POLEMICHE – Una risposta necessaria, da Sentieri selvaggi al Premio Solinas
“…sin dall’inizio di questa “storia” sono stato (e rimango) convinto della sostanziale innocenza di chi gestisce il Premio Solinas, come pure della Fandango e di tutti i giurati coinvolti in questa polemica. L’ho detto e scritto più volte, e l’ho ripetuto, al telefono, anche al nostro amico “gola profonda” (così lo abbiamo ribattezzato in redazione, omaggio al Watergate e a Tutti gli uomini del presidente) che continuava a dettagliarci sui possibili legami tra Solinas e Fandango. Ma nello stesso tempo continuerò a battermi perché vengano pubblicate anche delle cose che non condivido, ma che risultano fondate e costituiscono una notizia, di un certo interesse per i nostri lettori.”
Il Direttore di Sentieri selvaggi Federico Chiacchiari interviene sulla polemica esplosa sul Forum del Premio Solinas e rilanciata sul nostro sito, ricostruendo la sequenza dei fatti che hanno portato all’equivoco e alla polemica con il Premio Solinas. Ma anche con alcuni suggerimenti e una piccola proposta “pacificatrice”…
Credo di capire Annamaria Granatello e Francesca Solinas. E dalla dettagliata descrizione del loro impegno per far vivere e crescere il Premio Solinas si evince una passione e un entusiasmo senza i quali questo Concorso non sarebbe mai diventato quello che è oggi, ovvero il più importante Premio di sceneggiatura italiano. C’è tanto lavoro e dedizione in questo progetto, e certo non fa piacere vedersi attaccare duramente sul web, con insinuazioni sulla correttezza del proprio lavoro. E’ perciò comprensibile sentirsi irritati e offesi per queste accuse, come pure provare a replicare e reagire immediatamente e con forza, a qualcosa che percepisci come una calunnia, che non ha niente a che vedere con il tuo lavoro quotidiano.
Dico questo perché sin dall’inizio di questa “storia” sono stato (e rimango) convinto della sostanziale innocenza di chi gestisce il Premio Solinas, come pure della Fandango e di tutti i giurati coinvolti in questa polemica. L’ho detto e scritto più volte, e l’ho ripetuto, al telefono, anche al nostro amico “gola profonda” (così lo abbiamo ribattezzato in redazione, omaggio al Watergate e a Tutti gli uomini del presidente) che continuava a dettagliarci sui possibili legami tra Solinas e Fandango. Ma nello stesso tempo continuerò a battermi perché vengano pubblicate anche delle cose che non condivido, ma che risultano fondate e costituiscono una notizia, di un certo interesse per i nostri lettori.
Mentre dunque capisco Annamaria e Francesca per la loro reazione emotiva alle accuse, e contemporaneamente ne sottolineo l’innocenza (a mio parere, per quel che conta), non posso però non dire fino in fondo cosa penso di questa polemica e di come si è sviluppata.
Ritengo che se le risposte, alle accuse di “combine” tra il Premio e
Una ricostruzione dei fatti
Cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo letto la lettera (anonima) e ci siamo documentati. Siamo andati sul Forum e abbiamo visto che i contenuti della lettera erano già TUTTI presenti nel dibattito sul web, quindi, di fatto, già pubblici. Abbiamo verificato che le informazioni presenti nella lettera fossero REALI, ovvero che realmente i finalisti del Solinas di quest’anno avessero avuto, in un modo o nell’altro, a che fare con
Cosa è accaduto? Che
Il risultato è stato ricevere una formale diffida da parte dei legali del Solinas, che ci invitavano a fare quello che già stavamo richiedendo da due giorni, ovvero dargli “il diritto di replica”.
In tutto questo, però accusandoci (e poi la stessa cosa è stata ripresa con forza sul Forum) di aver pubblicato cose lesive della reputazione del premio, di fare un giornalismo scandalistico e di pubblicare notizie senza averle verificate.
Queste notizie da noi pubblicate (ma sarebbe più giusto dire RI-PUBBLICATE), erano talmente false e infondate che il giorno dopo Domenico Procacci, in un intervento che abbiamo molto apprezzato sia per i contenuti che per i toni e lo stile, le ha difatti ammesse come reali pubblicamente. Ovvero che i finalisti del premio Solinas hanno avuto a che fare con
Quindi le informazioni erano e sono vere. Quello che resta da capire è se c’è qualche forma di reato, in questo. E secondo noi no. Perché tanti hanno a che fare con
Affrontare le situazioni che cambiano
Ricostruiti i fatti mi preme però sottolineare come queste problematiche sorgano nel momento in cui le dimensioni del Progetto Solinas sono cresciute. Merito di Annamaria Granatello e Francesca Solinas, evidentemente, che hanno saputo allargare gli orizzonti del premio, sempre più legandosi a una dimensione “produttiva” che è nell’interesse di chi vi partecipa (per questo suonano patetiche le pretese di chi sul Forum propone di creare un altro premio, con le sceneggiature votate sul web dalla gente… a chi interesserebbe essere giudicati da NON professionisti?). E’ nell’interesse di chi partecipa che i giurati siano seri professionisti e che leggano con attenzione le storie, e quindi ben vengano in giuria anche i produttori (Fandango o non Fandango). Quello che però è importante è la trasparenza delle situazioni e la capacità di sapersi adeguare ai cambiamenti che, a volte, la crescita impone. Avere più partecipanti significa non solo essere diventati un punto di riferimento, ma anche avere su di sé gli occhi di tutti, e questa maggiore attenzione IMPONE un comportamento più attento, soprattutto nella comunicazione.
