#PesaroFF57 – Incontro con Mouaad el Salem, Xacio Baño, Adriano Valerio, Nicolás Zukerfeld

Si è tenuto questa mattina al Cinema Astra l’incontro con quattro dei registi selezionati per il concorso Pesaro Nuovo Cinema di quest’anno

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All’interno della sezione mattutina di questa edizione 2021 della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro si sono tenuti questa mattina gli incontri con alcuni dei registi in concorso al festival. I quattro registi in videocollegamento Mouaad el Salem, Xacio Baño, Adriano Valerio, Nicolás Zukerfeld hanno conversato con il direttore del festival Pedro Armocida, Cecilia Ermini e Raffaele Meale, che affiancano Armocida, Anthony Ettorre e Paola Cassano come selezionatori del concorso.

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Ha aperto l’incontro il regista tunisino Mouaad el Salem, il quale partecipa con This Day Won’t Last, 25 minuti che dedicati all’omosessualità vissuta in Tunisia. Il volto del cineasta non è stato visibile poiché come lo stesso ha sottolineato questa scelta ha una doppia valenza sia “protettiva” che “simbolica”. La sua invisibilità vuole rappresentare tutti gli omosessuali tunisini, i quali si trovano a vivere una situazione complessa e osteggiata, come sottolineato da Mouaad el Salem, sia dalla religione sia dalla polizia e che non sembra affatto andare migliorando.

A seguire il regista italiano di stanza a Parigi Adriano Valerio, che a Pesaro presenta il suo The Nightwalk. Il cortometraggio racconta la storia vissuta da un amico di Valerio che il regista ha deciso immediatamente di raccontare, definendo questo lavoro come uno di quei film “che ti arrivano addosso”. Il film è stato diretto dal regista dalla Francia nonostante sia ambientato a Shanghai ed il cineasta ne ha approfittato per discutere della materialità e del fatto che il cinema ne sia già privo, in qualche modo.  Questa nuova modalità priva di tangibilità e vissuta attraverso gli schermi a cui il mondo si è dovuto abituare non ha fatto altro che acuire questa dimensione. The Nightwalk è secondo Valerio una di quelle storie che narrano il segno che questa esperienza ha lasciato sulle persone ed esplicano l’elemento chiave che più a lui interessa, la sedimentazione di questa nuova percezione delle relazioni umane e di conseguenza del cinema.

Xacio Baño ha discusso del suo Auguas Abisais (Deep Waters), cortometraggio di 25 minuti in cui l’elemento chiave è la trasposizione della scrittura al cinema. Tutto viene giocato sulla figura di un ragazzo diciassettenne che teme la guerra a cui è suo malgrado costretto e che finisce poi per diventare un uomo coraggioso strettamente legato alla patria. Baño ha dichiarato di essere estremamente interessato all’importanza dell’espressione attraverso la scrittura, anche quella calligrafica, la quale porta con sé un enorme potenziale scenografico. Il suo essere originario della Galizia ha portato il regista ad esprimersi con grandi lodi nei confronti di una regione che patrocina i suoi artisti dando molto spazio all’idea e alla voglia di mettere sul piatto la propria visione, piuttosto che al successo economico o al risultato effettivo del film, ammettendo di esserne stato lui stesso influenzato positivamente.

Infine il regista argentino Nicolás Zukerfeld, dalle sette del mattino dell’inverno australe ha spiegato la relazione fra la visione accademica e quella pratica e di come queste due facce si incontrino nel suo cinema. Nel suo There Are Not Thirthy-Six Ways Of Showing A Man Getting On A Horse si trova infatti una rivisitazione in chiave semi-comica di certi canoni del cinema classico. Come affermato da Zukerfeld, il suo voleva essere un tentativo di trovare un lato ludico nel “canone”, non c’era nessuna intenzione di “burlarsi del lato accademico del cinema”, lato di cui egli stesso in fondo è parte, con il suo ruolo di professore universitario. “Non volevo che il film fosse solenne e rigido. Mi piace molto lo slapstick, la commedia. Volevo che ci fosse un’investigazione, però che fosse assurda. La mia intenzione era quella di mostrare il piacere dell’investigazione, il quale non per forza risiede nelle cose serie, ma può essere trovato anche nelle realtà più banali.”

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