"Pirati! Briganti da strapazzo", di Peter Lord e Jeff Newitt


L'eccezionale bravura nella messa in scena di questa storia supera anche lo spunto banale di partenza. Quello di un pirata pasticcione che cerca rivalsa personale alla ricerca di tesori. È la capacità di creare un mondo autonomo e personaggi ricchi di sfumature, nessuno dei quali superfluo, in appena un'ora e mezzo di film. Riuscire a gettare lo spettatore in una mitologia che lascia presupporre delle radici ben più profonde. Mescolando con pungente (auto)ironia elementi storici ed elementi di finzione

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Chissà se questi Pirati consentiranno finalmente il meritato salto di qualità degli studi Aardman agli occhi del grande pubblico. Perché non c'è dubbio come critica e Oscar abbiano già tributato i legittimi riconoscimenti a questi geni dell'animazione, dello stop-motion, veri e propri artisti della plastilina. Forse lo scetticismo nasce dalla terra d'origine, la perfida Albione che l'ignoranza generale relega in secondo piano rispetto ai colossi hollywoodiani. C'è anche da ammettere che i precedenti tentativi di lungometraggi, dal debutto nel 2000 con Galline in fuga, erano forse prove generali per un'esplosione fisiologicamente più graduale. In un'epoca però dove il connubio animazione/infanzia era ancora troppo radicato nell'immaginario collettivo. Siamo comunque al cospetto degli inventori dei geniali Wallace & Gromit.

Arriviamo ad oggi, dove il mondo cinefilo è ormai pronto e abituato, dove la considerazione per determinate tecniche creative è ai massimi storici. La creatura di Peter Lord (qui regista, oltre che produttore, ma soprattutto cofondatore degli Aadrman) e Jeff Newitt ha carattere e genialità e ciò è tutt'altro che semplice e scontato. Soprattutto se si decide di affrontare, per la milionesima volta, un argomento affascinante ma usurato. L'eccezionale bravura nella messa in scena di questa storia supera anche lo spunto banale di partenza. Quello di un pirata pasticcione che cerca rivalsa personale alla ricerca di tesori. È la capacità di creare un mondo autonomo e personaggi ricchi di sfumature, nessuno dei quali superfluo, in appena un'ora e mezzo di film. Riuscire a gettare lo spettatore in una mitologia che lascia presupporre delle radici ben più profonde, con la sensazione di essere capitati nel mezzo di una storia che non ha una vera e propria conclusione. Mescolando con pungente (auto)ironia elementi storici ed elementi di finzione. La perfida regina Vittoria, il goffo Charles Darwin alla perenne ricerca di una donna e una schiera di pirati tanto improbabili quanto esilaranti.

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Molto merito sicuramente va al romanzo da cui è tratto (The pirates! In an adventure with scientists di Gedeon Defoe). Ed è altrettanto naturale essere grati ai capisaldi del genere, inevitabile andare a pescare L'isola del tesoro di Stevenson. Opera che più di ogni altra ha innescato le fantasie di ogni aspirante avventuriero. Ma, chissà, magari senza Jack Sparrow non staremmo neanche a parlare di questo film. Proprio per come è riuscito a ribaltare la figura del pirata, cancellando la tradizionale aura virile e impavida. Certo osservando Capitan Pirata non si possono non notare alcuni punti in comune con il personaggio interpretato da Johnny Depp. Risulta però limitativo ridurre l'anima del film a questo. Proprio perché, tornando sulle considerazioni precedenti, c'è un bizzarro mondo che prende forma sotto i nostri occhi e attribuisce ad ogni singolo elemento un indiscutibile valore, ognuno brilla di luce propria. Segno contraddistintivo di un'industria capace di creare l'inverosimile e renderlo magico.

Una nicchia di appassionati avrà sicuramente riconosciuto lo spirito guascone, non-sense e demenziale di una saga piratesca epica, Monkey Island (serie di videogiochi prodotti dal 1990 dalla Lucas Arts). Dove, proprio come in questo film, anche il più infinitesimale elemento di contorno è posizionato per dare spessore alla trama. Il dettaglio destinato a splendere lucente nella memoria. Sì, Capitan Pirata si avvicina decisamente a Guybrush Threepwood. Maldestro ed eccentrico, eppure capace di imprese incredibili. Forse azzardato, ma il riferimento più immediato è sinceramente quello.
A tutto ciò si aggiunge una realizzazione tecnica strabiliante, una cura dell'immagine impeccabile e l'utilizzo ben calibrato del 3D.
Una menzione speciale al doppiaggio, perfetto. E alla prova maiuscola di Cristian De Sica, voce del protagonista, chiamato a sostituire l'originale Hugh Grant.

 

Titolo originale: Pirates! Band of Misfits
Regia: Peter Lord e Jeff Newitt
Interpreti: Hugh Grant, Jeremy Piven, Salma Hayek, Imelda Staunton, David Tennant, Martin Freeman, Brendan Gleeson, Ashley Jensen
Origine: UK, USA, 2012
Distribuzione: Warner

 

 

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