"Prova a incastrarmi – Find Me Guilty" di Sidney Lumet

Una "courtroom comedy" dal maestro dei film giudiziari, che racconta uno dei più lunghi e famosi processi americani: quello che per 21 mesi vide sul banco degli imputati la famiglia mafiosa dei Lucchese. Unico protagonista, Jackie DiNorscio, "gagster" come amava definirsi, interpretato da un Vin Diesel in versione comica

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Non un gangster, ma un "gagster": è nella definizione che Jackie DiNorscio amava dare di sé davanti ai giurati che Sidney Lumet ha trovato la chiave d'accesso al personaggio, "una delle persone più scatenate e sregolate nelle quali mi sia capitato di imbattermi", come dice il regista, un "italoamericano" in piena regola che fu grande protagonista (non per importanza oggettiva, ma per imponenza ed estro soggettivo della persona) di un processo storico per la giustizia americana, quello contro la famiglia mafiosa dei Lucchese, durato 21 mesi e conclusosi con l'assoluzione di tutti gli imputati. Siamo dunque nel contesto di un classico courtroom drama, uno di quelli di cui Sidney Lumet è maestro storico (visto che almeno due capolavori del genere come La parola ai giurati e Il verdetto portano la sua firma), ma Find Me Guilty forza la struttura in chiave comedy e innesca un ordigno in cui le regole dell'aula di giustizia e i canoni del film giudiziario esplodono in un vivace "one man show", dove l'arte messa in scena è la carica umana del protagonista e la controparte chiamata in causa è l'intero pacchetto di criteri sociali in sempre più vaga contrapposizione: giusto/ingiusto, vero/falso, buono/cattivo, delitto/castigo…

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Non siamo ai livelli surreali del geniale frammento giudiziario inserito da John Landis in Ridere per ridere, ma – fatta salva la matrice di autenticità che deriva al film dal fatto che gli autori hanno attinto abbondantemente alle reali trascrizioni delle udienze – il personaggio di Jackie DiNorscio si impone come un comico puro, uno di quelli che sa parlare di sé e del suo mondo facendo ridere gli altri. Non che da ridere, in quell'aula di tribunale, ci fosse poi molto: affiliato alla famiglia Lucchese, già condannato a 30 anni per spaccio, Jackie rifiutò l'offerta del procuratore di testimoniare contro i suoi amici e, per giunta, decise di andare in tribunale difendendosi da sé… Ne venne fuori un incredibile "show", in cui la strana umanità di Jackie DiNorscio finì con l'avere la meglio sui giurati, determinando l'assoluzione di tutti gli imputati, molto più di quanto abbia fatto l'assise di 20 laureati e scafatissimi difensori che pure sedeva accanto agli imputati.


Quel che risulta è una riflessione sul punto di equilibrio tra le regole del sistema sociale e quelle dell'umanità: la carta vincente di Jackie DiNorscio è la sua sincerità, la verità dei suoi sentimenti, il suo continuo dichiarare l'amore per quella gente con cui è cresciuto e che non tradirebbe mai. Sicché Find Me Guilty è in fin dei conti un ritratto problematico, in cui Sidney Lumet è nella condizione di confrontarsi con dei mafiosi che assumono un rilievo in grado di far oscillare il concetto di giustizia e di evidenziare tutti i limiti di una società in cui il sistema rischia talmente tanto di perdere le coordinate dell'equità da sembrare disumano. Lumet mette in scena il tutto con ordine logico e stile piano, senza soluzioni particolari che tradiscano un film prevalentemente di sceneggiatura e interpretazione, quasi interamente chiuso nell'aula del tribunale in cui si celebra a porte chiuse il processo. Però lavora con sapienza sull'inversione tra "palcoscenico" e "platea", con il giudice e i giurati che dal banco della giustizia sono gli spettatori di uno "show" che in realtà si svolge in platea, tra difensori ed imputati, con momenti di comicità assoluta, tensioni drammatiche, melodrammi in atto… Il tutto sottolineato, per l'orecchio attento, dai tasti di un piano che, di tanto in tanto, fanno risuonare in aula una lieve, quasi impercettibile nota, impossibile e surreale commento musicale di una comedy fuori luogo. Di mezzo c'è l'insolita presenza di un Vin Diesel in versione maccheroni, con pancia e brillantina sul crine lungo e stempiato, protagonista di una performance tutto sommato riuscita, nonostante sia doppiamente fuori fisique du rôle : perché, pur preservando l'istanza coatta, tradisce la portante fisico-atletica dell'attore; ma anche perché per tutto il film si offre alla nostra percezione come impossibile body double dell'irraggiungibile Bruce Willis, per il quale il ruolo di Jackie DiNorscio sembra tagliato.

Titolo originale: Find Me Guilty
Regia: Sidney Lumet
Interpreti: Vin Diesel, Ron Silver, Annabella Sciorra, Linus Roach, Peter Dinlage
Distribuzione: Medusa
Durata: 125'
Origine: USA 2006

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