#PesaroFF52 – Uno sguardo d’insieme

Chiusa la 52esima Mostra del cinema di Pesaro guardiamo al futuro e alla rigenerazione di ogni sguardo filtrato dalla macchina da presa.

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Nell’ultimo resoconto dalla Mostra di Pesaro si è provato a raccontare il percorso che il festival ha intrapreso e che crediamo gli appartenga istituzionalmente e geneticamente, avendo sempre avuto, questo festival, il compito di andare in avanscoperta e portare il nuovo che nel cinema si produce(va) sin dalle sue primissime edizioni. Se si volesse togliere a Pesaro questa caratteristica, sarebbe una manifestazione in mezzo alle altre con nessun valore aggiunto rispetto alla ricerca e alla sperimentazione. Ma per fortuna non Inland, Teguiasembra essere questa la volontà di chi lo dirige che tende ad accentuare i passi in direzione di una personalità precisa da fare assumere al Festival, in linea con la sua natura. Proprio in questo senso la Sezione Satellite al suo esordio al festival, ha raccolto le istanze dei filmaker più giovani o ai loro esordi. Una ricerca visiva e sensoriale, a volte spiazzante ed estrema.
Di rilievo e nella stessa direzione la bella retrospettiva dedicata a Virgilio Villoresi. I suoi lavori di animazione, spesso rivolti al mondo della pubblicità complice la ricercata raffinatezza dell’impianto, hanno catturato l’interesse della sala sebbene non si tratti precisamente di animazione, nel senso classico della parola, è certamente originale il modo di comporre ogni lavoro tra residui di mercatini delle pulci, materiali di riciclo, disegni di sagome di cartone, invenzioni visive e da bricolage domestico, spesso accompagnati dall’uso delle mani che entrano in gioco a costituire ulteriore elemento ludico del set. I brevi film di Villoresi costituiscono una novità nel

??????????????????????????panorama italiano e con il loro gusto retrò hanno evidentemente affascinato anche Vinicio Capossela, se il video di Pryntyl è stato realizzato vivacemente proprio da Virgilio Villoresi.
Sotto il profilo della provocazione Pesaro ha proposto una riflessione sul porno ospitando il cortometraggio di Monica Stambrini, Queen Kong con Valentina Nappi e Luca Lionello, entrambi ospiti della serata e l’indomani al dibattito nel Centro di arti audiovisive. Sicuramente una provocazione quella di Monica Stambrini, già collaboratrice di Bernardo Bertolucci che deve il suo esordio nel lungometraggio al film Benzina cui sono seguiti alcuni lavori in durata più ridotta, tra cui anche il making of di Io e te di Bernardo Bertolucci dal titolo La sedia elettrica. Queen Kong è un film al confine tra il porno e l’horror, due generi che hanno molteplici incroci e che soffrono, per ragioni differenti di un ostracismo da parte della fetta più numerosa del pubblico e sono riserva di incalliti appassionati dei due generi. Elegante nella sua messa in scena e sicuramente efficace nel suo esito, Queen Kong ci sembra in fondo sia stata la giusta maniera di affrontare con la necessaria ironia, ma anche con l’indispensabile caratterizzazione, il tema del cinema pornografico. Il film fa parte di un progetto il cui titolo è Le ragazze del porno, sodalizio cheQueen Kong, Stambrini raccoglie alcune registe italiane tra cui Monica Stambrini, Roberta Torre, Regina Orioli che con operazioni di crowfounding portano avanti la realizzazione di cortometraggi che andranno a comporre, infine, un film più lungo.
Di Tariq Teguia, cinquantenne regista algerino, questa stessa rivista si è ampiamente e in più occasioni occupata e quindi è superfluo ridisegnare i confini (inesistenti) di questo suo cinema e questo resta il dato di fondo della sua opera complessiva vista integralmente nella retrospettiva dedicatagli. Di interesse l’incontro con lui condotto da Fulvio Baglivi e Cecilia Ermini nel quale si è potuto verificare che il cinema di Teguia nasce da una profonda commistione di culture e di generi, una curiosità innata verso ogni forma artistica ed una conoscenza sia del mondo occidentale che di quello arabo. Senza volersi mai fare portavoce di nessuna verità, Teguia, stabilitosi a Salonicco, appare davvero il frutto positivo di una cultura mediterranea che sicuramente caratterizza il suo cinema e le sue parole.
Salutiamo quindi la 52esima Mostra del Cinema di Pesaro, guardando, come sempre, al futuro e alla rigenerazione di ogni sguardo filtrato dalla macchina da presa.

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