"Piazza delle Cinque Lune", di Renzo Martinelli

Schema/Propp applicato alla lettera, Hollywood è il riferimento di Martinelli che "omaggia" il "giallo" JFK di Oliver Stone, la saga 007 e l'ultimo thriller di Fincher Panic Room con la mdp che attraversa i corpi (tutto con il digitale) dimostrando quanto sia irrisorio il Caso Moro nella colonizzazione statunitense.

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Si può vivere senza Rossellini. Il cinema italiano lo ripete da anni e Piazza delle Cinque Lune lo afferma senza esitazioni; forte dei 9 milioni incassati dal precedente film di Renzo Martinelli, Vajont, della presenza di un cast con Donald Sutherland e Giancarlo Giannini affiancati da Stefania Rocca, del suo "linguaggio moderno, accattivante, pieno di suspense e di ritmo" (Martinelli).

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Il titolo è il nome di una piazza romana, dove sembra che Mino Pecorelli fosse venuto a conoscenza del "Memoriale Moro", e nel film diventa la chiave d'accesso di un dischetto (contenente appunto il mai interamente ritrovato memoriale che Aldo Moro avrebbe scritto durante la sua prigionia) che un brigatista, prossimo alla morte, consegna al procuratore Saracini (Sutherland) appena andato in pensione.


La verità? (permetteteci di interrogarci ancora…) proviene dai libri di Sergio Flamigni, in particolare La tela del ragno, che legge il "casomoro" in chiave antiPCI, con gli statisti democristiani (in particolare Andreotti, capo del governo e il ministro degli interni Cossiga) a coprire una manovra di CIA, P2 e SISDE con le BR di Mario Moretti semplice braccio armato al servizio dello spionaggio internazionale (questa parte nel film è spiegata con il cameo di F. Murray Abraham, chiamato Entità, con cui Saracini si incontra a Parigi).


Il fine del film è dire tutto questo e per due volte i protagonisti si ritrovano intorno ad un tavolo a snocciolare dati e date. Intorno al "messaggio" Martinelli e il cosceneggiatore Campus costruiscono un giallo-spy-thriller d'ambientazione senese, con il procuratore Saracini affiancato dalla giovane collaboratrice Doni (Rocca) e dal capo della scorta Branco (Giannini), che indaga a partire da un Super8 con le immagini del rapimento di Moro in via Fani consegnatogli da un ex-brigatista ammalato di tumore. Intorno ai tre protagonisti, che incarnano l'uomo che non si arrende all'età (trascurando i consigli della figlia) pur di fare luce sui fatti, la donna in carriera che sacrifica la sua famiglia (nonostante i litigi col marito) sull'altare del vero e della patria a cui Branco è asservito, vi sono le figure del brigatista e del "potere" che agiscono in direzioni opposte e di cui vediamo i volti soltanto alla fine.


Schema/Propp applicato alla lettera, Hollywood è il riferimento di Martinelli che "omaggia" il "giallo" JFK di Oliver Stone, la saga 007 e l'ultimo thriller di Fincher Panic Room con la mdp che attraversa i corpi (tutto con il digitale) dimostrando quanto sia irrisorio il Caso Moro nella colonizzazione statunitense. Piazza delle Cinque Lune è il rovesciamento di pensiero e opere di Rossellini, qui la verità non è qualcosa da ricercare attraverso la forma, è già data all'inizio (la frase di Solone La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi) e il film ne è una spiegazione (che finisce appunto con l'immagine della ragnatela). Martinelli continua a credere che falso su vero è uguale a vero (come già in Porzus e Vajont), con tecnica pubblicitaria (e la macchina che corre nella campagna senese svela le sue origini) sa qual è il prodotto a cui vuole arrivare e ci costruisce intorno improbabili fiction, svilendo il cinema a mero linguaggio/mezzo con cui giocare a piacimento. Finché resterà questo lo Stato del cinema italiano noi continueremo a stare con le Brigate Rosse(llini).


 


Regia: Renzo Martinelli
Sceneggiatura: Renzo Martinelli e Fabio Campus con la consulenza di Sergio Flamigni
Fotografia: Blasco Giurato
Montaggio: Massimo Quaglia
Musiche: Paolo Buonvino
Scenografia: Franco Vanorio
Costumi: Luigi Bonanno
Interpreti: Donald Sutherland (Rosario Saracini), Giancarlo Giannini (Branco), Stefania Rocca (Fernanda Doni), F. Murray Abraham (entità), Aisha Cerami (Ombretta), Greg Wise (Francesco Doni), Nicola Di Pinto (antiquario/sconosciuto), Federica Martinelli (tecnico informatico)
Produzione: Martinelli Film Company Int./Istituto Luce/Spice Blue Star
Distribuzione: Istituto Luce
Durata: 120'
Origine: Italia, 2003



 


 


 

 

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