Percival Everett vince il Pulitzer con il romanzo James

La revisione di Le Avventure di Huckleberry Finn, ideata dallo scrittore afroamericano nel suo romanzo “James”, vince il premio letterario più prestigioso. Lo schiavo Jim di Twain ai tempi di Trump

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L’ultima edizione dei Premi Pulitzer ha alzato un polverone negli USA per motivi politici e sociali, aprendo molte discussioni. Nelle sezione giornalistiche, infatti, a vincere sono stati i quotidiani più democratici come il New York Times e il New Yorker, generando polemiche per l’ovvia contrarietà alla guida repubblicana. Così, ad esempio, è stata premiata la vignettista che si era dimessa dal Washington Post – a nuova trazione conservatrice – dopo che le era stato rifiutato un disegno satirico nei confronti del presidente Trump e della sua squadra di governo. Ma tra gli altri articoli meritevoli di una riconoscenza ci sono stati anche quelli del tentato assassinio al presidente durante le elezioni del Washington Post, quello sull’aborto negato di ProPublica, i tanti su Gaza e sul problema Fentanyl. Alla sezione narrativa invece, al di là di ogni polemica, a vincere è stato il nuovo romanzo di Percival Everett, James. Il romanzo è una riscrittura di Le Avventure di Huckleberry Finn ma dal punto di vista dello schiavo Jim. Il libro, che aveva recentemente già vinto il Kirkus Prize e anche il National Book Award, ha voluto rendere il personaggio di Jim, qui protagonista e narratore, meno sempliciotto rispetto alla celeberimma versione di Mark Twain. Egli risulta infatti più arguto e mostra alla società bianca quello che si aspetta per non avere problemi. In più, nonostante la storia inizi in modo leggero, andando avanti i toni diventano sempre più cupi, trattando temi come il razzismo e l’omicidio.

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Percival Everett è nato a Fort Gordon, Georgia nel 1956 ed è uno scrittore afroamericano formatosi in filosofia all’Università di Miami. Arrivato all’apice del successo internazionale grazie proprio a questa sua ultima fatica che gli ha fatto vincere il premio letterario più prestigioso, in realtà ha una carriera che inizia dai primi anni ’80 e che tocca una grande quantità di generi diversi, facendolo diventare presto un punto di riferimento per la letteratura black. Le sue storie spaziano infatti dalla satira alla completa introspezione, alternando momenti leggeri a quelli più concitati, dal western al thriller. Per alcuni romanzi, come For Her Dark Skin e altri, si è ispirato alla mitologia greca. Solo nel 2007 è tradotto per la prima volta in italiano, con uno dei suoi libri più famosi, Glifo del 1999, una storia di un bambino estremamente intelligente ma che sceglie di non parlare.

Fino ad ora il suo più grande successo era il romanzo Erasure del 2001, storia di un professore e scrittore afroamericano, ispirato a sé stesso, criticato da agenzia e pubblico per non essere abbastanza ligio alla causa nelle sue storie. Le sue difficoltà come scrittore e i problemi familiari lo portano allora alla frustrazione, imponendogli di scrivere il testo più attivista possibile. Erasure ha avuto un adattamento poi nel 2023 da Cord Jefferson per il film American Fiction, vincitore di molti premi a livello internazionale, tra cui Migliore Sceneggiatura non Originale agli Oscar del 2024, oltre ad esser stato candidato perfino a Miglior Film.

In questi ultimi anni si assiste in tanti media dunque ad un vero e proprio consolidamento dell’arte black negli Stati Uniti. Nel 2020 era stato, ad esempio, già Colson Whitehead, scrittore afroamericano, a vincere il Pulitzer con il suo I Ragazzi della Nickel, adattato nel 2024 al cinema da RaMell Ross e candidato al Miglior Film. Ancora più recente nel cinema il grande successo di I Peccatori, di Ryan Coogler, a cui Senteri Selvaggi ha dedicato recentemente uno speciale, con Michael B. Jordan in un doppio ruolo nel western ambientato negli anni ’30 ma che riscrive le coordinate di genere secondo le pulsioni civili dell’oggi.

 


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