#PesaroFF56 – Tutti i vincitori della 56a edizione

Tutti i vincitori della 56a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Doppio trionfo per A metamorfose dos pàssaros e premio del pubblico per Il caso Braibanti

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Si chiude la 56a edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, con la cerimonia di premiazione presentata da Miriam Galanti e, a seguire, un collegamento web con Giuliano Montaldo per coronare l’evento speciale a lui dedicato che si è concluso poi con la proiezione del film di chiusura L’industriale. Il Concorso Pesaro Nuovo Cinema si è aperto eccezionalmente quest’anno a opere di tutti i generi e formati, dai lunghi ai cortometraggi, realizzati sia da registi esordienti sia da autori più affermati, per un totale di 18 opere in gara. La Giuria, composta dal direttore della fotografia svizzero Renato Berta, dall’attore e regista Vinicio Marchioni e dall’artista e animatore Virgilio Villoresi, ha assegnato il Premio Lino Miccichè per il miglior film del Concorso a A metamorfose dos pàssaros, di Catarina Vasconcelos (Portogallo, 2020, 111′). Esordio sul lungometraggio è una meditazione sulla perdita e l’assenza — quella di due madri — in cui parole poetiche scorrono senza un legame diretto con immagini dalle forti suggestioni pittoriche. Il film ha vinto con la seguente motivazione: “Questa giuria ha deciso di premiare l’autenticità con cui l’autrice ha raccontato la famiglia trattando le inquadrature come quadri in movimento. Grazie all’efficacia narrativa e alla cura estetica, il film accompagna lo spettatore in un viaggio visivo poetico ed emozionante”. Una giuria di studenti coordinata da Pierpaolo De Sanctis e formata da venti giovani provenienti da varie università e scuole di cinema italiane è stata chiamata a conferire un premio a un film del Concorso. Il film vincitore del Premio della giuria giovane è: A metamorfose dos pàssaros, di Catarina Vasconcelos (Portogallo, 2020, 111′). Con la seguente motivazione: “Per aver saputo cristallizzare memorie familiari e storia di un Paese in un affresco poetico ricco di spunti pittorici e letterari. Per l’uso originale del quadro cinematografico, frutto di un sguardo lirico e potente capace di evocare emozioni, sensazioni e immaginari eterogenei”. La giuria studenti ha inoltre deciso di assegnare una Menzione Speciale a: Il n’y aura plus de nuit, di Eléonore Weber (Francia, 2020, 76’). Opera seconda della regista francese Eléonore Weber è un’operazione che si colloca a metà strada tra il documentario e la video-arte utilizzando le immagini catturate dai visori termici di velivoli militari nelle zone di guerra per elaborare una potente riflessione sull’etica delle immagini e il ruolo dello sguardo al cinema (e nella realtà). L’opera ha vinto la menzione speciale con la seguente motivazione: “Per l’efficace rielaborazione critica di documenti visivi bellici organizzati in un impianto formale rigoroso e spietato. Per la riflessione non convenzionale sulla natura perturbante delle immagini, capace di sensibilizzare la coscienza dello spettatore attraverso un coinvolgimento al tempo stesso etico ed emotivo”. Da molte edizioni ormai, la Mostra organizza ogni sera in Piazza del Popolo delle proiezioni in cui gli spettatori sono chiamati a votare per il miglior film della sezione Cinema in Piazza. A causa delle disposizioni sanitarie non è stato possibile quest’anno permettere al pubblico di votare attraverso il classico sistema cartaceo, ma si è deciso comunque di premiare il film che ha riscosso il maggior successo tra quelli proiettati in Piazza, con un metodo forse poco scientifico ma di immediata riconoscibilità, ovvero gli applausi degli spettatori. Con queste premesse il vincitore del Premio Cinema in Piazza è risultato essere: Il caso Braibanti, di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese (Italia, 2020, 60’). Un’opera che rende giustizia a un intellettuale colpevolmente dimenticato come Aldo Braibanti e, soprattutto, che riporta all’attenzione pubblica uno dei più clamorosi processi-scandalo della storia della Repubblica italiana attraverso interviste, immagini di repertorio e ricostruzione teatrale. Un grido di denuncia contro l’omofobia e la repressione culturale che ha risuonato con forza nei cuori degli spettatori.
(Ri)montaggi è il primo concorso in Italia legato al video essay, la nuova forma di critica cinematografica per immagini che trova spazio non solo in video virali sul web, ma anche come momento di studio nelle università più all’avanguardia. Per questa sesta edizione i curatori Chiara Grizzaffi e Andrea Minuz hanno selezionato come finalisti sei video essay/recut/mash-up/remix realizzati da studenti di università e scuole di cinema di tutto il mondo. Tra questi, la giuria composta da Rocco Moccagatta, Arianna Lodeserto e Cristiana Paternò ha eletto il vincitore: Sage bodies, safe environment: The atmosphere of Todd Hayne’s Safe, di Kelsey Draper (Liverpool John Moores University) con la seguente motivazione: “Una lettura di un singolo film, Safe di Todd Haynes, analizzato dal punto di vista formale e compositivo e messo a confronto con il pensiero dell’autore e il clima che ha caratterizzato la diffusione dell’Aids negli anni ‘80. Un saggio dettagliato e scrupoloso, ma anche appassionante che dialoga con la nostra contemporaneità: attraverso il confronto con la narrazione tossica dell’Aids e la (sug)gestione di massa di quei tempi neppure lontani, il videosaggio riflette sull’utopia della sicurezza totale e dell’immunità a qualsiasi costo (personale e collettivo)”. La giuria ha inoltre assegnato una Menzione Speciale a: A touch screen videoessay, di Erica Nobis (Università Cattolica). Con la seguente motivazione: “Repertorio/enciclopedia di un motivo (il toccarsi), che di nuovo dialoga, in una forma emozionante ed originale, con il nostro presente, ricordandoci la bellezza di un gesto di cui sentiamo l’assenza”.

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