"Poker generation", di Gianluca Mingotto

La storia di Poker Generation prende spunto dalla reale scalata al successo di Filippo Candio, ora giocatore professionista, ragazzo siciliano che si trasferì a Milano per tentare di assecondare la sua passione. In questo preciso quadro storico, l'idea di realizzare un film sul poker è decisamente intelligente e particolarmente sensata. Ragion per cui, probabilmente, andava sfruttata meglio. La sceneggiatura preferisce virare sulla rivalsa sociale e umana piuttosto che dare importanza al movimento. Scelta comprensibile ma poco coraggiosa

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Sembra che il poker prenda spunto da un gioco di origine persiana, esportato dai coloni francesi a New Orleans. L'etimologia, anch'essa incerta, potrebbe provenire dal francese poque (ingannare). Quel che è certo è che, da sempre, è stato il gioco d'azzardo per eccellenza. Il più affascinante e il più emozionante; vuoi perché la componente fortuna è in gran parte cancellata dall'abilità del giocatore, vuoi perché è entrato a far parte di un immaginario collettivo ormai secolare.  Letteratura, cinema, pittura. Dal vecchio west alla contemporaneità.
Quella che sta vivendo ora, a livello mondiale e anche in Italia, è una seconda giovinezza. Sfruttando a pieno il potere della globalizzazione, favorito dalla tecnologia, il poker sta diventando sempre più popolare. Nel nostro paese si contano più di quattro milioni di giocatori (statistica approssimativa, a ragione si sospetta che il numero sia assai maggiore). Proprio la fruibilità è l'arma vincente, oltre all'abbordabilità economica. Bastano un pc, una connessione e pochi euro. E i media assecondano, fiutata la gallina dalle uova d'oro, lo svilupparsi del fenomeno. Programmi interamente dedicati alla messa in onda di partite con tanto di commenti. Persino Sky vi ha dedicato una parte del suo palinsesto.

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La storia di Poker Generation prende spunto dalla reale scalata al successo di Filippo Candio, ora giocatore professionista, ragazzo siciliano che si trasferì a Milano per tentare di assecondare la sua passione. Come i due protagonisti, due fratelli molto legati che fanno i bagagli per il capoluogo lombardo, nella speranza di trovare i soldi per curare la sorellina malata. Senza il supporto di una famiglia disastrata (il padre è un giocatore fallito, oltre che un alcolizzato).
In questo preciso quadro storico, l'idea di realizzare un film sul poker è decisamente intelligente e particolarmente sensata. Ragion per cui, probabilmente, andava sfruttata meglio. La sceneggiatura preferisce virare sulla rivalsa sociale e umana piuttosto che dare importanza al movimento. Scelta comprensibile ma poco coraggiosa; certo vincere un milione di euro per salvare un familiare è nobile, ma che male c'è a puntare ad eccellere non solo per passione ma anche per denaro?

Non è tanto questa la mancanza. Brucia più che altro l'incapacità di far del film una denuncia sociale. Il poker è stato legalizzato da pochi anni, controllato e regolamentato da normative statali. Ora, in un paese che va economicamente a rotoli come il nostro, si ha il buonsenso di capire che determinate mode possono portare frutti. Ma, ennesimo paradosso, si continuano a considerare fuorilegge i casinò. Ci troviamo quindi a passeggiare per strada e osservare dei bugigattoli pieni di macchinette, quelle sì legali. Quando poi piccole nazioni come Malta, detto con tutto il rispetto e l'ammirazione del caso, allestiscono tornei mondiali di poker. Che vogliono dire turismo, consumi, mano d'opera e posti di lavoro.
Va comunque considerato che siamo di fronte ad un'opera prima, con tutti i difetti del caso. Gianluca Mingotto proviene dal mondo del videoclip e si vede. Il suo amore per l'inquadratura ad effetto rischia qualche volta di essere fuori contesto. Eccessi che però non nascondono un discreto talento.
Al film hanno partecipato molti dei più noti giocatori di poker italiani.

Regia: Gianluca Mingotto
Interpreti: Piero Cardano, Andrea Montovoli, Francesca Fioretti, Francesco Pannofino, Lina Sastri
Origine: Italia, Malta, 2012
Distribuzione: Iris Film Distribution
Durata: 105'

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