PROFILI – Sophia Loren: una "ciociara particolare"… ieri, oggi, domani

Crogiuolo alchemico di contraddizioni come ogni star, simbolo nel mondo di una veracità che s'impiglia nella classe e nell'eleganza di un'umanità mai rinnegata, viso da felino e corpo attoriale d'irrefrenabile anti-materia che attrae con virulenza chiunque osi rivolgerle lo sguardo. Sofia Villani Scicolone ovvero Sophia Loren compie 70 anni… e 90 film

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

"The italian Cinderella". Così fu battezzata dal pubblico americano una delle nostre glorie nazionali, l'unica diva assieme alla Magnani capace di sbarcare gloriosamente in terra hollywoodiana e scambiare colpi di fioretto alla pari con titani schermici quali Grant, Brando, Peck, Gable, Newman, Burton reggendo contemporaneamente il peso dello sguardo denudante ed esaltante di big della macchina da presa come Chaplin, De Sica, Risi, Donen, Scola, Monicelli, Fellini, Blasetti, Mann (Anthony, naturalmente), Curtiz, Lumet, Kramer e il regista delle donne per antonomasia, George Cukor. Tutto questo venendo da quel nulla povero e periferico della natìa Pozzuoli, dove visse e condivise con madre e sorella i morsi della fame e le ferite della guerra. Ma anche se la futura esplosività da maggiorata è ben celata dietro quella magrezza che le fece guadagnare da bambina il soprannome di "stuzzicadente", i geni materni non ingannano perché la bellissima madre Romilda, a suo tempo, aveva vinto addirittura un concorso indetto dalla Metro Goldwin Mayer come miglior sosia nientedimeno che di Greta Garbo. E lo sprone materno è fondamentale nell'adolescenza quando, 14enne, è spinta a recarsi a Roma a cercar fortuna e inizia una carriera di modella, appare nei primi fotoromanzi (dove si fidanza per la prima volta col cantante Achille Tognani) che già ne testano la formidabile fotogenìa e nel 1950 partecipa al rituale concorso di Miss Italia, dove ottiene la profetica fascia di miss Eleganza. Certo quella bambina che una volta al mese riusciva a raccimolare i soldi per andare al cinema Sacchini di Pozzuoli a vedere Biancaneve e i sette nani o Pinocchio, non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno ci sarebbe finita lei su quel telo fatato. E, invece, appena 17enne incontra e s'innamora nella Città Eterna che contribuirà a eternarla, l'uomo della sua vita: l'ex-avvocato e produttore esecutivo della Lux Film Carlo Ponti, che ne intuisce presto le enormi potenzialità. Intanto la giovane ciociara non è stata con le mani in mano e si è già fatta catturare dal cinema in piccole apparizioni come Totòtarzan di Mattoli (1950), Il mago per forza commedia d'avanspettacolo diretto dall'acuto duo Metz-Marchesi,

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

il kolossal Quo vadis? (primo, fugace contatto con Hollywood) diretto da Mervyn Le Roy, mentre in pellicole come Anna di Lattuada, il farsesco Il sogno di Zorro di Soldati e soprattutto gli opera-film come La favorita e Aida dove appare opportunamente con carnagione truccata color cioccolata e "canta" con la voce d'angelo di Renata Tebaldi incomincia a esserci lo zampino del produttore-pigmalione e futuro marito Ponti. Africa sotto i mari (1953) è pellicola di valore storico unicamente perché la vede apparire per la prima volta nei titoli col nome d'arte di Sophia Loren: Goffredo Lombardo della Titanus, la ribattezzò così internazionalizzando la "f" in "ph" e catturando il cognome dall'attrice svedese Marta Toren, musicalmente abbellito inserendo la dentale liquida "l". L'anno dopo è tempo per un titolo di prestigio, che ne inizia la consacrazione col primo ruolo da protagonista e permette il fondamentale incontro col partner della vita recitativa, Marcello Mastroianni: l'agilissimo Peccato che sia una canaglia di Blasetti. Nello stesso anno il contratto settennale firmato con Ponti si concreta nello storico episodio "Pizze a credito" in L'oro di Napoli che ne delinea la figura della popolana tutto "polmoni" (misura 95) e cuore, nonché l'amato sodalizio con De Sica che le farà guadagnare, appena 25enne, l'Oscar come protagonista per La ciociara (ruolo offerto, in un primo momento, alla Magnani), film-quadro che ci si conficca indelebilmente nella memoria con quella manciata di fotogrammi di una vibrante Loren in stracci, disperata nella polvere, forma iconica prima della quale esiste solo nella storia del cinema italiano la corsa incontro alla morte della rosselliniana Pina/Magnani in Roma città aperta. Quello è anche l'anno in cui partecipa all'inno immortale alla pasta di Miseria e nobiltà ma soprattutto allo sgargiante gioiello barocco Carosello napoletano, unica pellicola italiana in grado di stare alla pari coi musical hollywoodiani del decennio. Ormai Sophia ha ingranato la marcia giusta e dopo aver vinto la sfida a colpi di scollature in La bella mugnaia di Camerini con la rivale a taglie forti Yvonne Sanson


