Polaroid, di Lars Klevberg

La Polaroid è utilizzata come centro di attenzione attorno al quale ruota l’intera vicenda ma è forse l’unico elemento davvero stimolante del film, che fa poco più di intrattenere i fan dell’horror

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L’uso dei cliché nel cinema horror può essere un’arma a doppio taglio. Se da un lato può assicurare la riuscita di un prodotto di intrattenimento, dall’altro rischia di renderlo banale. Lars Klevberg al suo primo lungometraggio da regista riesce a creare un film costantemente in bilico tra queste due tendenze. Tratto dal suo omonimo cortometraggio del 2015, Polaroid è un teen horror che non brilla certamente per originalità, ma può comunque riuscire ad intrattenere lo spettatore che non pretende di trovarsi al cospetto di un passo in avanti nel panorama horror degli ultimi anni.

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Bird Fitcher (Kathryn Prescott) è una liceale introversa che viene in possesso di una Polaroid SX-70. Dopo averla usata un paio di volte iniziano a morire alcuni dei suoi compagni di classe in circostanze misteriose. Non ci vorrà molto prima di scoprire che la macchia presente nelle istantanee scattate è l’ombra di un fantasma che abita la fotocamera. La Polaroid è utilizzata come centro di attenzione attorno al quale ruota l’intera vicenda, ma è forse l’unico elemento davvero stimolante del film. Il design accattivante e retro della macchina fotografica è oggetto della fascinazione di Bird, figlia di un fotoreporter e appassionata di fotografia. Il fantasma è in grado di spostarsi da una polaroid all’altra per designare la sua prossima vittima. Sarà proprio l’osservazione delle foto la chiave per poter neutralizzare la sua minaccia.

L’uso insistito degli jumpscare non fa che smorzare l’atmosfera inquietante che l’infestazione spiritica sembra suggerire e il fantasma risulta troppo concreto. Ad interpretarlo è Javier Botet, attore spagnolo affetto dalla sindrome di Marfan che ha saputo trasformare l’anomala lunghezza dei suoi arti nel punto di forza della sua carriera. Lo troviamo infatti in molti film horror degli ultimi anni come It, Crimson Peak, The Conjuring – Il caso Enfield, Insidious 4 – L’ultima chiave e Slender Man. Il corpo di Botet è spesso usato per mostri spaventosi e deformi. La sua presenza scenica in Polaroid è indubbiamente inquietante, ma non serve ad elevare un film che sembrava potersi basare su ciò che è celato alla vista.

Titolo originale: id.
Regia: Lars Klevberg
Interpreti: Kathryn Prescott, Tyler Young, Javier Botet, Grace Zabriskie, Mitch Pileggi, Madelaine Petsch, Samantha Logan
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 88′
Origine: USA, 2018

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