Porretta Cinema – Incontro con Isabella Ragonese

L’attrice si racconta con il pubblico riguardo la sua carriera, dei festival, delle esperienze fatte sul set, le persone incontrate e il suo rapporto con l’elemento filmico come spettatrice.

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Isabella Ragonese, tra le protagoniste del cinema di Daniele Luchetti, è stata ospite di Porretta Terme, in occasione della XII edizione del festival del cinema. Un incontro con il pubblico in cui l’interprete si confida riguardo la sua carriera, ii festival, le esperienze fatte sul set, le persone incontrate e il suo rapporto con l’elemento filmico come spettatrice.

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Partendo proprio dai festival lei ringrazia le realtà come Porretta in cui è possibile aprire un dialogo con il pubblico, andando a colmare ciò si perde nel cinema rispetto al teatro. “Al cinema fai un film, crei questa strana famiglia per un paio di mesi e poi il film va, in questo modo è impossibile avere un vero risconto dal pubblico, questi festival per me corrispondono alla reazione del pubblico alla fine di uno spettacolo teatrale.”

Da spettatrice invece, la Ragonese si confessa essere una grande cinefila, quasi una divoratrice di film, senza creare distinzioni tra i generi preferiti, ma divorando con una sorta di bulimia tutto ciò che è per lei il buon cinema. Questa tendenza si riscontra poi anche nella sua carriera da attrice, in cui si è trovata a recitare nelle vesti più disparate, cercando quasi sempre di scegliere “egoisticamente” la novità, lo spazio ancora inesplorato. “Dalla commedia pop, al film d’autore, a quello di nicchia, fin allo sperimentale e alle opere prime. Mi piace variare, per me bisogna riuscire a trovare il proprio spazio ovunque. Sono cresciuta sentendo la lamentela di tante attrici a cui propongono sempre la stessa cosa, per questo motivo ho cercato di fare un percorso più vario possibile. Anche dopo anni di lavoro in cui ho sviluppato un occhio più tecnico, non ho ancora perso il piacere di farmi sorprendere, riesco a farmi piacere anche film imperfetti in cui ci sono solo un paio di scene che riescono a colpirmi. Come quando ti capita nella vita di ricordare una persona o un luogo solo per dei piccoli particolari, la stessa cosa mi accade metro guardo i film. Mi capita di sentirmi così vicina a determinate scene, come se le avessi vissute io in prima persona, da rimanermi impresse, facendomi dimenticare tutto il resto del film.”

Per quanto riguarda invece il suo modo di scegliere un lavoro, Isabella racconta al pubblico come sia difficile per lei, a causa di esperienze pregresse, scegliere dalla sceneggiatura. Il film è ciò che dà vita alle pagine della sceneggiatura e quando questo accade non si sa mai come potranno cambiare le cose. “Quando ho recitato in Nuovomondo di Crialese, ero alla mia prima esperienza con il cinema. La sceneggiatura era piccolissima e poi il film è diventata tutt’altra cosa.

E infine, il lavoro con Luchetti in Tutta la vita davanti, Il regista in quell’occasione ha lasciato che i due attori (Isabella Ragonese e Elio Germano) si muovessero spontaneamente nella casa così come nel centro commerciale, in modo tale da rubare da scene di vita vera. “E’ stato bellissimo, non mi è più capitato di lavorare così”.

Ho iniziato la mia carriera a 19 anni, avevo una compagnia teatrale con i miei amici a Palermo, ma purtroppo da lì le proposte non fioccavano, dovevamo spostarci perché i bandi erano tutti in Emilia Romagna e in Toscana. Avevo imparato benissimo ad aderire ai diversi bandi e di conseguenza guidavo un furgone su e giù per l’Italia. In una di quelle occasioni sono stata notata per fare il film con Virzì. Io non ho mai fatto l’accademia, ma penso che ognuno intenda la parola ‘studiare’ in maniera diversa, per me è stato rompere le scatole a tutti i professionisti che ho incontrato nel mio percorso. Per me era il modo migliore per attivarmi.

Ma la grande fortuna dell’attrice è forse quella di aver fatto scuola di recitazione per il cinema direttamente dal set, con l’opportunità di lavorare con i grandi del cinema italiano.

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