Passeggeri della notte, di Mikhaël Hers
Un film di atmosfere, che sembra fluttuare nel tempo e nello spazio, mettendo al centro una famiglia che resiste alle fratture. Con Charlotte Gainsbourg
È il 1981 e in Francia Mitterand è stato appena eletto Presidente della Repubblica, provocando grande entusiasmo tra i cittadini. Inizia così Passeggeri della notte, con lunghe inquadrature dello scorrere del traffico in una Parigi evanescente e ovattata. E tutto il film gioca con questa sensazione di transitorietà, nell’arco di sette anni, mettendo in scena la vita di Elisabeth (Charlotte Gainsbourg), madre di due figli adolescenti da poco separatasi dal marito e bisognosa di ricostruire la propria vita. A partire dalla ricerca di un lavoro. Dopo vari tentativi fallimentari, troverà impiego come centralinista presso un programma radiofonico notturno condotto da Vanda, donna di polso, emancipata e indipendente, che farà da guida ad Elisabeth nel suo percorso di rinnovamento. Proprio durante una di queste notti passate a scremare le chiamate in arrivo, Elisabeth incontrerà Talulah, una giovane vagabonda venuta a raccontare la sua storia ai microfoni della trasmissione. Elisabeth decide di accogliere la ragazza in casa, dandole un posto dove dormire. La sua presenza porterà un inaspettato vento di cambiamento e introspezione per tutti i membri della famiglia. Sullo sfondo il XV arrondissement parigino, ricostruito attraverso filmati d’archivio e riprese in 16 e 35 millimetri.
Il film di Hers scivola via con ritmo lento, così come la vita di Elisabeth, fatta di momenti quotidiani divisi tra famiglia e lavoro, tra il ruolo di madre e la voglia di riscoprirsi come donna. Passeggeri della notte è un film di atmosfere impalpabili, di momenti sfuggenti ed apparentemente banali, di incontri casuali eppure segnanti. Hers costruisce la cornice del film attorno a eventi storici e omaggi cinematografici, da Le notti della luna piena di Éric Rohmer a Le pont du Nord di Jacques Rivette. Ricrea gli anni ‘80 attraverso cenni e riferimenti apparentemente casuali, che quasi sfuggono all’attenzione, appoggiati delicatamente tra un’inquadratura e l’altra, senza il bisogno di caricarli di simbolismi non necessari.
Passeggeri della notte è un film sul senso della famiglia, la cui identità prende forma anche attorno a oggetti e luoghi – la casa prima di tutto – dai quali prima o poi ci si dovrà distaccare, per ritrovarsi altrove, in un altro tempo, senza avere perso il senso di sé, ma aprendosi alla possibilità di un nuovo inizio. Ma è anche un film di fantasmi, di persone rievocate ma mai mostrate (come l’ex marito di Elisabeth), di voci senza corpi (come quella di Vanda per gli ascoltatori notturni), di presenze che scompaiono nel nulla così come sono arrivate, per poi improvvisamente ritornare (Talulah). Un ventaglio di individui che appartengono a quel mondo d’immagini sfocate che è la memoria e che Hers riesce a tradurre perfettamente sullo schermo. I passeggeri della notte siamo noi, che attraversiamo la nostra vita e le vite altrui d’inciampo, con profonda leggerezza, segnati da drammi e conflitti che non serve sviscerare. Dopo il racconto dell’attentato terroristico in Quel giorno d’estate, il regista torna agli anni della sua infanzia con un film che sembra fluttuare nel tempo e nello spazio, mettendo al centro un nucleo familiare che resiste alle fratture. Un film esistenziale che si affida senza riserve alla raffinatezza della messa in scena, ai gesti semplici, alla purezza d’animo dei suoi protagonisti.
Titolo originale: Les passagers de la nuit
Regia: Mikhaël Hers
Interpreti: Charlotte Gainsbourg, Quito Rayon Richter, Noée Abita, Megan Northam, Thibault Vinçon, Emmanuelle Béart, Laurent Poitrenaux, Didier Sandre, Lilith Grasmug, Calixte Broisin-Doutaz, Eric Feldman, Raphaël Thiery, Zoé Bruneau, Mounir Margoum
Distribuzione: Wanted Cinema
Durata: 111′
Origine: Francia, 2022
Ottime cose la sensibilità, il senso dei legami e l’empatia ma per farne un soggetto di un film non bisognerebbe tralasciare il dolore che esseri umani causano ad altri esseri umani (il legno storto dell’umanità) e che fa nascere queste qualità. Per questo i Dardenne sono inimitabili