Point Break, di Ericson Core

Remake quasi dignitoso ma inquinato dalla scrittura di Kurt Wimmer che semplifica le dinamiche tra i personaggi e svuota i dialoghi. La Bigelow è sempre più lontana

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Se bisogna fare il giochino della paternità di un film, di chi si sente più la mano in questo remake di Point Break? Del regista Ericson Core (che, come nell’altro film da lui diretto, Imbattibile, è anche direttore della fotografia) o dello sceneggiatore Kurt Wimmer? Forse ancora di Kathryn Bigelow. Proprio questo rifacimento fa capire quanto quel film di 25 anni fa sia ancora oggi avanti nei tempi, mentre questa versione porta una parte dell’action statunitense verso una standardizzazione seriale.

Sull’onda di alcuni remake del cinema statunitense tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 forse questo è uno dei più dignitosi evitando i pastrocchi alla Total Recall, film dove curiosamente Wimmer ci ha messo le mani. Non per altro per le scene d’azione, come la sequenza d’apertura, i surf sulle onde e soprattutto la scena dei soldi che piovono dal cielo. Stavolta, rispetto al passato, c’è anche la necessità di autofilmarsi le proprie imprese nell’epoca di youtube. Proprio perché il cinema da solo non sembra bastare più per restituire l’luke bracey point breakebbrezza del pericolo. E chi lo ha detto?

Spazi smembrati. Utah, Francia, Alpi, Mumbai, Messico. Si riaccende quasi come un viaggio virale la sfida tra il carismatico Bodhi (Édgar Ramírez anche se al suo posto doveva esserci all’inizio Gerard Butler) e l’agente dell’FBI Johnny Utah (Luke Bracey) che si infiltra nella sua banda di ladri spericolati.

Il cinema di Core cerca la vertigine ultima, magari guardando a Rob Cohen o Renny Harlin. La parte in montagna sembra infatti riecheggiare in qualche modo Cliffhanger. Ma è la mano di Wimmer che poi interviene pesantemente semplificando le dinamiche tra i personaggi, mettendo in secondo piano la banda di Bodhi e soprattutto la figura femminile di Samsara (ve la ricordate Lori Petty nel film della Bigelow?) condendo i dialoghi con frasi post new age tipo: “Siamo responsabili per le nostre scelte e lasciamo agli altri le loro”. Solo a tratti questa versione si solleva da terra, quando Bodhi, Utah e gli altri sono in cielo come volatili umani. Il film della Bigelow è sempre lontano, ma in quei momenti non si rimpiange.

 

 

Titolo originale: id.

Regia: Ericson Core

Interpreti: Edgar Ramirez, Leke Bracey, Teresa Palmer, Ray Winstone, Delroy Lindo

Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 114′

Origine: Usa 2015

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