Perfetti Sconosciuti. Paolo Genovese e il cast presentano il film

Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Edoardo Leo, Kasia Smutniak e il numeroso cast di Perfetti Sconosciuti hanno parlato del loro ruolo nell’ultima commedia diretta da Paolo Genovese

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Il numeroso e variegato cast dell’ultima commedia targata Paolo Genovese era presente questa mattina al Cinema Adriano per presentare Perfetti Sconosciuti, una “dramedy che uscirà al cinema l’11 febbraio e che contrappone le coppie Marco Giallini/Kasia Smutniak, Valerio Mastandrea/Anna Paglietta, Edoardo Leo/Alba Rohrwacher e Giuseppe Battiston.

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“L’idea di raccontare la vita segreta delle persone mi interessava, ma non riuscivo a trovare un modo efficace per farlo”, racconta Genovese, “al cinema oramai è sempre più difficile trovare metodi di racconto originali. L’idea del gioco dei cellulari è partita da questo, come uno stimolo a fare qualcosa di nuovo, ed inizialmente doveva essere una sola scena”, spiega il regista di Immaturi e Tutta colpa di Freud, descrivendo l’escamotage utilizzato per far emergere i non detti tra le coppie, ossia il gioco di far sentire alla tavolata di amici radunati per cena le telefonate e i messaggi ricevuti. “L’utilizzo dei cellulari, descritti nel film come le scatole nere delle nostre vite, è stato uno strumento fertile per raccontare il nostro presente”. “Nell’arco del film il personaggio di Marco Giallini afferma che siamo tutti frangibili, ed è da lì che sono partito, non è un film contro i social o contro la tecnologia, ma che riflette sul fatto che ad oggi noi tutti affidiamo ad un oggetto i nostri segreti, diventando in tal modo più fragili”, prosegue Genovese, che assieme a Rolando Ravello, Filippo Bologna, Paolo Costella e Paola Mammini del film firma anche la sceneggiatura.

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Piuttosto che un’impostazione teatrale, “l’idea di girare il film in interni ad attorno a un tavolo era dettata dal far sentire il pubblico come un componente della tavola, la macchina da presa è spesso posizionata dove sarebbe dovuto essere l’ottavo invitato”, prosegue Genovese. “L’unità di tempi e luoghi naturalmente rimanda al teatro”, incalza Alba Rohrwacher, “ma il film di teatrale ha pochissimo, anzi niente”.

Una volta passata la parola al cast, tra una battuta e un’altra dell’istrione Marco Giallini, Paolo Genovese li introduce dicendo che ogni personaggio era stato scritto esattamente per quell’attore, e che nella sceneggiatura era pensato con il loro vero nome. “Abbiamo parlato molto con Genovese prima del film, per la mia difficoltà ad entrare nel ruolo, nella commedia” dice Valerio Mastandrea, nel film nei panni di un burbero marito insoddisfatto. “Poi però sono rimasto sorpreso dal lavoro che siamo riusciti a creare, in questo senso ho dovuto smussare una mia rigidità e trovare una sintonia con regista e attori, che poi sono persone che conosco da una vita, da più di vent’anni”.

“Come dice Valerio ci conosciamo da una vita”, spiega Edoardo Leo, “e intorno ai quaranta si sviluppa come una distanza, una difficoltà nel dare suggerimenti ai colleghi. Invece girando Perfetti Sconosciuti ci siamo liberati dall’ansia del rispetto reciproco per pensare alla riuscita del film, dare la priorità a quella. Paolo ha creato queste condizioni”.

 

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