E se ci sta qualcuno che lancia accuse sul mancato rispetto del regolamento (che in verità qualche lacuna ce l’ha), e sulla strana coincidenza degli amici di Fandango tra i finalisti, credo che proprio questa nuova condizione imponga una risposta serena e adeguata. “A grandi risorse corrispondono grandi responsabilità”, direbbe Peter Parker… Bisogna saper rispondere ma anche adeguarsi alle mutazioni che avere a che fare con tanta gente impone.
Faccio un esempio, che ci riguarda: lo scorso anno durante il nostro Corso di Documentario (che è un corso di regia, non per fotografi e operatori, per i quali abbiamo appunto un altro corso), diversi dei numerosi partecipanti sollevarono la richiesta di avere maggiori informazioni tecniche, molto più dettagliate, sull’uso delle macchine. Noi avremmo potuto dire: “beh fatevi il corso di ripresa, se vi interessa la specificità del lavoro sulle macchine”, e nessuno avrebbe potuto rimproverarci nulla perché nel Programma non si parlava di questo, quindi “da regolamento” noi avevamo ragione e avevano torto gli allievi a richiedercelo.
Non lo abbiamo fatto. Invece abbiamo preso questa sollecitazione per buona e fondata, e abbiamo organizzato una full immersion (non prevista) con il nostro docente di fotografia e ripresa, con grande soddisfazione di tutti. Non solo. Abbiamo talmente preso sul serio queste richieste che, quest’anno, il corso prevede già da programma una full immersion di due giorni su fotografia e ripresa. Insomma ci siamo adeguati alle richieste del mutato panorama dei nostri allievi. C’è sembrato il modo migliore per rispondere alle esigenze di crescita di un progetto.
Ecco credo che, se non si offendono a ricevere un consiglio, Annamaria e Francesca dovrebbero evitare di arroccarsi sulla difensiva, sul “quanto siamo bravi e onesti”, e invece cercare di capire quanto di buono emerge dalla quantità notevolmente aumentata dei partecipanti al Concorso (e al Forum) e saper a questi dare una risposta. Lo sappiamo tutti che siete brave e oneste e se tanti partecipano al Premio è proprio per questo, non trovate? Quindi non serve questa difesa ma solo intervenire sul merito delle questioni sollevate e, magari, essere sensibili ad alcune richieste di cambiamento. Perché, quando le cose crescono, cresce l’attenzione di tutti su quello che facciamo e la richiesta di trasparenza diventa fondamentale. E se prima il sistema “se il giurato conosce il partecipante non vota” poteva amichevolmente funzionare, oggi, forse, questa “deontologia dell’onestà intellettuale” non basta più, e chi partecipa vuole garanzie più sicure della pura onestà dei giurati. Si tratta forse solo di riaggiustare il metodo e il regolamento, ma lo saprete sicuramente fare bene, magari anche grazie a questo dibattito, cresciuto anche per colpa (o merito?) di Sentieri selvaggi.
Una proposta pacificatrice
Infine un’ultima notazione, sempre per Annamaria Granatello che risponde sul Forum. Hai scritto che abbiamo fatto tutto questo per fare scandalo e farci pubblicità utilizzando la fama del Solinas. Sarebbe bello che ritirassi, cortesemente, questa brutta uscita, perché ritengo non sia il vostro reale pensiero su Sentieri selvaggi. Che tutti i difetti ha ma non è né sa essere un giornale scandalistico, e che non ha bisogno di parlare di voi per destare l’attenzione dei lettori. Piuttosto è vero il contrario, e siete voi (e anche altri Concorsi che giustamente ci usano per questo) che avete bisogno di Sentieri selvaggi per promuovere e lanciare i vostri Concorsi ai circa 300mila lettori che ci leggono ogni mese. Infatti ci avete scelto come sito di scambio di link e ci inviate sempre con attenzione i vostri comunicati. Se fossimo un giornale scandalistico non lo fareste.
Allora vi faccio una proposta, pubblica e “pacificatrice”: Sentieri selvaggi vi darà spazio gratuitamente per pubblicizzare il Concorso 2009, e voi verrete a presentarlo, quando volete, ai nostri allievi della Scuola di Cinema in un incontro pubblico al Detour. Che ne pensate?
E che il dibattito prenda le direzioni che sin dall’inizio avrei sperato prendesse…