Pinocchio, di Robert Zemeckis

Versione live-action del cartoon Disney del 1940 ma soprattutto un film sull’incantesimo del tempo. Qualche forzatura digitale con i mostri ma il resto è pura magia. Disney+

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Il tempo diventa opprimente in Pinocchio. Ci sono le tracce di Fritz Lang negli orologi a cucù costruiti da Geppetto. Le lancette girano, si fermano, vengono distrutte (come nel paese dei Balocchi), ripartono, si bloccano ancora per nuovi e sorprendenti incantesimo. Si, Pinocchio è un film sull’incantesimo del tempo. Non c’è più il viaggio nel passato e nel futuro della trilogia di Ritorno al futuro, la fantastica corsa nella storia americana di Forrest Gump, la sospensione infinita sull’isola di Cast Away. Certo, forse compaiono solo i (possibili, impossibili, sognati, immaginati) miracoli di Contact, il film a cui Pinocchio è più vicino. Perché ogni storia, anzi il cinema, sono sempre un atto di fede. Pinocchio è l’astronoma Elle Arroway in versione burattino. Punta al cielo, allo spazio, vola anche quando cammina.

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Il grillo parlante entra in campo sin dai titoli di testa e diventa il narratore. Per ripararsi dal freddo, entra nella bottega di mastro Geppetto che è rintanato lì da tempo. Non vende più i suoi orologi e solo il gatto Figaro e la pesciolina Cleo gli tengono compagnia. L’uomo non si è infatti mai ripreso dalla morte del figlio. L’unico suo desiderio è che la sua ultima creazione, un burattino di legno di pino, possa aiutarlo a convivere con il dolore della sua perdita. Così una notte, prima di andare a letto, vede in cielo la Stella dei Desideri e il suo spirito appare nella notte, attraverso la Fata Turchina che spiega al burattino che, se vuole diventare un bambino in carne ed ossa, deve essere bravo e obbediente. La Fata assegna anche al Grillo Parlante il compito di diventare la sua coscienza. Pinocchio prende vita e acquista la parola e parte con le migliori intenzioni. Geppetto lo manda a scuola ma da quel momento qualcosa va storto.

Il tempo condensa tutta la storia di Pinocchio nei 105 minuti nella versione live-action del cartoon Disney del 1940 tratto dal celebre libro di Carlo Collodi a cui è molto fedele. Zemeckis forse oggi è tra i pochissimi cineasti che riescono ad allinearsi alle storie originali facendo credere di mostrare qualcosa di completamente diverso. Era già accaduto con la lettura di Charles Dickens in performing capture di A Christmas Carol e, anche in questo caso, ogni scena è come vederla per la prima volta. Cerca la strada del musical, come nell’apparizione della Fata Turchina afroamericana interpretata da Cynthia Erivo, ma non se ne fa sopraffare. Sullo sfondo delle location toscane (mentre la parte in studio è stata girata in Gran Bretagna), Zemeckis fa il suo primo ‘viaggio in Italia’ facendo muovere Pinocchio sempre su un filo proprio come Philippe Petit in The Walk. La sua versione – di cui è anche sceneggiatore assieme a Chris Weitz – è piena di fiammeggianti invenzioni, dall’unica scena in cui cresce il naso al burattino per far prendere la chiave al Grillo Parlante, allo spettacolo con Mangiafuoco (interpretato da Giuseppe Battiston) con un balletto impazzito da cinema muto sperimentale con i piedi che gli prendono fuoco, a tutta la grandiosa sequenza dei fuochi d’artificio, una specie di Fellini in versione Disney. Tom Hanks poteva essere l’unico Geppetto possibile. Forse i mostri sono l’unica vera forzatura digitale dove la Disney, solo per un frammento, s’impossessa del film. Ma dentro il ventre del mostro marino, c’è forse un altro possibile film che Zemeckis vorrebbe fare, una nuova versione di Moby Dick. In attesa del Pinocchio di Del Toro, quello di Zemeckis è in linea con tutto il suo cinema. Un burattino più emaginato (il maestro che manda via a calci Pinocchio dalla scuola), ma anche con l’ottimismo del coniglio di Chi ha incastrato Roger Rabbit. Dopo oltre trent’anni, lo spirito del regista resta uguale. La lacrima di Pinocchio nel finale riprende ancora quel dialogo serrato tra Zemeckis e Spielberg. Alla fine, nulla è cambiato.

 

Titolo originale: id.
Regia: Robert Zemeckis
Interpreti: Tom Hanks, Cynthia Erivo, Luke Evans, Giuseppe Battiston, Lewin Lloyd, Kyanne Lamaya, Sheila Atim, Angus Wright, Jamie Demetriou
Voci: Benjamin Evan Ainsworth, Joseph Gordon-Levitt, Lorraine Bracco, Jaquita Tal’e, Keegan-Michael Key
Distribuzione: Disney+
Durata: 105′
Origine: USA, 2022

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.2
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Il voto dei lettori
3 (16 voti)
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