 

e aver incontrato ancora una volta la congeniale comicità di Blasetti in La fortuna di essere donna, è giunto il momento di cimentarsi in quella più acida dello "psichiatra prestato al cinema", Dino Risi: se in Pane, amore e… "Sofia la pizzaiola" de L'oro di Napoli trasla semplicemente in "Sofia la smargiassa", è nel più compiutamente risiano Il segno di Venere che ha modo di proporre una diversa aggressività erotica, esaltata dal confronto con una grande Franca Valeri e un Sordi già mattatore. Sophia ha seminato bene e si cominciano a cogliere i frutti (internazionali): il '57 è una data doppiamente memorabile perché si sposa una prima volta in Messico con Carlo Ponti (e fa scandalo perchè non esiste ancora il divorzio in Italia e lui, essendo già sposato, è da considerarsi bigamo) e si conferma l'erede di Silvana Mangano rispondendo al fuoco della diretta rivale Gina Lollobrigida che già era sbarcata a Hollywood con Il tesoro dell'Africa di Houston e Trapezio di Carol Reed, passando dal modesto cappotto a quadri di Agnesina che fa impazzire Peppino De Filippo in Il segno di Venere ai sontuosi costumi napoleonici di Orgoglio e passione di Stanley Kramer, 1957), dove recita accanto a Frank Sinatra e a Cary Grant. E Grant inizia sul set a farle una corte spietata per sposarla ma, anche se inevitabilmente affascinata e lusingata da cotanta attenzione, la Loren fece la scelta che tutti sappiamo. Dopo essersi tuffata nell'avventuroso mare fotografato con l'usuale perizia da Milton Krasner in Il ragazzo sul delfino di Negulesco e aver recitato col "Duca" John Wayne in Timbuctù di Hathaway, inizia anche la serie di pellicole che contraddistinguono una carriera di talvolta violenti alti e bassi: basti pensare a La chiave di un Carol Reed lontano dagli esiti quali Il terzo uomo o il debole Martin Ritt di Orchidea nera dove si fa dare dei punti dalla prestazione di Anthony Quinn o ancora si lascia irretire da facili seppur gradevoli commediole riempitive come Un marito per Cinzia.

Subito dopo però dimostra di che pasta è fatta e si prende due belle rivincite in terra straniera con la dinamitante energia recitativa profusa in Il diavolo in calzoncini rosa, incontro atipico col magister elegantiarum Cukor nel suo unico western e la solida prestazione in Quel tipo di donna di Lumet. L'anno dell'Oscar, che le spalanca come meglio non si potrebbe gli anni Sessanta, si misura col fascino di Gable (e De Sica) in La baia di Napoli, si affiata col prometeico genio comico di Peter Sellers in La miliardaria di Asquith e salta all'indietro di un secolo sul treno Titanus-Ponti in Olympia di Curtiz, per rifulgere di luce propria sotto i riflettori di Anthony Mann in El Cid l'anno successivo. Poi il "calderone Loren" bollirà sempre a fuoco più alto (la magnifica interpretazione della vita in Una giornata particolare, ma anche l'indimenticabile spogliarello di Ieri, oggi e domani remakato in Prêt-à-porter di Altman), uscendo spesso anche dai bordi, e la vita privata e pubblica si farà semprè più vorticosa per tenere il passo con quella artistica: la nazionalità francese, il secondo matrimonio regolarizzante con Ponti, i due figli Carlo Jr. ed Edoardo, i 17 giorni nelle carceri di Caserta per via di certe infrazioni valutarie imputabili al suo commercialista nell'82, l'Oscar e il Leone d'Oro alla carriera, la Legion d'onore, la nomina a Cavaliere della Repubblica, il cd delle sue interpretazioni canore "The Films – The Voice – The Body – Sophia Loren Greatest Hits", l' "accattatavillo" nella celebre pubblicità di un noto prosciutto, gli sceneggiati tv, il cucchiaio di minestra col quale imbocca un bambino somalo in qualità di inviata dell'Onu, la pubblicazione di un'autobiografia e di un libro di ricette, la balia artistica al figlio Edoardo per il suo pessimo esordio Cuori estranei a Venezia 59, insomma il magnetico e ininterrotto battibecco tra la verace Sofia e la sofisticata Sophia che ce la fa amare tanto, anche se il sacro fuoco attoriale (al contrario del fascino) ormai è flebile, ma prima che si spenga non si può che augurarle che un alito di vento lo ravvivi al calor bianco, anche solo per un attimo lungo un (ultimo?) film.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array