuovo testamento è quello di un profeta che combatte gli indovini. Più che prevedere, Pasolini sembra chiamare ossessivamente alla conoscenza, pretendendo anche con furia l'ascolto, perché ha una missione di salvazione da compiere, d'accordo e su impulso intellettuale e culturale, e non può fare a meno degli uomini. Pasolini corre dagli uomini che lo sfuggono per costringerli a sapere, non sono gli uomini che corrono dall'indovino pagato e implorato perché vorrebbero sapere. Bertolucci ci aiuta, attraverso un perfetto scavo stratificante, a conoscere ancora di più uno dei pochi capaci in Italia a leggere la mano del futuro, attraverso la conoscenza del presente. Così Salò non è né il passato, né il futuro, è solo presente. Si apre su dissolvenze leggere di ville e palazzi che si specchiano nelle acque morte del lago: dietro la facciata di una di quelle dimore fasciate di verde e di silenzio, in una macabra penombra da veglia funebre, i quattro mostri (un presidente, un'eccellenza, un duca e un monsignore) stringono il loro patto micidiale e stilano il libro dei comandamenti.

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Regia: Giuseppe Bertolucci
Distribuzione: Ripley's Film, Cinemazero
Origine: Italia, 2006
Durata: 63'

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