"Per altri occhi", di Silvio Soldini e Giorgio Garini

Il pregio del lavoro di Soldini e Garini risiede nella sua umiltà, nella capacità di farsi da parte, di lasciare ai protagonisti la possibilità di esprimersi, senza proiettare su di essi sentimenti artificiali. I loro occhi ci indirizzano ad un fuori che potremmo vedere insieme a loro se solo volessimo. In sala solo il 9 ottobre

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Per altri occhi, di Silvio Soldini e Giorgio GariniSono tanti gli occhi da incontrare, durante questo documentario di Soldini e Garini. Occhi che hanno smesso di vedere, o non hanno mai iniziato. Ma non vi è limite alla vita, se il limite non lo si vuole vedere.

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Se il loro sguardo sembra all’inizio reticente nei confronti della macchina da presa, basta poco per far sì che esso riesca a posarsi su essa senza fatica
. Sono diversi, questi altri occhi. Alcuni opachi, in continuo movimento, altri profondamente scuri, sempre socchiusi, ma in ogni caso occhi che traboccano di sguardi. Perché non è necessario vedere una montagna se ascoltando bene la si può percepire avanzare verso il petto. Capita più volte, durante il film, che lo schermo diventi nero. Non un nero perfetto, ma un nero che lascia trasparire forme e ombre, mentre il suono continua a riempire lo schermo, divenendo a tratti mostruoso per la sua cacofonia che non trova un riscontro visivo. Viene da pensare che questa scelta stilistica serva a entrare, sebbene per pochi secondi, dentro gli occhi dei protagonisti. Ma questo non è che uno spavento di breve durata. Il nero aggredisce lo spettatore nella comodità della sua poltrona, non prosegue a proiezione finita, seguendolo nel labirinto del gorgo urbano. Non è questo nero, quindi, a farci vedere con altri occhi.


Il pregio del lavoro di Soldini e Garini risiede nella sua umiltà
, spesso assente nel cinema italiano. La capacità di farsi da parte, di lasciar ai protagonisti la possibilità di esprimersi, senza proiettare su di essi sentimenti artificiali. Per altri occhi è esente da quel tipo di pietismo così diffuso che spesso ferisce più dell’indifferenza. Di contro, i numerosi ritratti che portano sullo schermo la vita quotidiana di questo gruppo di non vedenti sanno prendersi il loro tempo e il loro spazio, mantenendo sempre la giusta distanza che intercorre fra l’esaltazione e il patetismo. Non si celebra il coraggio o la forza di volontà di queste persone, ma le si ammira con sincerità, avvicinandole il tanto che basta. E questa umiltà si avverte anche dal punto di vista tecnico, dove il tremare della mdp sembra quasi una traduzione visiva dell’emozione espressa sottovoce.

 

Gli altri occhi sono soprattutto i nostri: è uno sguardo che deve essere rivolto all’interno, posato sull’invisibile. Gli occhi dei protagonisti, insieme ai loro gesti, alle loro parole lasciate libere d’invadere l’inquadratura ci indirizzano ad un fuori che potremmo vedere insieme a loro se solo volessimo.

 

 


Regia: Silvio Soldini, Giorgio Garini
Interpreti: Enrico Sosio, Giovanni Bosio, Gemma Pedrini, Felice Tagliaferri, Luca Casella, Mario Santoni, Aldo Grassini, Daniela Bottegoni
Origine: Italia, Svizzera, 2013
Durata: 95'

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